//Ti//

326 43 4
                                    

-Diana, ti prego. Apri quella dannata finestra!- Esclamò Sergio, con voce di supplica.
Era passata ormai mezz'ora da quando Diana aveva abbassato la tapparella di quella finestra, facendo capire immediatamente a Sergio di non voler parlare con lui.
Il ragazzo sapeva benissimo il motivo, e perciò, era consapevole di avere la maggior parte delle colpe.
Il giorno prima, una piacevole serata di maggio, le aveva comunicato la notizia bomba.
Lui si sarebbe trasferito in Francia, precisamente a Parigi.
Avrebbe lasciato la piovosa Inghilterra per andare nella capitale francese, la città dell'amore.
Aveva voglia di cambiare aria, ma l'idea di abbandonare una volta per tutte Diana era difficile da accettare.
Con il passare dei mesi, lei era diventata sempre più importante.
Era sempre stata pronta a dargli qualche consiglio, a dirgli qualche battuta per fargli passare il malumore, o semplicemente, a fare il tifo per lui sebbene lei fosse del Manchester United.
Non averla più come vicina di casa era impensabile, ma necessario.

-Lo so che sei dietro la finestra, e sono certo che mi stai ascoltando!- Esclamò il ragazzo, con foga.
Non voleva andarsene in quella maniera, desiderava solo la comprensione di Diana.

Il silenzio sembrò regnare per qualche minuto, mentre Sergio cercava in tutte le maniere di calmarsi.
Proprio non ci riusciva, come non riusciva a soffocare l'impulso di correre giù dalle scale e suonare il campanello di casa Olsen, fino a quando la ragazza non fosse venuta ad aprirgli.

Perché Diana non lo affrontava? Perché scappare dai problemi in quel modo?
Perché non chiarire una volta per tutte?

Le domande si affollavano nella testa di Sergio, sovrapponendosi e creando una confusione sempre più grande.

Il ragazzo si prese la testa fra le mani, e appoggiò i gomiti sul davanzale della finestra.

-Va bene, non aprirai mai quella finestra, l'ho capito.
Ma ti chiedo solo di ascoltarmi, te lo chiedo dal profondo del cuore.
Non importa quanto io possa sembrare un deficiente che parla da solo, quasi sulla crisi di nervi.
Io ci tengo a te, e a quello che abbiamo costruito in tutti questi mesi, ma devo partire.
Non posso più rimanere qui, ho bisogno di nuovi stimoli per migliorarmi sempre di più.
Lo so, ti ho detto che non saresti stata più sola, ma io ci sarò comunque per te.
Ti basterà mandarmi un messaggio e io ti risponderò, come sempre.
Ma vedrai che non avrai più bisogno di me.
Non sono io a renderti fantastica, lo sei da sola.-

Sergio fece un profondo respiro, fissando con intensità quella finestra.
Il dubbio che quelle parole fossero state inutili era grande, ma la sagoma di una ragazza dietro le tapparelle lo convinse del contrario.
Diana lo aveva sentito eccome, ma non aveva nessuna intenzione di arrendersi con così facilità.

-Ogni giorno fino alla mia partenza per Parigi io verrò davanti a questa dannata finestra e ti parlerò.
Prima o poi, dovrai affrontarmi Norvegia.- Affermò il ragazzo con convinzione, incrociando le braccia al petto.
La sua tenacia era ormai conosciuta da tutti, e se prometteva qualcosa, non c'era scampo per nessuno. Sergio avrebbe mantenuto la sua parola.

Sospirò, e si passò una mano nei capelli, decidendo di rientrare in casa.
Probabilmente, Diana aveva bisogno di pensare alle sue parole.

Entrò lentamente in casa, accostando la finestra dietro di se'.
Si lasciò cadere, e si prese la testa fra le mani.
Non poteva più tornare indietro, la decisione l'aveva già presa.
Ed era una decisione troppo dolorosa da sopportare da solo.

Spazio autrice.

-2 alla fine.
Sto già soffrendo perché non ho più storie in cantiere a parte una a quattro mani.
Devo. Assolutamente. Scriverne. Un'. Altra.

Window's Friends « S. Agüero.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora