CAPITOLO 12

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New Orleans, 29 Ottobre '91

River guidava in silenzio, ogni tanto lanciava un'occhiata a Jackie, per assicurarsi che stesse bene, ma sembrava piuttosto serena, come se il tirare la cioccolata a Josh le avesse permesso di sfogarsi. Dato che sembrava un momento abbastanza adatto, River chiese a Jackie:

-          Dove vuoi andare?

-          Alla fine di tutto

River sorrise, capendo quanto quel posto che era stato importante per lui ora fosse importante per Jackie. Pigiando l'acceleratore raggiunse la fine dei binari. A River venne in mente quando l'aveva vista sul bordo del precipizio, quando pensò di averla persa per sempre, così, per evitare che questi sentimenti prendessero il sopravvento, lui le afferrò la mano. La guardò negli occhi, quegli stessi occhi che avevano attirato la sua attenzione alla fine dell'estate, quando l'aveva vista leggere su quell'altalena, sembravano così lontani quegli attimi, ma erano passati solo due mesi. In quei due mesi non aveva mai vissuto così tanto.

Arrivati alla fine dei binari si sedettero, proprio sul bordo, in bilico. Come per sfidare la paura e il futuro.

-          Lo sai River, la tua canzone... non è come le altre canzoni universali che un ragazzo qualsiasi dedica a una ragazza qualsiasi....

-          Avevo paura che ti saresti offesa...

-          Ma la verità non può offendere. Comunque è una canzone bellissima, diversa... come...

-          Noi

Jackie sorrise sentendo quel "noi" pronunciato da River, le faceva uno strano effetto, ma d'altronde tutto in quel ragazzo le faceva uno strano effetto

-          Ho pensato spesso di andarmene da questo posto. Vivere senza pregiudizi, senza essere legato a qualcuno in particolare. Volevo solo essere me stesso, un'unica possibilità per dimostrare chi ero, solo me, solo River. Ma dopo questi ultimi due mesi, ho capito, che stando solo, non avrei trovato chi ero, ma solo chi volevo essere. Stasera, però, quando tu ti sei svegliata da quell'incubo ed hai detto "ma tu non arrivavi", ho capito che il mio posto è qui, non solo dove a qualcuno importa di me, ma anche dove a me importa di qualcuno, che River non può essere River senza Jackie, che solo assieme a te riesco a sentirmi vivo, a dire veramente chi sono, non il River che tutti si aspettano, ma quello che tu aspettavi. E ho capito che per quanto io lo neghi... sono innamorato di te.

  Jackie fino ad ora aveva ascoltato le parole di River non credendo a ciò che sentiva, rimaneva in silenzio. I suoi respiri erano irregolari e il suo sguardo perso nel baratro. River le sollevò il mento con l'indice, costringendo i suoi occhi a sollevarsi e ad incrociare il suo sguardo.  Non c'era più niente da dire, o da pensare. Le sue labbra si mossero da sole andando verso quelle di Jackie, cercandole e desiderandole come mai prima. Il contatto era dolce e morbido, proprio come lei, quella ragazza che leggeva sull'altalena in quella giornata d'estate, percepiva un vago sapore, del tutto nuovo, ma che gli piacque molto, e pensò a quanto dannatamente amava quella ragazza. Quando le loro labbra si sfiorarono, ad entrambi sembrava che quell'altissimo e libero luogo fosse all'improvviso senza aria. Entrambe le loro lingue diedero inizio ad una danza che solo loro conoscevano e che non avrebbero mai voluto fermare. Jackie mise una mano tra i capelli biondi di River attirandolo a sé. –Ti amo anch'io River Cooper. 

Era il 1991 a New Orleans, e l'amore che nessuno mai si sarebbe aspettato di vedere era sbocciato tra il quartiere con le nuvole di fumo, gli ubriachi agli angoli delle strade, la malavita, gli amuleti e le superstizioni.

1991, New OrleansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora