Capitolo 16

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Chiedo perdono se questo capitolo non è il massimo, scusatemi -.-"
...

Passammo tutto il giorno a fare shopping.
Comprai miliardi di maglie per entrambi.
-J: Sono esausto.
Eravamo seduti in un bar.
-T: Io pure.
-J: Peggio di una maratona.
-I: Dai che noiosi che siete!
Bevvi un altro sorso della mia spremuta.
-I: Vado un secondo in bagno, voi aspettatemi qui.
Jeff's pov
Domani è il suo compleanno, devo assolutamente trovarle un regalo.
-I: Toby, che le prendiamo per domani?
-T: Per domani cosa?
-I: Sveglia! È il suo compleanno!
-T: Giusto! Potremmo prenderle il penny?
-I: Che cosa sarebbe?
-T: Una sorta di skateboard, più piccolo.
-I: Come mai ti è venuto in mente?
-T: Quando l'ho... Baciata, mi stava dicendo che avrebbe voluto prendersene uno.
Storsi il naso, avrei preferito dimenticarlo.
-I: Quando andiamo a prenderlo?
-T: Dopo, diciamo che lo Slend ci ha chiamati e dobbiamo andare da lui.
-I: Va bene!
Patty's pov
Ero davanti allo specchio del bagno per sistemarmi il mascara.
Quando si avvicinò una ragazza con i capelli neri.
-X: Ti consiglio vivamente di allontanarti da Toby... E Jeff.
-I: Scusami ma cosa vuoi?!
-X: Voglio che tu sparisca.
-I: Senti ciccia, chiariamoci. Io non ti conosco e non intendo conoscerti. Ora lasciami stare, grazie.
-X: Mi rifarò sentire.
Ritornai al tavolo con una faccia piuttosto sconcertata.
-J: Hai visto un fantasma?
-I: No, una tizia mi ha detto di allontanarmi da voi.
-T: Come era fatta?!
-I: Capelli neri, non le ho visto il viso.
Tutti si zittirono.
-I: Massì, dai. Torniamo a casa.
-T: Lo Slend ci ha convocato, torneremo stanotte.
-I: Okay va bene c:
Tornai a casa a piedi, non ero tanto distante.
Aprii la porta, mia madre era in salotto e mio padre in cucina.
-I: Sono a casa.
-Papà: Dobbiamo parlare.
-I: Di che?
-Papà: Non possono stare qui.
Lo gelai con lo sguardo.
-I: O restano qui loro, oppure me ne vado via io.
Non dissero nulla.
Salii su e mi stesi sul letto.
Mi misi le cuffie e mi lasciai cadere nelle braccia di Morfeo.
Mi svegliai alle 4:00, i due ragazzi erano appena tornati.
-I: Hey, come va?
-J: Benissimo, vieni ti portiamo in un posto.
-I: Dove?
-T: Vedrai.
Jeff mi prese in braccio e saltò giù dalla finestra.
Continuarono a correre ancora per un tratto piuttosto lungo, finché non ci fermammo davanti ad un albero immenso, tre volte più grosso di quello a fianco a casa.
Un albero secolare.
Iniziarono a scalarlo
Io ero accoccolata alla schiena di Jeff, appesa come un koala.
Arrivati in cima ci godemmo l'alba, era meravigliosa.
-I: È bellissimo.
Dissi con la voce ancora impastata dal sonno
L'alba tingeva il cielo blu di arancione.
Le stelle lasciavano il posto al sole, e il buio si faceva da parte.
Jeff stringeva tra le mani un pacchetto.
-J: Questo è per te tanti auguri amor...
-I: Lo so che stavi per dire una cosa tenera, ma se finisci la frase Toby vomita.
-T: Grazie al cielo!
Ridemmo tutti.
Scartai il pacchetto.
Dentro c'era un penny, meraviglioso.
La parte sopra era azzurro pastello sfumato e le ruote nere.
-I: Ommioddioioviabbracciofinchènonrespiratepiùioviadorotroppoparecchio!
-T: Non ho capito una minchia ma mi sembri felice!
Ritornammo giù, 15 anni. Che suono strano.
Quindici.
Quella mattina decisi che avrei insegnato a quei due ebeti ad andare sul penny e ne avrei preso uno ciascuno.
-I: Che ore sono?
-T: Le 7:30
-I: Cribbio la scuola! Correte.
Io sfrecciavo sul penny e Jeff e Toby mi stavano dietro senza fatica, abituati a correre.
Appena in tempo.
Si avvicinò un ragazzo alto, capelli rossi ribelli e occhi verdi.
-I: Alessio che vuoi?
Questo è Alessio, il ragazzo "tira e molla" di Lavinia, chiamato così perché si lasciano e si rimettono assieme di continuo.
Anche verso di lui provo un odio profondo.
-A: Niente, oggi fai quindici anni no? E come mai sei ancora così bassa?
-I: Alessio sei sporco vicino alla bocca. Ti è appena uscita una stronzata ed è rimasto i segno.-
Detto questo me ne andai.
-T: Booom! Chiuso alla grande!
-J: Patty thug life.
-I: Smettetela anche voi di dire cavolate!
Solita giornata scolastica.
Dopo essere uscita mi precipitai al negozio sportivo più vicino e presi due penny.
Uno nero con le ruote rosse per Jeff è uno blu con le ruote azzurre per Toby.
Loro erano a casa che mi aspettavano.
Avevo speso poco, erano in sconto.
-I: Ragazzi, uscite!
Urlai da sotto la finestra.
Pochi secondi dopo erano fuori.
-I: Questi sono vostri! Tha dah!
Rimasero senza parole.
Andammo alla pista e glielo feci provare.
Toby era abbastanza in grado, Jeff era una schiappa.
-J: Orco demonio! Sono caduto!
-T: Di nuovo!
-I: Se ti inarchi ti sbilanci e cadi. Quante volte l'ho ripetuto? Mille forse?
-J: Ma come siamo simpatiche. Guarda che fa male.
Sentii delle risatine.
Un gruppo di ochette in fondo alla pista continuava a fissare Jeff.
Io feci un sorrisetto maligno, mi avvicinai a lui e lo baciai.
In pochi secondi un'espressione triste si dipinse sui loro occhi.
Mi sentivo dannatamente cattiva.
-T: Sei crudele!
-I: Grazie!
A fine giornata tornammo a casa, distrutti.
Soprattutto sorriso sbilenco.
-J: Mi fanno male delle parti del corpo che non pensavo di avere.
-T: Io invece sono molto più capace di te
Gli fece la linguaccia.
-J: Hey! Difendimi!
-T: Su Toby, non prendere in giro tuo fratello Jeff.
-T: Si mamma!
Ridemmo tutti.
Appena entrai in casa vidi un biglietto sul tavolo.
***
Cara figlia, io e tuo padre siamo stati convocati per il lavoro e ci hanno trasferiti.
Ti manderemo dei soldi per il mantenimento.
Da quanto ho capito uno dei tuoi amici è maggiorenne.
Loro possono restare.
Con affetto, mamma e papà
***

||Ticci Toby e Jeff the Killer|| Operazione CreepypastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora