7) L'allenamento

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Elis era tornata in camera. Si spogliò per andarsi a lavare e posò tutti gli indumenti e il suo arco, delicatamente sul letto. Poi riempì la vasca da bagno con acqua calda. Su un piccolo davanzale erano sistemati ordinatamente dei sali da bagno. Elis lesse le etichette:
"Muschio bianco, ginepro, lavanda, gelsomino".
Allungò la mano per prenderne uno. Fece scorrere il dito su i coperchi delle scatolette di ottone che contenevano i sali. Erano fredde al tatto. Scelse muschio bianco. Prese l'astuccio e lo aprì. Era una fine polvere bianca. Ne versò un po' nell'acqua che subito frizzò e si coprì di una leggera schiuma. Il profumo si diradò nella stanza. Elis tolse i calzini. Un leggero soffio d'aria le passò tra le dita. Entrò nella vasca. Si immerse nell'acqua calda fino al collo. Il suo corpo si rilassò. Fece un lungo respiro di benessere.
L'acqua le scivolò delicatamente sul seno e sulla pancia. Immerse la testa e l'acqua le entrò nel naso. Era fastidiosa. I rumori erano ovattati. Elis poteva sentire il suo cuore battere, i sali da bagno frizzare nell'acqua calda. Ripensò a quando era cominciato il loro viaggio. Avevano già corso dei pericoli: il guardiano nero, ma erano riusciti a scamparla. Michael le aveva confessato che David non gli piaceva molto, ma a lei ispirava fiducia. Era un ragazzo dolce ed innocente, non c'era nulla di cattivo in lui. Solo un po' di esagerato disgusto per cose inutili come l'accostamento di colore tra il maglione marrone e i pantaloni blu. Chissà che effetto gli avrebbe fatto il sangue se mai avessero dovuto versarlo. David non le sembrava proprio il tipo che uccide. Ne sarebbe rimasto mortificato. Beh, aveva ucciso lui il guardiano nero, ma non lo si poteva proprio definire essere vivente. Era meglio prepararlo all'evenienza. In quel momento Elis si accorse che era ancora sotto l'acqua e i suoi polmoni stavano bruciando per la mancanza di ossigeno. Tirò su la testa, fuori dall'acqua, ansimando. I suoi polmoni si dilatarono esausti. Tenne gli occhi chiusi e aspettò che il battito del cuore e il respiro tornarono normali. La luce del sole entrava dalla finestra e le illuminava il viso. Si mise seduta. Prese una saponetta che era posata sul bordo vasca e cominciò a insaponarsi il corpo. L'aqua calda la faceva riposare le ossa, massaggiarsi il corpo con la schiuma la rilassava.
Si passò la saponetta sul seno e questa fece una bolla di sapone. Lei la fece scoppiare con un leggero soffio e sorrise. Si coricò immergendosi dinuovo nell'acqua fino al mento. Chiuse gli occhi e sentì un tepore pervaderla sin dentro la pelle. Si addormentò.

"Osserva tutti i movimenti della mia spada" continuava a dire Michael, "non perderla mai di vista!". Era da un po' di tempo che l'energumeno girava in tondo e spiegava come tenere in alto l'arma per evitare che cada o per essere pronto a ricevere un attacco.
David era concentratissimo e teneva la spada davanti a se con due mani. Michael intanto continuava a girargli intorno senza fermarsi. La luce del sole passava tra le fronde degli alberi sotto i quali si allenavano. Nessuno assisteva agli esercizi e alcuni raggi solari illuminavano le cicatrici di Michael che si era tolto il mantello di pelliccia nera rimanendo a torno nudo.
"Quando uno ti attacca devi sempre ricordare una cosa: paro, spingo e colpisco" disse Michael.
David aveva l'aria confusa.
"Ti faccio vedere, attaccami".
David esitò, poi fece un grido e si lanciò in avanti. Michael con un movimento della spada bloccò il colpo, poi spinse via la lama da lui, fece una piroetta su se stesso e colpì. La spada si fermò a pochi millimetri dalla testa di David che rimase impietrito.
"Capito come funziona?" Michael era divertito. David era immobile. Il cuore gli batteva all'impazzata per il mancato pericolo. La lama brillava sotto il sole e lo accecava. Una goccia di sudore gli passò sulla guancia. David si morse il labbro per cercare di calmarsi. Sentì il sapore del sangue entrargli in bocca. Se in un combattimento lo avesse fatto qualcun'altro e non Michael? Non si sarebbe fermato per salvargli la vita. Poteva davvero essere ucciso ancora prima di cominciare a combattere. Si arrabbiò con sé stesso. E poi lo sentì. Sentì un fuoco pervaderlo tra le ossa. Lo consumava e lo faceva ardere. I muscoli si scaldarono e tutto sembrò cominciare a vorticare. Gli mancò per un attimo il fiato e le forze gli scomparvero per poi tornare istantaneamente, ma ormai la gamba aveva ceduto. Cadde in ginocchio sull'erba. Sentì battere il suo cuore nel petto. Il fuoco era scomparso e il respiro era affannato.
"Ora prova tu" propose Michael. David scosse la testa. "Non so se ci riesco". Allungò una mano per farsi rialzare dell'energumeno che sorrise. Si allontanò da David di qualche passo.
"Tu provaci!". Neanche il tempo di finire la frase che Michael era già all'attacco. David si spaventò e provò a pararsi, ma l'energumemo era più veloce e fermò la punta della spada a pochi centimetri dal ventre di David che si lanciò indietro. Michael rise. "Devi essere più veloce. David". Sembrava davvero divertito. David sentì di nuovo il fuoco entrargli nel petto. Non seppe dire da dove partiva. Michael si avvicinò e gli porse una mano,
"Riproviamo".

MEHED "La collana dell'Angelus"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora