1) Una piovosa mattina

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Piccola richiesta a chi comincia il mio libro: commentate ad ogni capitolo, ho bisogno delle vostre opinioni per sapere cosa vi piace e cosa no e quindi sapere come modificare i futuri capitoli. Commentate in molti vi prego.

-Svegliati David, è tardi. Tuo padre ti aspetta alla bottega.-

La voce di sua madre gli risuonò leggera nella testa invitandolo a svegliarsi.
David aprì lentamente gli occhi e guardò la candela graduata che segnava l'ora. Erano già le undici passate.
Si tirò su piano. Si stropicciò gli occhi.
Riguardò il mozzicone di candela che ormai avrebbe segnato solo più qualche decina di minuti fino a mezzo giorno. David le odiava. Nei libri di storia aveva spesso letto della gente che riusciva a capire l'ora semplicemente guardando il sole. Ma lui non poteva. Il cielo era stato coperto da grossi nuvoloni carichi di pioggia da prima che lui nascesse. L'imperatore voleva proteggere il suolo della capitale dell'impero dalla luce che a detta sua era la fonte di ogni male. Così facendo, però, aveva distrutto l'agricoltura e la gente ora moriva di fame, mentre il suo castello era sempre immerso nello sfarzo e nel lusso. Ma se gli faceva tanta paura come dargli torto? Pure David aveva paura dei ragni e faceva di tutto per non trovarseli davanti, quindi non poteva di certo biasimare l'imperatore. E poi, dopo tutto, lo aveva fatto per gli abitanti.
David scese lentamente dal letto e andò in cucina a fare colazione.

-La vicina ci ha dato il latte fresco- disse con tono soave la madre.
-La ringrazio quando esco, ok?-

Lei gli sorrise e poi gli porse una ciotola che David riempì con il latte.

-C'è del pane fresco ma'?-
-No caro, sul tavolo ho lasciato quello di ieri, è un po' duro ma nel latte va bene-

David sbuffò. Prese una fetta di pane, la intinse nella ciotola e la mangiò anniato, poi bevve il latte.
Tornò in camera sua al piano superiore per cambiarsi. Si tolse il pigiama e lo posò sul letto, si mise dei pantaloni blu da lavoro un po' macchiati di argilla che aveva usato il giorno prima alla bottega. Aprì l'armadio. C'erano solo dei vecchi maglioni marroni e una maglietta leggera bianca.

-Muoio di freddo con questa addosso! E il marrone non sta bene con il blu.- esclamò.
David si mise a cercare per la stanza il suo maglione verde preferito. Non lo trovò.
Si affacciò alle scale dal piano di sopra.

-Ma', hai visto il mio maglione verde?-
-L'ho mandato insieme all'altra roba da lavare. Era tutto sporco e macchiato.- rispose lei.

Lui sbuffò, prese un maglione marrone e se lo mise addosso. Scese al piano terra.

-Ma', mi serviva per oggi!- si indicò
-Guarda il marrone quanto sta male con il blu.-
La madre si mise a ridere.
-Sembri uno straccione.- concluse.
David la fissò male. Si avviò all'uscio. Si guardò un'attimo al piccolo specchio che suo padre aveva appeso vicino alla porta. Era tutto spettinato.
Si mise le mani nei folti capelli castani e cercò di metterseli a posto, ma con scarso successo. Sbuffò. Prese il mantello e se lo mise addosso.
-Questo marrone fa proprio schifo.- borbottò
-Pure con questo sta male!-
Si mise gli stivali, tirò su il cappuccio e poi urlò:

-Ma', vado alla bottega!-
-Ok, ma non fate tardi tu e tuo padre e ricordati di ringraziare la vicina. Quanto è cara quella donna!- rispose la madre affacciandosi dalla cucina.

David uscì di casa. Pioveva, come sempre. Schivando le pozzanghere che ricoprivano il piccolo giardino si diresse verso la casa della signora Bundlay. L'anziana donna si trovava nella stalla, impegnata a mungere delle mucche.

-Salve signora, sono David Morway, il figlio dei vicini, volevo ringraziarla per il latte di stamattina.-
-Che caro ragazzo che sei!- rispose lei strizzando i piccoli occhi, mettendo in risalto le lunghe rughe che le solcavano il viso. -Non ringraziare, lo faccio con il cuore.- la signora Bundlay tornò a fissare il suo lavoro, concentrata come quando David era passata a ringraziarla. Ci fu un silenzio imbarazzate in cui David non sapeva se fosse maleducazione congedarsi o se lei dovesse ancora dirgli qualcosa. la signora aprì la bocca come per dire qualche cosa, ma senza riuscirci. Rimase in una muta smorfia nella quale era visibile un istante di amnesia. Alla fine aggiunse:
-Chiamami pure nonna.- e sorrise, impedendo a David qualunque forma di contrattazione o di esprimere il suo disappunto su un simile nomignolo. David si sentì avvampare per il disappunto e l'imbarazzo. Avrebbe dovuto davvero chiamarla in quel modo, o lei lo avrebbe corretto per sempre, anche per strada, davanti ai suoi amici se ce ne fosse stata la possibilità.
-Emm... Ok nonna- rispose con un filo di voce, -Grazie ancora di tutto e buona giornata.-

MEHED "La collana dell'Angelus"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora