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La festa era proprio come l'avevo immaginata.
Una vera schifezza.
Le persone erano ammassate una sull'altra e a spintoni cercavano di ballare, la puzza era insostenibile e la sporcizia era ovunque. Il mio stomaco minacciò di rimandare su il pranzo.
"Deborah non mi sento bene".
La mia amica era impegnata a sbaciucchiarsi con foga il suo nuovo spasimante.
"Non ora ti prego".
"Ok faccio da sola" dissi avviandomi verso il piano superiore della villa dove di sicuro si trovava un bagno.
Prima di riuscire a salire le scale dovetti fare lo slalom fra le coppie che avevano scelto quello come posto ideale per pomiciare.
"Il top del romanticismo" sbuffai una volta arrivata in cima.
"Hai ragione proprio un posto di merda per baciarsi".
"Infatti"
Il ragazzo stava andando via ma mi venne in mente di chiedergli indicazioni per il bagno.
"In fondo a destra".
"Grazie! Hai salvato la mia vescica"
Cosa cavolo ho detto?
Il ragazzo scoppiò a ridere e si allontanò.
Certo che non ci so proprio fare con il genere maschile
Il bagno era più pulito di quanto immaginavo è questo particolare migliorò il mio umore. Avevo appena messo piede nel bagno quando qualcuno bussò alla porta .
"Occupato".
"Muoviti".
"Ci impiegherò il tempo che mi serve".
"Sei una rompipalle".
In quel momento sentii la ragazza che aveva bussato rigurgitare davanti alla porta ancora chiusa.
"Che schifo!".
"Ho risolto non ti preoccupare".
"Che postaccio!".
Cercai di fare il prima possibile per evitare altri incontri spiacevoli. Dovetti saltare la pozzanghera che la ragazza aveva lasciato e che mi provocò altri conati. Fortunatamente non dovetti fare le acrobazie per tornare al piano terra dato che le coppie avevano deciso di appartarsi in un altro posto. Prima di tornare in giardino e salutare la mia amica mi diressi in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Non avevo fatto molta strada che qualcosa di pesante mi piombò addosso scaraventandomi contro la parete. Un tipo completamente ubriaco mi aveva placcata e bloccata al muro ma nessuno sembrava farci caso.
Sapevo difendermi ma non ero pronta ad un attacco a sorpresa.
"Ti va di giocare un po'?" chiese quel verme e le sue mani mi toccavano il viso.
"Non faccio proprio un bel niente con te. Lasciami!"urlai.
"Dai non fare la preziosa"
"Vaffanculo, lasciami schifoso"
"Sei proprio una tipa testarda" disse avvicinandosi pericolosamente al mio collo.
"Lasciala stare" urlò una voce profonda e in un secondo il ragazzo si ritrovò lontano da me. Una figura si stagliava su quel tipo facendolo indietreggiare velocemente verso la parte opposta della stanza. Non riuscivo a capire cosa stava succedendo. Le persone intorno si erano allarmate e facevano una confusione incredibile.
"Vedi di andartene e non farti più vedere in giro" urlò la persona che mi aveva aiutato.
Avevo la vista appannata e le gambe mi stavano cedendo.
"Stai bene?"chiese qualcuno avvicinandosi.
"Non riesco a vedere bene".
Le sue braccia mi circondarono e io mi sentii al sicuro.
Mi stavo davvero lasciando andare troppo al sentimentalismo.
Ora basta!
"Per essere una che mi ha messo ko con un solo colpo non è che sei proprio molto preparata agli attacchi a sorpresa"
"Mi sembrava di conoscere la tua voce" mi irrigidii al pensiero delle sue braccia intorno alla vita.
Braccia che avevano attinto chissà quante donne compresa la mia miglior amica.
Ma cosa mi aspetto?
Non è giusto aspettarsi che lui sia rimasto puro e casto nell'attesa di incontrarmi di nuovo.
Non sono tutti sfigati come me!
"Sono il barista"
"Grazie per l'aiuto ma ora sto bene puoi lasciarmi andare".
"Se non volessi? Dimmi cosa saresti in grado di farmi in queste condizioni" disse maliziosamente.
"Non sottovalutarmi" lo sfidai per sentirmi più tranquilla.
"Hai proprio un bel caratterino"
"Levati di torno"
Lui declinò il mio invito e si avvicinò.
"Ti piaccio? Eccome se ti piaccio"
"Ti piacerebbe" sbuffai.
"Se ora decidessi di baciarti tu che faresti per impedirlo?"
"Ti darei il ben servito con un calcio nelle palle e ti direi che sei discustoso perché ci provi con me mentre esci con la mia miglior amica".
"Ti riferisci a Deborah? Con lei ci esco ma non abbiamo un rapporto esclusivo. Insomma non sono un persona egoista perciò preferisco dispensare i miei servigi a tutte quelle che lo desiderano"
Divenni paonazza appena compresi il significato delle sue parole.
"Sei un porco" urlai spingendolo via.
"Ci rivedremo piccola"
"A mai più" gli dissi a denti stretti.
Il mio Christopher si era trasformato in un mostro senza emozioni che si approfitta delle persone. Nonostante questo cambiamento mi avesse sconvolta dentro morivo dalla curiosità. Volevo sapere come mai era diventato così acido e meschino. Una volta era un ragazzino dolce e imbranato. Era proprio vero che la vita ci costringe a cambiare. Infin dei conti anch'io ero cambiata molto e probabilmente anche lui avrebbe pensato la stessa cosa di me se mi avesse riconosciuto. Lui era un mistero che volevo a tutti i costi svelare. La vita alcune volte ci gioca brutti scherzi.
Perché la mia miglior amica si è innamorata dell'unica persona che ho amato nella mia vita?
Dovevo proprio andarmene da quella città altrimenti avrei finito per combinare guai. Dopo mille tentativi riuscii a individuare Deborah fra la folla.
"Vado altrimenti domani non riuscirò a guidare per tutto quel tempo"
"Allora hai deciso di partire comunque?"
"Ho già preparato le valigie e devo proprio andarmene ho bisogno di un posto nuovo, gente nuova e una vita nuova".
"Io sono ancora sicura che non sono queste le giuste motivazioni per andarsene. Che vita potresti mai iniziare se non chiudi con il passato? I problemi non se ne andranno se non li risolvi in qualche modo"
"Da quando sei diventata così saggia e noiosa? Dovremmo invertire i ruoli all'interno della nostra amicizia perché ultimamente ti piace molto interpretare la parte di quella matura" scherzai.
"Come siamo simpatiche".
"Mi mancherai ma mi sembra di avertelo già detto" disse abbracciandomi energicamente.
"Non immagini quanto sentirò la tua mancanza"
"Sono sicura che la sentirai sono così incredibilmente indispensabile"
"Eccola tornata la mia amica"
"Ci vediamo quando verrai a Boston"
"Certo"
Ci lasciammo prendere dalla nostalgia e le lacrime non tardarono ad uscire.
"Vado" dissi in lacrime.
Mi avviai senza guardarmi indietro altrimenti sapevo che se l'avessi vista piangere non sarei più partita. Non ci misi molto a tornare a piedi a casa mia e d'altronde avevo bisogno di un po' d'aria fresca sulla pelle.
Casa mia era così vuota e silenziosa rispetto al chiassoso ritmo della musica che ancora assordava le mie orecchie. Mi distesi sul letto e i pensieri mi invasero la mente. L'idea di partire da sola mi rattristava ma sentivo davvero la necessità di allontanarmi da tutto questo.
Ho un ottimo motivo per scappare e il suo nome è Christopher
Provavo qualcosa e non potevo più negarlo ma dovevo farmelo ad ogni costo.

