Il gufo diede qualche colpetto alla finestra con il becco, e Ted si riscosse.
Andò ad aprire la finestra, e prese la lettera che il gufo aveva legata alla zampa.
Per Ted Remus Lupin, stanzetta, secondo piano, Godric's Hollow
Si, era proprio la sua lettera. LA lettera.
Le diede una rapida occhiata. La McGrannitt confermava la sua iscrizione ad Hogwarts, e includeva il biglietto per l'Espresso e la lista dei libri scolastici. L'avrebbe subito detto a Harry, ma Ginny gli aveva proibito l'accesso al resto della casa fino a nuovo ordine, quindi la rilesse in silenzio più e più volte.
La sua lettera.
Ora era ufficialmente un mago.
Era contentissimo, ovvio, ma non riusciva a fare a meno di chiedersi cosa gli avrebbero detto i suoi genitori se fossero ancora vivi.
I suoi genitori.
Persi per sempre, troppo presto.
A volte provava ad immaginare come sarebbe stato vivere con loro.
Ma non lo saprà mai.
Non può, perché gli altri hanno deciso per lui.
Non può, per colpa di qualcuno a cui non importava niente se venivano distrutte famiglie, se altri bambini diventavano orfani.
Qualcuno, meglio noto come Voldemort.
Sapeva tutto sulla guerra, Harry non mancava mai di parlargliene.
E la odiava.
Odiava la guerra, perché gli aveva portato via i genitori. Perché gli aveva portato via la vita che voleva, che meritava.
Cosa non avrebbe dato, per rivedere almeno una volta sua madre e suo padre.
Suo padre.
Una parte di lui era rimasta.
Ed era nel libro che stringeva in mano.
Perciò, per sentirlo vicino a lui, Ted ricominciò a leggere.
Impossibile parlare di Lily Evans senza nominare Severus Piton.
Serpeverde, magro, con la carnagione olivastra e lunghi e unti capelli neri, Piton era il migliore amico di Lily, nonché il bersaglio preferito di James e Sirius. Non tanto per qualche motivo specifico, ma più che altro, bisogna ammetterlo, perché il suo aspetto si prestava particolarmente ad essere preso in giro.
A nostra discolpa, bisogna dire che non ha mai provato ad essere gentile con noi. Stava sempre appiccicato a Lily, era così palesemente cotto della rossa che l'unica a non essersene accorta era proprio lei.
Oppure ci aveva fatto caso, ma aveva preferito lasciar perdere per non rovinare la loro amicizia.
In ogni caso, Piton veniva regolarmente appeso, schiantato, affatturato e quant'altro. A volte provavo a dir loro che stavano esagerando, ma non avevo molto successo. E, in fondo, temevo che loro mi abbandonassero se fossi intervenuto con più forza.
Oh, quanto mi sbagliavo!
Comunque, il mio primo anno passò così, tra scherzi, prese in giro e tante, tante risate.
Passammo il Natale tutti insieme, ad Hogwarts, e fu il più bello della mia vita. Per Pasqua, invece, James ci invitò a casa sua.
La famiglia Potter aveva una casa molto grande, e quindi ci stavamo comodamente. La mattina la signora Potter preparava una colazione degna di Hogwarts. Preferiva farlo di persona piuttosto che chiedere ai loro elfi domestici, poiché sosteneva che la mettesse di buonumore.
Il padre di James, invece, era un amante degli scherzi come il figlio. Ci insegnò vari incantesimi divertenti da usare nelle nostre prossime malandrinate (di nascosto dalla signora Potter, ovvio). Si, coniò lui il termine "malandrini", e ci piacque così tanto che decidemmo di sceglierlo come nome del gruppo.
E così, quell'anno, erano nati i Malandrini, che presto sarebbero stati per anni sulla bocca di tutta Hogsmeade.
- Ted! Inizia a prepararti! -
La voce di Ginny lo riscosse. Posò il diario e si infilò nell'armadio (era così che sceglieva i vestiti, sostanzialmente prendeva le prime cose che gli capitavano tra le mani) e ne uscì con un paio di pantaloni neri e una camicia azzurra.
Massì, stanno bene insieme, pensò.
Li depose sul letto e si mise di fronte lo specchio. Di solito, sebbene fosse un metamorphomagus, lasciava invariato il suo aspetto, il volto sottile, di carnagione chiara, e gli occhi ambrati come quelli del padre, tranne per i capelli, che cambiava in continuazione.
Al momento, erano lisci, corti e azzurri, ma decise di provare qualcosa di nuovo. Iniziò a farli crescere fino alle spalle, come quelli delle foto di Sirius, visto che a lui stavano tanto bene.
Mmh, no, magari meglio corti e ricci.
No, un pò meno ricci.
Ecco, così vanno bene.
Per il colore, optò per un castano scuro. In un impulso, aggiunse una ciocca azzurra.
Ecco, ora andava bene.
Si vestì e uscì dalla stanza, proprio mentre il campanello della porta suonò.
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Memories that keep us alive ~ Marauders
FanfictionE il giorno del suo undicesimo compleanno, e Ted Lupin è felice. Oggi riceverà la sua lettera per Hogwarts. Non è però l'unica cosa che troverà tra la posta.... Infatti, accanto al letto trova un pacco misterioso, da parte di nientemeno che... suo...