Prologo

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Sei in un giardino.
Di fronte a te ci sono un uomo dai capelli castano chiaro e una donna dai capelli rosa acceso. Sorridono e si tengono per mano.
-Ciao, figliolo!- disse l'uomo.
-Come va?- chiese invece la donna.
Non riesci a parlare, loro sono davanti a te e ti salutano.
Vorresti dir loro un'infinità di cose, ma non riesci a parlare.
Le due sagome si fanno sempre più sfocate, come se stessero scomparendo lentamente.
-Ti vogliamo bene- è l'ultima cosa che senti, prima che tutto si spenga.

Ted Lupin si svegliò di soprassalto.
Diede un'occhiata all'orologio sul comodino. Le tre di mattina.

Sbuffando, si rimise disteso. Inutile ormai cercare di riprendere sonno. È sempre stato così: una volta sveglio non riusciva più a riaddormentarsi.

Che bel modo di iniziare il compleanno, eh! Probabilmente sarebbe stato così stanco da non riuscire a godersi appieno la giornata.
E dire che undici anni non si compiono tutti i giorni!

Per le persone normali, magari era un'età come un'altra, ma Ted non è una persona normale.

Oggi è soprattutto il giorno in cui avrebbe ricevuto la sua lettera per Hogwarts, che aspettava da secoli.

Non che non si trovasse bene a casa Potter! Aveva una famiglia, dei 'genitori' e dei 'fratelli' a cui voleva molto bene. Ma Hogwarts era il luogo in cui sarebbe diventato un mago a tutti gli effetti, Hogwarts era la magia stessa, si può dire. La si sente uscire da ogni angolo, da ogni dettaglio, dovunque. C'era già stato, qualche anno prima, per accompagnare Harry a fare una visita. E l'atmosfera di quel posto lo aveva catturato.

Inoltre, cosa non secondaria, è lì che erano morti i suoi genitori.

Ma non era proprio il momento per pensare a cose tristi. Sarebbe andato ad Hogwarts, insomma!

Ted non vedeva l'ora.
Non riusciva a restare nel letto ad aspettare fino ad un orario decente.

Così, considerando che Harry e Ginny dormivano fino a tardi e che la camera dei bambini era abbastanza distante, decise di alzarsi.
Cosa rimaneva a fare a letto?

Si alzò stiracchiandosi.
Aveva fame.
Per fortuna aveva una scorta di cioccorane in camera! Si avviò verso il cassetto della scrivania dove li teneva, quando notò una cosa.

Ai piedi del letto, giaceva una scatola di cartone.

Scatola che, inutile dirlo, la sera prima non c'era.

Strano.

Si avvicinò e lesse le poche righe scritte a mano.

"Per Ted Remus Lupin".

Molto strano.

Poteva essere qualsiasi cosa, anche uno scherzo o una trappola, ma Ted sentiva che non era niente di tutto ciò.
Qualcosa, non sapeva cosa, gli diceva che poteva fidarsi.

Quindi, seppure potesse essere poco prudente, decise di aprirla.

La prima cosa che vide fu una busta dall'aspetto antico. Anche questa indirizzata a lui.

Dentro vi era una lettera.

Caro Teddy, diceva,
Ti starai chiedendo chi è a scrivere, giusto? Non indovineresti mai!

"Remus John Lupin" ti dice qualcosa?

Si, Ted, sono papà, proprio io.

Solo che ti scrivo da, diciamo, undici anni fa.

Sarai confuso, lascia che mi spieghi meglio. A quanto pare, a breve ci sarà la Grande Battaglia, e io ho paura. Non per me, si intende, ma per te e Dora. Voi siete la mia vita, e io morirei per salvarvi.

Ecco perché non so se vivrò abbastanza a lungo da conoscerti, educarti, raccontarti le mie esperienze, farti ridere, consolarti quando sarai triste. E questa è la cosa di cui mi dispiace maggiormente.

Ecco perché ho deciso di scriverti una lettera, nel caso io muoia, perché vorrei che tu avessi un mio ricordo.

Quindi, se stai leggendo queste righe, probabilmente sono morto, e tu hai appena compiuto undici anni.
Auguri, a proposito.

Ci sono tante cose che vorrei raccontarti, ma probabilmente non ne avrò mai l'occasione.

Vedi, sono sempre stato abbastanza intelligente, con tutta la modestia possibile. Ho pensato e ripensato ad un modo perché tu sapessi, e i miei amati libri mi sono stati molto d'aiuto.

In questa scatola, come puoi notare, ci sono tante agende. Qui sono custoditi i miei ricordi migliori, quelli che volevo tu conoscessi. È stata una magia abbastanza complessa trasformare le mie memorie in testi, ma a quanto pare ce l'ho fatta.

Ne sono lieto, perché così potrò essere con te anche se non ci sono più.

Mi raccomando, figlio mio, leggili attentamente, e vedi di imparare dalle mie esperienze. È l'unico modo in cui io posso mettermi in "contatto", diciamo, con te.

Ricorda: io sono sempre con te, anche quando morirò resterò al tuo fianco in ogni attimo. Ricordalo, quando ti senti solo, non lo sarai mai sul serio.

Come diceva una persona davvero importante per me, le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente, e puoi sempre trovarle nel tuo cuore.

Io e mamma ti vogliamo bene, e te ne vorremo per sempre, qualunque cosa accada. Perché noi siamo una famiglia, e nemmeno la morte può separarci.

Un giorno, spero il più tardi possibile, ci rivedremo, non temere.

Con tutto l'affetto del mondo,


Tuo padre, Remus.

Ted rilesse quelle righe tre, quattro volte, prima di rendersi veramente conto di quello che era successo.

Suo padre gli aveva scritto una lettera.

Suo padre, morto undici anni prima.

Suo padre, che ha sempre desiderato incontrare anche solo per poco.

Suo padre.

Quante volte aveva fantasticato sulla vita che avrebbe potuto avere, se i suoi genitori non fossero morti!

E ora, poteva avere tutti i ricordi del padre a disposizione! Sarebbe quasi come averlo ancora lì!

"Se questo è un sogno, non svegliatemi", fu il suo primo pensiero.

Ted prese il primo volume.

Sorrise.

"Che la magia abbia inizio!" disse tra sé e sé.

Memories that keep us alive ~ MaraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora