"Dai, Teddy, vediamo come sta tuo fratello" dissi sospirando al piccolo accanto alle mie gambe, mentre facevo scattare la serratura del nostro appartamento. Lo avevo portato con me in farmacia e in libreria per prendere tutto ciò che mi aveva chiesto Luke.
Entrammo dentro, non riuscendo a distinguere nulla tra le pareti per il buio troppo fitto. Avevo lasciato io ogni luce spenta per non disturbare il sonno di Luke sul divano. A quanto sembrava, non era proprio in forma e aveva bisogno di un po' di riposo. Dalla finestra aperta entrava un soffio d'aria fresca che stemperava la calura di quei mesi estivi.
Lasciai il sacchetto di plastica che avevo in mano accanto al portaombrelli e accesi la lampadina nella sfera di vetro sul soffitto che fungeva da paralume. Un grido armonizzato a più voci decisamente rumorose mi invase le orecchie facendomi sussultare dalla paura.
"Sorpresa!"
Rimasi a dir poco basito vedendo tutti i ragazzi del club di musica, Ed, Linda, Luke e mia sorella Amy radunati nel soggiorno, insieme a quelle che sembravano centinaia e centinaia di palloncini colorati e gonfi di elio. Sorrisi spontaneamente e realizzai solo allora che nessuno di tutti loro si era realmente dimenticato del mio compleanno. Teddy mi stava tirando l'orlo della maglietta a righe che avevo addosso per richiamare la mia attenzione. Lo presi in braccio.
"Quindi oggi è il tuo compleanno zio?" Mi chiese, dandomi un bacio sulla guancia. "Non me l'aveva detto nessuno. Perché? Io gli volevo fare gli auguri questa mattina!" Disse, mettendo il broncio a tutti i presenti.
"Non preoccuparti cucciolo, va bene lo stesso. Tu non ne sapevi niente di tutto questo?"
Lui scosse la testa negando di aver preso parte all'organizzazione di quella festa a sorpresa e guardai gli altri, che si apprestavano a venirmi incontro per ricoprirmi di regali, auguri, baci e altri gesti di affetto.
"Non gli abbiamo detto niente se no avrebbe cantato subito. Non riesce a dire neanche una bugia microscopica" disse Luke avvicinandomisi.
"Vero, io sono bravo a cantare" affermò Teddy, annuendo come per darsi ragione da solo.
Lo lasciai andare sul pavimento, così che potesse essere libero di correre dai suoi zii, ed io e Luke cominciammo a ridere per il suo fantastico ed unico modo di essere.
"Auguri fratellino" mi disse Amy abbracciandomi forte, dopo avermi quasi travolto.
Mi salutarono anche Linda ed Ed dopo di lei, gentili e affettuosi come sempre. Però Amy non aveva nessuna intenzione di lasciarmi andare. Mi seguì fin quando non ebbi salutato ogni invitato e mi costrinse a sedermi sui divani con lei, mentre tutti gli altri cominciavano a mangiucchiare dal tavolo imbandito in cucina.
"Che mi dici di bello, fratellino?" Mi chiese sorridendo e legandosi i capelli rossi in una coda sulla nuca.
"Nulla, cosa vuoi che ti dica? Non è cambiato molto dall'ultima volta in cui ci siamo visti."
Lei sembrò delusa, ma si rallegrò subito quando un'altra lampadina per importunarmi le si accese nella mente.
"Domani vuoi venire a vedere i miei disegni? Faccio una specie di mostra in un locale di un ragazzo che conosco."
"Certo," le risposi entusiasta, "solo se mi dici chi è questo ragazzo." Avevo trovato il modo di ritorcerle contro la sua stessa arma. Quasi fui stupito da me stesso.
"No, niente di che. Mi viene dietro da un po', ci siamo conosciuti nel bar dove lavoro, ma siamo solo amici."
"Per ora" aggiunsi sommessamente, per poi fingere di tossire, frenandomi in gola le risa.
STAI LEGGENDO
Remembrance - Tematica gay
JugendliteraturNella memoria di ognuno di noi è insito sempre almeno un ricordo che ci rattrista e che ci fa ritornare indietro ad un momento infelice della nostra vita. Potremmo anche non essere d'accordo, ma per avere ricordi felici, bisogna averne anche di infe...