Dopo una stressante giornata universitaria decido di concedermi una tranquilla passeggiata nel centro di Roma.
Come al solito le strade sono trafficate e gremite di gente cosí decido di prendere un caffè espresso per tirarmi un pò sù e riposarmi.
Entro nel bar e mi affretto a sedermi in uno dei sgabelli disponibili accanto al bancone.
"Un caffè espresso per favore" dico al barista.
Lui annuisce e si adopera a prepararlo.
Oggi è stata proprio una giornata pesante, il cielo è parzialmente ricoperto di nuvole e il sole esce ad intermittenza mentre le persone si accalcano nei marciapiedi.
Non so perchè oggi c'è più confusione del solito , magari ci sarà qualche evento importante qui all'auditorium.
Forse qualche gruppo o cose così.
"Ecco a lei" esordisce il barista poggiando la tazzina sul bancone.
"Grazie mille" rispondo.
Prendo la tazza e proprio quando sto per prendere il primo sorso di caffè sento un urlo provenire al di fuori del bar.
Poso la tazza e mi giro a guardare verso le vetrate del locale.
Man mano le persone si accalcano su un punto nel marciapiede che da sul retro dell'auditorium.
Ma che diamine sta succedendo?
Mi alzo in fretta uscendo dal bar e sento persone urlare in preda al panico mentre accerchiano qualcuno che è stirato a terra con altri due giovani che cercano un modo per rianimarlo.
"Che succede?" chiedo al primo tizio che mi ritrovo accanto.
"Ha ceduto una parte del cornicione e lo ha colpito. Forse ha perso i sensi!" dice in fretta il tizio preoccupato.
"Gianlucaaa" strilla uno degli amici nel panico per farlo svegliare mentre gli tiene la testa.
"Chiamiamo un'ambulanza!" dice l'altro con gli occhiali rossi parecchio agitato "C'è bisogno di un medico."
"Ci sono io" dico d'un tratto.
La gente si gira a guardarmi.
Sinceramente non so nemmeno perché mi sono fatta avanti, non sono un medico.
Sono a malapena un studentessa di medicina del terzo anno, ma non me la sono sentita di far finta di niente.
"Forza, vieni qua" mi incita il ragazzo col pizzetto che mi prende per il braccio e mi trascina fino a dove c'è un ragazzo steso a terra, privo di sensi e con la testa sanguinante.
"Intanto ci vuole largo" dico inginocchiandomi verso il ragazzo "Fate sgomberare tutta questa gente"
I ragazzi cominciano a mandare via la gente che si è accalcano su di loro e io controllo il polso del ragazzo!
Il polso c'è ma è ancora privo di sensi.
Mi affrettò a prendere nella mia tracolla una boccetta con un olio essenziale molto forte che uso quando mia sorella perde i sensi, la apro e la avvicinò al naso del ragazzo che circa dopo 10 secondi muove la testa ed emette versi doloranti.
"Che succe..." comincia balbettando.
"Non ti sforzare" lo interrompo.
"Mi fa male la testa" continua ignorando il mio comando di stare in silenzio e cercando mettersi seduto.
"Ci credo, hai un taglio di parecchi centimetri, hai bisogno di punti. Ma adesso sta fermo!" dico facendolo stendere di nuovo.
I ragazzi dopo aver mandato via si avvicinano di nuovo.
"T'arrupigghiasti?" dice ansioso il ragazzo più alto "Un infarto ci stava venendo" (Ti sei svegliato?)
Il ragazzo sorride lievemente ma poi torna a lamentarsi per i dolori.
"Che facciamo ora con Gianluca?" mi chiede il ragazzo con gli occhiali.
Si chiama Gianluca quindi...
"C'è un infermeria qua all'auditorium va bene?" si intromettersi l'altro aspettando una risposta da me.
Se lo portiamo in infermeria ci dovrò pensare io.
Ne sono veramente all'altezza o faccio un disastro?
"Sì va bene" dico.
In che situazione mi sto infilando?
-----
Ciao ragazzi!
Questa è una storia, nata all'inizio da un progetto comune, ma che adesso sto portando avanti solo io.
Spero che la lettura per voi sia piacevole, ditemi che ve ne pare e commentate, che sono curiosaa..-Jey
![](https://img.wattpad.com/cover/51908849-288-k594805.jpg)
STAI LEGGENDO
Noi Siamo Amore
FanfictionEd ecco che accade l'impensabile. Due vite completamente diverse, due mondi distanti, ma simili e complici si scontrano. Si scontrano fino a capire di non poter fare a meno l'uno dell'altro.