//Tolv//

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-E quindi, te ne vai.-

La voce di Diana era ferma, ma in essa traspariva una certa nota di tristezza.
Era da giorni che vedeva il caos regnare nella casa del vicino, impegnato con l'imminente trasloco.
L'immagine di tutti quegli scatoloni accatastati in un angolo, le dava i brividi.

-Già...-Rispose Sergio, appoggiando uno dei tanti scatoloni a terra.
Alzò lo sguardo e incontrò quello di Diana, che era appoggiata con i gomiti sul davanzale della sua finestra.
Sembrava quasi Giulietta, che fissava il suo Romeo dall'alto della sua torre.

-Sarà difficile accettare i nuovi vicini.
Chissà come saranno, probabilmente migliori di te. Non ci vuole poi molto...-Scherzó la ragazza, cercando di mascherare il suo reale stato d'animo con qualche battuta.
Il ragazzo sorrise debolmente, stringendosi nelle spalle.

-Nessuno è migliore di me.- Replicò, beccandosi una linguaccia da parte di Diana.

Nonostante i loro continui scambi di battute, nessuno dei due aveva voglia di scherzare.
Era solo necessario per rendere le cose meno difficili.

-Vuoi una mano con gli scatoloni?- Domandò poco dopo la ragazza, e il vicino accettò volentieri l'offerta.
In pochi secondi, Diana fu nella proprietà di Sergio, pronta per aiutarlo con il trasporto degli scatoloni.
Nessuno dei due disse una parola, e il silenzio non sembrò essere un problema.
Fino a quando, Sergio non urtó la ragazza con lo scatolone.

-Scusa.- Sussurró appena.
La ragazza era così vicina che Sergio poté notare delle lentiggini sul suo volto scandinavo.
E la vicinanza con lei, gli fece improvvisamente battere il cuore a mille.

-Diana, vieni a Parigi con me.- Disse tutto ad un fiato, in un momento di assoluto coraggio.
La ragazza spalancò gli occhi chiari di colpo, mentre la sorpresa era ben dipinta sul suo volto.

L'idea di Sergio la intrigava, e anche tanto.
Andare in Francia con lui sarebbe stato divertente, eppure lei sapeva benissimo che era solamente una proposta poco realizzabile.

-Non posso, e lo sai.
La mia vita è qui, ho il mio lavoro in panetteria e la mia università.
Non riuscirei mai ad imparare una nuova lingua e ricominciare tutto un'altra volta.
Tu devi andare da solo ed inseguire il tuo futuro, Argentina.-

Le sue parole erano cariche di rammarico.
Lei cercava con tutta se' stessa di reprimere l'impulso di partire con lui, restando con i piedi incollati a terra.
Gli buttó le braccia intorno al capo, e lo abbracció forte.
Sergio la strinse contro di se' e le accarezzó i capelli.
Non c'era bisogno di parlare, entrambi sapevano come stavano le cose.

-Io lo so, è stato stupido da parte mia chiedertelo.- Ammise Sergio, con voce strozzata. -Ma ti prometto una cosa, e giuro che la manterrò.
Tu non avrai dei vicini, io verrò a trovarti ogni volta sarà possibile.-

Diana trattenne il fiato, e lo strinse fortissimo.
La prima volta che lui l'aveva conosciuta era stato quando lei piangeva affacciata alla finestra, e adesso, lei stava piangendo di nuovo.
Lui se ne accorse, e le diede qualche pacca sulla schiena, in maniera affettuosa.

-Ti aspetterò, anche se ci vorranno giorni, mesi e settimane, io sarò qui ad attenderti.- Affermò la ragazza, imponendosi la calma.
Doveva lasciarlo andare, e fidarsi di lui.
Era certa che sarebbe tornato, ed era più che certa che i sentimenti che provava per lui fossero ricambiati.

Spazio autrice.

E anche questa storia è terminata!
Spero vi sia piaciuta, vostra Invincibleo.

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