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Sono una masochista. Ecco tutto!
Come posso essermi innamorata di nuovo di quel ragazzo?
Non ho più dieci anni, porca miseria!
Dovrei saper controllare i miei sentimenti?
Dovrei sapere come reprimerli?
Fortunatamente tra qualche settimana tutto questo sarebbe stato solo un brutto ricordo, la mia vita sarebbe tornata alla normalità e i miei piani per il futuro non avrebbero incontrato più interferenze.
Il supermercato dove stavo facendo compere era davvero enorme, mi ero persa ben due volte prima di riuscire ad raggiungere il reparto surgelati e ora stavo vagando nei meandri di quel laboratorio alla ricerca delle casse. Avevo scelto attentamente la pizza sugerlata che preferivo approfittando del fatto che dovevo preoccuparmi solo dei miei gusti. Comprai ogni genere di schifezza che l'essere umano avesse inventato perché sentivo il bisogno di sfogare la mia sfrustrazione nel «cibo spazzatura».
Bel modo di affrontare le difficoltà?
Ingozzarmi risolve qualcosa?
No! Ma almeno dopo mi sarei dovuta preoccupare della mia ciccia e non del barista.
Dopo aver fatto una fila interminabile alla cassa tornai a casa per sistemare i sacchetti della spesa. Salire quelle buste stracolme di roba mi impegnò per mezz'ora.
L'autonomia ha il suo prezzo
Sistemai le tazze, le posate, le pentole e le tovaglie appena comprate in un pensile della cucina. L'arredo della cucina era quasi praticamente inesistente. Sistemai in frigo quello che avevo comprato. Poco dopo mi diedi una rinfrescata e abbandonai velocemente la mia dimora. Mi restavano da comprare gli elettrodomestici e la pittura. Non impiegai molto tempo ultimare gli acquisti e con mia grande soddisfazione riuscii a tornare l'appartamento ad un orario decente per il pranzo. Con mia grande sorpresa riuscii ad installare la nuova tv senza dar fuoco all'intero edificio.
Sono a dir poco distrutta
Mi appisolai sul divano mentre guardavo un film romantico molto poco avvincente.
Un rumore sordo mi fece svegliare bruscamente. Avendo spesso dormito da sola ero abituata a non sottovalutare nessun rumore estraneo. Mi avvicinai silenziosamente alla porta per cercare di vedere cosa stesso succedendo.
"Vaffanculo!" imprecò un ragazzo cercando di raccogliere il contenuto del sacchetto che si era rotto.
Instintivamente aprii la porta per guardare meglio.
Maldetissima curiosità!
Il ragazzo posò il suo sguardo perplesso su di me.
"Io...mmm...hai bisogno di aiuto?" balbettai chinandomi a raccogliere un barattolo di legumi.
Glielo porsi e rientrai in casa chiudendomi la porta alle spalle. Non solo avevo fatto la figura della stupida ma ero sembrata anche una scostumata chiudendogli la porta in faccia. Dovevo imparare a socializzare con le persone o avrei continuato a fare figuracce. Uno sbadiglio mi ricordo di quanto fossi stanca così tornai a letto. Mi risvegliai nel tardo pomeriggio senza sapere come impegnare il resto della giornata. Mentre riponevo le stoviglie che avevo appena lavato mi ricordai di aver visto un bel posto dove poter leggere in tranquillità. Afferrai al volo il libro e scesi le scale di corsa. Era strano avere tutto quel tempo da dedicare ai miei interessi. Raggiunsi un cortile che si affacciava sull'esterno regalandomi un incantevole vista del parco. Decisi di fermarmi proprio lì e godermi un po' di pace. Mi sistemai su una panchina che si trovava accanto ad un arco dal sapore antico e mi abbandonai alla lettura. Leggere mi regalava sempre tantissime emozioni e mi capitava spesso di immedesimarsi con i personaggi. Le storie che leggevo erano così appassionanti da lasciarmi un vuoto dentro ogni volta che le finivo. I libri lasciavano sempre un segno profondo dentro di me. Ero così immersa in quel mondo da non essermi accorta che era calata la sera e l'aria si era rinfrescata. Un brivido mi percorse la schiena e percepii la sgradevole sensazione di essere osservata. Mi guardai intorno per cercare di comprendere il motivo per cui il mio corpo stesse in stato di allerta. Individuai, affacciato ad una finestra del campus universitario, il ragazzo che avevo incontrato sul pianerottolo.
Chissà se anche lui non sa come ingannare il tempo?
Quando incrociai il suo sguardo il mio cuore sembrò rallentare, i suoi occhi si illuminarono e le sue labbra si schiuserò in un sorriso che mi lascio interdetta, non potevo essermi sbagliata perché in quel momento ero solo eppure ero certa che quel sorriso non fosse per me.
Che tipo strano!
Desideravo guardare di nuovo verso la sua finestra ma quando trovai il coraggio per farlo mi accorsi che le luci era spente e a il finestra non c'era anima viva.
Forse l'ho solo immaginato
Non avevo più voglia di leggere e non c'era neanche più la luce adatta perciò decisi che era giunta l'ora di rientrare. Mentre percorrevo i corridoi poco illuminati dell'edificio salivo continua a fantasticare su sguardi magnetici e ragazzi dal sorriso mozzafiato. Intorno era tutto così immobile. Congelato. Sembrava che il tempo si fosse improvvisamente fermato. Mi sentivo strana, tutto quel silenzio e quella calma erano più assordanti del caos della città che ci pensava intorno, sembrava tutto così innaturale. Arriavata all'ultima rampa di scale iniziai a cercare disperatamente le chiavi nella borsa, ci mettevo sempre un'eternità a trovarle per colpa di tutte le altre cianfrusaglie che ci buttavo dentro, stranamente questa volta ci misi poco. Continuai a camminare verso la mia porta cercando di ridare un senso all'interno della borsa, inciampai nello zerbino e caddi a terra con un tonfo rumoroso.
Come mai combino sempre qualche disastro? 
Cercai di rialzarmi appoggiandomi al muro o almeno a quello credevo fosse il muro.
Non lo è
Capii che si trattava di una persona quando percepii il calore del suo corpo che mi riscaldava.  Inconsciamente sapevo di chi si trattasse eppure speravo di essermi sbagliata.
Non sono già stata abbastanza ridicola in sua presenza? Evidentemente c'è qualcuno che non ritiene siano abbastanza due grandiose figure di merda
C'eravamo solo noi due in tutto il campus in questo momento è l'idea mi terrorizzava parecchio.
"Stai bene?"chiese aiutandomi ad alzarmi.
"Sì! Comunque non avevo bisogno di aiuto" risposi palesemente a disagio.
Ero sicura che stesse pensando quanto fossi una sbadata e stupida.
"Dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo"
"Forse sarebbe meglio" ridacchiai.
"Che scostumato! Scusa! Mi chiamo Daniel" disse cordialmente allungando la mano per permettermi di presentarmi.
Lo guardai perplessa.
Non penserà mica che gli stringa la mano?
Lo conosco a stento.
Lui noto la freddezza del mio sguardo e si allontanò per lasciarmi spazio.
"Tranquilla! Non sono un stalker" disse sulla difensiva.
"Chi me lo assicura?" chiesi scettica.
"Sei sempre allerta?" chiese e si meritò uno sguardo torvo "Sembri un tipo interessante. Mi piaci!".
Tutta quella spudorata sincerità mi mise a disagio e sentii le mie guance andare a fuoco. Strinsi le chiavi con una forza tale da lasciarmi il segno nel palmo.
Cosa mi prende ultimamente?
Cosa sono tutte queste emozioni?
"Non volevo metterti in imbarazzo".
"L'hai fatto!" sbottai acida "Mi stavi addirittura fissando dalla finestra".
Lui scoppiò a ridere e la sua risata contagio anche me.
"Non sono una cattiva persona"
"Disse il serial killer prima di fare a pezzi la sua vittima" ridacchiai perché stranamente mi fidavo di questo tipo.
Ciecamente
"Sei simpatica"
"In fin dei conti non sei niente male quando smetti di fissarmi come un pervertito" gli gira in intorno per guardarlo "Affermativo non sei niente male!" dissi e me ne penti subito capendo che le mie parole potevano essere lette in un altro modo.
"Non pensavo a far colpo quando ho rovesciato un sacchetto della spesa davanti alla tua porta".
"Non credertela troppo" risi e mi sorpresi di come mi venisse naturale scherzare con Daniel.
"È tutto merito del mio sex appeal"
"Dici? Non credo! Probabilmente mi ha colpito la tua inquietante fissazione dell'osservare la gente. Comunque io sono Beatrice".
"Piacere di conoscerti! Anche se avrei preferito che le circostanze fossero diverse"
"Anch'io l'avrei preferito!" esclamai lasciando che il suo braccio mi stringesse le spalle "Ora devo proprio rientrare".
L'imbarazzo crebbe e divenne insopportabile.
"Buona idea! È il caso che anch'io vada a preparare la cenare. Ci rivediamo domani!?"
"A domani"
Prima che avessi il tempo materiale per fermarlo lui mi baciò sulla guancia e scomparì talmente velocemente da farmi dubitare che fosse mai stato lì.
Ho immaginato tutto?
Eppure sentivo ancora una specie di formicolio allo stomaco dopo che la sua pelle mi aveva sfiorata. Quel bacio era stato un soffio fresco sulla mia guancia ma ora mi sentivo andare a fuoco. Rientrai in casa sommersa da strane emozioni che non riuscivo ad identificare tanto erano sconosciute e diverse fra loro. Mi lasciai scivolare sul pavimento e mi appogiai alla porta ormai chiusa.
Come ha potuto un perfetto estraneo mandare in frantumi le difese che ho impiegato una vita a costruire?
Mi sentivo totalmente insicura di me stessa in sua presenza ma dovevo ammettere che mi era piaciuto non avere il controllo della situazione per una volta. Forse saremmo potuti diventare amici, ma dentro di me cresceva il desiderio di voler approfondire la sua conoscenza. Non sapevo come era successo ma Daniel era riuscito a far riemergere la vera me, quella che ormai avevo dato per dispersa, ora ero di nuovo quella ragazzina ingenua e insicura di sé che la vita mi aveva costretto a seppellire per anni. Se quello che provavo per Daniel era amore più o meno, allora come potevo spiegare quello che avevo provato per Christopher. Ma cos'era l'amore? Davvero non ne avevo idea.

Spazio dell'autrice

«You should have listened
There is someone here inside
Someone I'd thought had died
So long ago»

Spesso ci si da per sconfitti ancora prima di aver iniziato a combattere con tutte le nostre forze. Probabilmente è più semplice arrendersi immediatamente perché quel tipo di scelta non richiede nessun sacrificio, nessuna rinuncia, nessun impegno, ed il problema reale è che spesso lottare da paura. Quando lottiamo per qualcosa corriamo il rischio di incappare in una delusione e questo ci spaventa al punto da evitare qualsiasi tipo di scelta. Se non compiamo scelte non siamo realmente vivi. Non siamo veri.
Spero con tutto il cuore che la storia vi piaccia ❤... Un bacio con affetto la vostra kelalem
P.S.: Scusatemi per gli eventuali errori presenti nel testo

La citazione riportata è tratta dal testo tradotto della canzone che ho scelto di abbinare a questo capitolo che è «Listen» di Beyonce

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