3) Si parte

320 42 68
                                    

Ormai era da ore che Bullh e suo padre discutevano animatamente in salotto mentre lui era stato obbligato a starsene da solo in camera, ad annoiarsi a morte. Sentiva loro due sbraitare in salotto, sua madre che piangeva. Suo padre continuava a sostenere che Bullh fosse pazzo, mentre il mendicante sosteneva che suo padre fosse troppo codardo per ammettere la verità.
Dopo un'ora di discussione le voci in salotto si zittirono. David si mise a fissare la porta della stanza nella speranza di veder entrare qualcuno, ma nulla. Passarono diversi istanti prima di sentire suo padre che lo chiamava. Uscì dalla camera e andò in salotto. Bullh se n'era andato e la madre di David era ancora in lacrime e continuava a chiedersi sotto voce: "perché alla nostra famiglia, perché?"
Suo padre con il volto scuro invitò il ragazzo a sedersi. David era pieno di domande, a fiumi gli innondavano la testa, ma il suo vecchio non lo fece parlare e cominciò:
"David, come hai sentito da Bullh, tu saresti il tanto atteso Angelus. Da anni gli abitanti della città aspettavano il tuo arrivo, ma io e tua madre avevamo pregato tanto che non fossi tu". Le parole gli uscivano deboli ed insicure, una vicina all'altra, senza pause per riprendere il fiato.
David fece per fare una domanda ma il padre alzò una mano al livello degli occhi, obbligandolo a zittirsi.
"Ti prego, non mi interrompere". Suo padre cominciava ad agitarsi e la voce gli diventava rauca:
"Devi sapere che una ventina di anni fa, sulla capitale, splendeva un magnifico sole. A quel tempo regnava Mody, il padre di Vorath, un imperatore buono e gentile che aveva fatto grandi cose per l'impero. Ma il giorno del diciottesimo compleanno del figlio, Mody morì misteriosamente e, al suo posto, salì al potere Vorath. Da subito si dimostrò un tiranno, aumentò le imposte, chiuse i confini della capitale e impedì i commerci con gli altri popoli che abitavano all'infuori dell'impero. La gente cominciò da subito ad odiarlo, noi compresi, e in città si formarono piccoli movimenti insurrezionali, sempre più agguerriti, tanto che un giorno, sulla strada che portava alla reggia, un gruppo di contadini attentò alla vita dell'imperatore. Purtoppo non riuscì nell'impresa".
David era sempre più incuriosito, ma a suo padre cominciava a mancare il fiato. Sua madre continuava a singhiozzare. Lui fece un respiro profondo e riprese il racconto:
"Come dicevo, non ci riuscirono e Vorath se la prese con il suo popolo. Fece crocifiggere e bruciare vivi i contadini che avevano attentato alla sua vita e, quella stessa notte, fece un rituale pubblico nella piazza, al chiarore della seconda luna piena d'Agosto, nel quale evocò il demonio per farsi donare la vita eterna. L'imperatore donò la sua anima a Argaross, il signore del mondo dei morti e fratello minore di Cosmo, e lui lo trasformò in un vampiro, immortale al tempo. Inoltre il demonio gli donò un'esercito di creature mostruose, tra cui i famosi guardiani neri. Vorath voleva che questa fosse una prova di forza, ma non fece altro che aumentare l'odio che noi provavamo nei suoi confronti. Da quel giorno solo la luce del sole poteva attentare alla vita dell'imperatore e allora con i suoi nuovi poteri coprì la capitale da grossi nuvoloni carichi di pioggia per coprire la nostra ultima speranza di libertà. E da quel momento non c'è un giorno che non piova e ormai stiamo dimenticando com'era il sole". Una lacrima scese sul volto del padre di David che aveva smesso di raccontare. La madre aveva smesso di singhiozzare ma stava ancora a capo chino. David allora colse quel momento di silenzio per fare la sua domanda che dall'inizio della storia era quella che più le aveva ingombrato la mente: "E l'Angelus che centra con questo? Cosa sono io?"
Il padre lo fissò e si sforzò di sorridere, scoprendo gli incisivi.
"Hai ragione figliolo" rispose "secondo un'antica leggenda, a cui noi non davamo peso, Cosmo avrebbe scelto un diletto nei fedeli, per sconfiggere suo fratello Argaross quando questi fosse diventato un pericolo per i mortali, lui sará maestro di fiamma e fermo di mente, nato nella seconda luna del mese di marzo nel giorno di marte. Tu sei nato il 16 marzo ed'era un martedì. La seconda luna era cominciata proprio quel giorno."
Suo padre strinse la bocca e sua madre riprese a piangere. Poi il racconto continuò:"La magia è una eredità consanguinea e in città nessuno ha qualche tipo di potere. Tu lo hai ereditato da Cosmo. Sei tu il prescelto e sei tu che con la Collana dell'Angelus dovrai sconfiggere il demonio!"
David era allibito. Lui era nessuno, non poteva toccare proprio a lui. Inoltre lui non possedeva nessuna collana, quindi ci doveva essere uno sbaglio per forza.
Il ragazzo mise una mano sulla spalla del padre che stentava a non piangere. Poi David si fermò un secondo, quasi stupito perché questa domanda non gli fosse venuta in mente subito:
"Cos'è la collana dell'Angelus?" Suo padre sorrise per l'ingenuità del figlio. Gli sembrava strano che a scuola non glie ne avessero mai parlato.
"La collana dell'Angelus è un amuleto magico forgiato da Mheriot, il fabbro di Cosmo. Questa magica collana fu donata agli uomini per sconfiggere il male, nell'attesa dell'arrivo dell'Angelus. Al collo di una persona buona di spirito protegge dalle maledizioni, al collo di chi ha il cuore corrotto maledice chi la indossa".
"Papá" chiese il ragazzo senza lasciarlo finire, "io non ho questa collana. Come potrei mai sconfiggere il demonio?"
Suo padre parlò senza guardarlo, chino sulla sedia: "Vorath sapeva che sarebbe arrivato prima o poi l'Angelus, quindi ha fatto dividere la collana che suo padre aveva gelosamente custodito alla reggia, in tre pezzi e ogniuno di questi è poi stato spedito nei tre angoli più pericolosi dell'impero, in posti nel quale nessuno andrebbe mai a cercare."

MEHED "La collana dell'Angelus"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora