5) Vaghe informazioni

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La mappa non era molto chiara, era stata scritta a mano e non erano segnati i punti cardinali con precisione. L'unico riferimento che indicava la direzione era un grosso monte che svettava sopra i boschi facendosi vedere.
Elis era di buon umore quel giorno e continuava a chiacchierare. David l'ascoltava interessato. Michael era sempre davanti a loro due di almeno cinque passi.
Stavano camminando su una mulattiera costeggiata da alcune querce giovani. Nessuno faceva quella strada quel giorno. Non si era vista anima viva a parte qualche uccellino e qualche scoiattolo.
Ad un tratto comparve sulla stradina un signore che portava una grossa cesta sulla schiena. Era vestito di bianco, sporco di terra e portava dei vecchi sandali ai piedi. In testa un cappello di paglia gli copriva il volto e le mani erano inguantate con guanti da lavoro. David lo sentì parlare piano, forse pregava, ma non capì le parole. Quando si avvicinò Michael lo fermò per chiedergli indicazioni. Il signore si fermò. Era curvo sotto il peso della cesta che, David notò, era piena di uva.
Quando il contadino alzò la testa Elis fece un piccolo gridolino di stupore: il signore aveva la pelle squamosa e una piccola lingua biforcuta usciva rapida ad intervalli regolari dalla bocca. Aveva il muso affusolato e gli occhi da serpente erano gialli come l'oro e luccicavano al sole.
Michael non sembrò badare al brutto aspetto del contadino e chiese:
"Sapete dirci se stiamo andando nella direzione giusta? Siamo diretti al Monte Neve".
L'essere rimase un attimo in silenzo. Poi diede una sbirciatina alla mappa e guardò la montagna.
"Non sssso dirvelo sssssignore". La voce era sibilante e rauca e la sottile lingua da rettile scattava fuori e dentro dalla bocca.
"Potete, sssssse avete tempo, continuare per quesssssssta ssssstrada e arrivare alle vigne del sssssssignor Guasssssso". Michael non sembrava molto dell'idea, quindi chiese:
Non ci sono altri posti dove possiamo andare a chiedere informazioni?". Il lucertolone pensò un attimo e rispose:
"Il prossssssimo paesssssse è a due giorni di ssssssssstrada da qua, mentre le vigne dissssssstano ssssssolo qualche miglia".
Michael sbuffò ma ringraziò il contadino e poi riprese a camminare. David lo guardò passare e notò che dai pantaloni usciva una lunga coda squamosa. Elis raggiunse il fratello e fece cenno a David di fare lo stesso.
"Dove siamo diretti?" Domandò lei un po' preoccupata.
"Alle vigne del signor Guaso, un lurido gnomo schiavista e senza scrupoli. Ha schiavizzato gli argoniani della zona per farli lavorare nelle sue vigne. Ho sentito dire che marchia a fuoco i suoi servi con la magia per non permettergli di scappare".
Elis fece una smorfia di disgusto.
David perplesso chiese: "cos'è un argoniano?"
Elis lo guardò: "È l'incrocio tra un uomo e una lucertola".
David spalancò gli occhi dallo stupore. Allora Elis continuò:
"Esistono diversi incroci fra umani e animali, come per esempio l'argoniano, ma anche il centauro che è mezzo umano e mezzo cavallo, il minotauro mezzo toro, il fauno mezzo capra, il mezz'orco... beh, si capisce". E sorrise strizzando gli occhi verdi e mostrando i denti bianchi. David rispose al sorriso con una risata.
"C'è ben poco da ridere sui mezz'orchi", fece Michael grugnendo. "Sono forti come gli orchi ma furbi come gli umani. Un'accoppiata del tutto invidiabile. Ho sentito dire che Guaso ne ha un piccolo esercito alla guardia delle vigne. Spero solo non ci diano il ben servito".
David strinse la bocca dalla preoccupazione ed Elis le mise una mano sulla spalla scambiandogli uno sguardo di condivisione.
Michael nel frattempo si era fatto scuro in volto. Andare alle vigne del Signor Guaso non era di certo la cosa che preferisse fare, ma non potevano rischiare di perdere giornate preziose di strada andando nella direzione sbagliata. Secondo il contadino ci sarebbero state poche miglia e se andavano dalla parte sbagliata sarebbe stato un bel vantaggio. Seguendo il sentiero si adentrarono in un boschetto.

Era mezzo giorno circa. Il sole non si vedeva, ma la luce era più intensa in un punto delle nuvole facendo presumere la posizione in cielo. Nel punto dov'erano la strada si interrompeva sfociando in un enorme prato di erba alta. La vegetazione boscosa riprendeva dall'altra parte della distesa d'erba.
David alla vista degli steli alti e caldi non poté resistere e cominciò a correre nel prato. Michael grugnì nel vedere il ragazzo correre come uno scemo. Ad un certo punto però David inciampò rovinosamente su un sasso e cadde per terra ficcando la faccia in qualche cosa di molliccio che gli imbrattò il viso. Si mise seduto e si cominciò a togliere la lordura dagli occhi. Era una sostanza scura e calda, molla al tatto. David l'annusò, era cacca di qualche animale. Subito scattò in piedi e cominciò a correre disperato in tondo cercando di levarsi le feci dal volto. Michael ed Elis scoppiarono a ridere. David sentì lo scorrere di un fiume e corse nel bosco. I due fratelli, accortisi della sparizione del compagno corsero attraverso l'erba per raggiungerlo.

MEHED "La collana dell'Angelus"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora