Capitolo 9

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Capitolo 9.

- Terapia –

Seduta di nuovo su questa poltrona scomoda. Non pensavo che mi sarei di nuovo seduta in quest'aula, ma ci sono e di fronte a me ci sta il signor Blanc che indossa un maglione azzurro più aderente del solito, delle volte ho incontrato il signor Blanc per i corridoi, è tutto sorridente con gli studenti. Adesso davanti a me non è sorridente ha quella sua stramaledetta penna che non sta ferma un secondo, scrive in continuazione ma cosa c'è da scrivere? Dico delle cose ma nulla è concreto, non è niente di finito sono soltanto pensieri che mi escono dalla testa.

- Hai fatto ciò che ti ho chiesto la volta scorsa Astrid? – Dice il mio nome con lo stesso tono di voce di quello di mia madre, ma chi la vede più a mia madre. E' partita per due settimane per conto dell'azienda ed io e mia sorella siamo rimaste con mio padre che si trova in uno stato vegetativo.

- Ho poche cose di Zack, in realtà non ho quasi niente – Ed è vero, con Zack ho soltanto i momenti, i ricordi, le giornate passate assieme e i luoghi significativi per noi.

- Penso che tu abbia qualcosa di Zack, sei una ragazza intelligente dovrai pur avere qualcosa di Zack – Ho già pensato più e più volte a Zack sotto Venerdì, ci penso tutti i giorni dopo scuola, prima di scuola, posso dire che Venerdì è la mia seconda casa.

- Anche se volessi qualcosa di Zack non posso averla... La sua famiglia si è presa tutto – Il mio tono di voce è freddo, mentre il signor Blanc cerca una posizione comoda per starsene sulla poltrona di fronte alla mia.

- Non mi interessa come ti debba procurare qualcosa di Zack, l'importante e che la trovi e ci mediti sopra – E' testardo il signor Blanc, provo pena per lui, più che altro mi fa tenerezza, con quelle guance scavate che cerca di aiutare mezza scuola quando sembra che lui abbia seri problemi mentali.

- E' per il bene della tua terapia – La mia terapia? Da quando sono malata? Detto ciò scadono i nostri quindici minuti e me ne esco dall'aula, vado verso il mio armadietto e poso alcuni libri dell'ultima ora che ho fatto prima di essere andata dal signor Blanc. Quando chiudo l'anta vedo di fronte a me Trevor, lo guardo sentendomi pressata contro il muro ma è soltanto una mia sensazione, lui sta lontano da me, ma mi guarda, i suoi occhi sono fissi sui miei.

- Che c'è? – Sbotto alzando un sopracciglio, lui stringe la mascella e si alza le maniche della felpa, sembra che voglia picchiarmi, le nocche delle dita sono così bianche, ho paura che gli esplodano.

- Smettila di fissarmi – Dice lui, io faccio un passo in avanti ma vengo fermata da delle mani che mi fermano per le spalle, sono mani sottili e dita lunghe.

- Hei, hei, calma Rambo non è l'ideale far scoppiare una rissa per i corridoi soprattutto tra un ragazzo è una ragazza – Sbuffo, e giro il viso verso Olivia le sue guance rosse mi tranquillizzano, e lei mi accarezza le spalle per stemperare la mia voglia di staccare la testa a Trevor.

- Dai che Roger ci aspetta – Chissà cosa pensano gli altri studenti di Olivia, dato che mi frequenta la maggior parte delle persone che conosceva l'avranno allontanata. Non conosco niente di lei a parte la sua parlantina e sempre quel pizzico di sarcasmo che mette ovunque. Non so perché ma oggi non mangiamo in mensa, ci sediamo ad un tavolino fuori dalla scuola nell'area picnic, Olivia sembra così entusiasta del fatto che stiamo mangiando tutti e tre insieme fuori.

- Oggi quella stronza della professoressa di tecnica ha detto che se non mi impegno quest'anno c'è il rischio che mi rimandino, cioè vi rendete conto io rimandata?! – Me ne sto seduta con le gambe incrociate e mi riscaldo le mani con la scodella riempita fino all'orlo di brodo vegetale, Roger è seduto di fianco a me che guarda Olivia.

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