Spazio dell'autrice

«[...] Ogni respiro, 
Ogni ora che ha portato a questo
a farmi essere un passo più vicina...
Sono morta ogni giorno aspettandoti [...]»

Ogni minuto che aveva passato ad aspettarlo aveva trovato senso quando i loro sguardi si era ritrovati. Eppure tutto il tempo che aveva speso aspettando il suo ritorno non l'aveva preparata a quello che si sarebbe ritrovata davanti. Il bastardo cronico che era diventato faceva risvegliare in lei non solo il ricordo del primo amore ma anche un istinto selvaggio. La sua vicinanza la faceva sentire viva come mai nulla aveva fatto prima. Qualcosa dentro di lei era morta nel momento in cui lui era andato via ma nel momento stesso in cui l'aveva visto aveva cominciato a rinascere. Una parte consistente di se stessa lo odiava profondamente mentre l'altra bramava il suo tocco. Una parte del suo amore gli sarebbe appartenuto per l'eternità. Anche se probabilmente quell'eternità non l'avrebbero condivisa.
Spero con tutto il cuore che la storia vi piaccia ❤... Un bacio con affetto la vostra kelalem
P.S.: Scusatemi per gli eventuali errori presenti nel testo

La citazione riportata è tratta dal testo tradotto della canzone che ho scelto di abbinare a questo capitolo che è «A thousand years» di Christina Perri.

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