Capitolo 8.
- Piccoli passi –
Mi stringo nel piumone, cerco di non far sentire a nessuna parte del mio corpo il freddo dell'esterno, anche la testa è sotto al piumone, mio piccolo piumone che mi riscalda, quanto ti amo. Il rumore che emette la mia sveglia assomiglia ad un urlo che fa una mucca mentre viene uccisa, o almeno questo percepiscono le mie orecchie già belle sveglie e pronte per ascoltare una lezione di storia. Ma le mie orecchie sono sveglie già da un bel po', ho dormito si e no due orette, e giustamente in queste due orette dovevo avere un incubo. Non ho la minima idea di cosa elabori il mio inconscio mentre dormo, non so come faccia il mio cervello a non spegnersi mai. E' frustrante. Sento l'aria fredda sotto al mio naso che esce fuori dal piumone, guardo l'orario sulla sveglia e sono le cinque e mezza. Perché ho messo la sveglia alle cinque e mezza? Cosa cazzo devo fare a quest'ora? Dovrei farmi una doccia si, e vestirmi, preparare le cose per la scuola ecc, ma sinceramente chi se ne frega. Devo andare a scuola, non a Miss Croytow. Sento il parquet cigolare e la porta della mia stanza scricchiolare, per un momento penso di trovarmi in un film Horror, ma in realtà è soltanto mia sorella. Stringe tra le braccia una piccola giraffa a chiazze rosa e i capelli lunghi biondi sono legati in due trecce che le ricadono su entrambe le spalle.
- Astrid? – La sua vocina attira la mia attenzione e fa dei passetti verso al mio letto, io faccio uscire del tutto il mio viso da sotto le coperte e guardo a Lea che si stropiccia i piccoli occhietti.
- Scusa se la mia sveglia ti a svegliato... - Sussurro poggiando la guancia contro al cuscino, Lea si avvicina ancora di più al mio letto e mi guarda come se dovesse dirmi qualcosa ma non ci riuscisse.
- Cosa è successo? – Le chiedo sempre con tono basso e dolce, non voglio sembrare acida a prima mattina, odio chi risponde male quando hai la mente ancora mezza assonnata.
- Ho fatto un incubo – Le piccole dita stringono la manica del suo pigiamino blu con le costellazioni sopra ed io alzo il piumone facendole spazio di fianco a me, lei si stende velocemente e poggia la fronte contro al mio sterno, così che i suoi capelli mi solleticano il mento.
- Siamo in due allora – Le accarezzo la schiena e lei sospira, stringendo tra i pugni il mio pigiama, abbasso il viso e sprofondo con il naso nei suoi capelli.
- Proviamo a dormire, forse se si dorme in due gli incubi non ci raggiungono – Lei annuisce ed entrambe chiudiamo gli occhi, poco importa se la sveglia è già suonata, poco importa se farò tardi a scuola. Preferisco mille volte stare abbracciata a mia sorella che andare in quel covo di pazzi.
***
- Zack! Lascia studiare Astrid! – Le urla della madre di Zack mi fanno sorridere, mentre le dita di Zack mi accarezzano la pelle dei fianchi, sento il suo respiro contro al mio collo ma io rimango con le dita serrate su libro di letteratura.
- Ha ragione tua madre, dovresti farmi studiare – Ridacchio, lui mi schiocca un bacio sulla guancia per poi scendere di nuovo sul collo. Zack non è mai stato dalla parte dello studio, è sempre stato dalla parte del sopravvivere a scuola.
- Preferisco infastidirti – Sussurra, io abbandono la nuca contro la sua spalla e lui mi accarezza il collo con la punta del naso, mi fa il solletico, ma la pelle d'oca che mi appare sulle braccia lo fa sorridere, e sento il suo respiro infrangersi contro al mio lobo.
- Se tu questo lo chiami infastidire puoi farlo quando ti pare – Guardo il libro dandomi un aria da seria per poi sentire in canini di Zack affondare nella pelle e io sobbalzo chiudendo il libro.
- Se solo aspettassi mezzora, così finisco e poi puoi mangiarmi il collo, ma ti chiedo solo mezzora – Giro il viso verso di lui e incrocio il suo sguardo. I miei occhi color ambra si sciolgono nei suoi azzurri, quel suo mare che mi travolge sempre. Ma girarmi verso di lui è stata una mossa sbagliata infatti non riesco a controllarmi e subito mi sono lanciata sulle sue labbra catturandole con le mie. Ride e sento i suoi denti contro il mio labbro inferiore.
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Bad dream
Teen FictionLe palpebre si aprono e si chiudono velocemente, non mi sono svegliata di soprassalto, almeno non succede più, prima urlavo e tremavo, ora apro soltanto gli occhi e mi rendo contro che rivivo ogni giorno quel momento di dolore che non mi fa andare a...