Capitolo 11.
- Registrazioni –
Guardo il computer, non sono sicura di voler aprire questo file, non ne sono sicura per niente, perché non sono più sicura come una volta? Prima le cose le facevo e basta, seguivo l'istinto mentre ora tremo. Tremo sempre, come un cazzo di cane con la coda fra le gambe. Nessuno mi vuole bastonare, o almeno spero, quindi mi do coraggio, non mi può far nulla questo file, può soltanto aprirmi gli occhi, alla realtà che sto oscurando. Salvo il file sul pc e sposto il cursore sopra la cartella con su scritto Zack, ci sono varie foto, ma foto vecchie di noi da piccoli, mi sistemo meglio sul letto poggiando la schiena contro alla tastiera del letto e stringo tra le braccia un cuscino, schiaccio il tasto play ed aspetto. Mi mangio l'unghia del pollice sinistro tanto dal nervosismo, ancora nulla, la voce di Zack non si sente, nemmeno la mia, soltanto silenzio.
- Dai Zack scendi, faremo tardi – La mia voce acuta squittisce, nella registrazione la mia voce è molto più acuta di quello che pensavo, capisco il silenzio prima nella registrazione, sicuramente Zack si trova su di un ramo di Venerdì.
- Due minuti – Questa volta è la voce di Zack, è roca e si sente che è più vicina al registratore, si sente che si sta beando del silenzio, si sta rilassando, per lui è un momento di pace.
- Non farmi salire eh – La mia voce è più lontana questa volta, ma risuona lo stesso chiara, poco dopo ritorna il silenzio, ed è come se mi trovassi su quel ramo insieme a Zack, a bearmi del silenzio insieme a lui. Mi giro verso la porta, che si apre di poco e appare mezzo viso di Lea, si poggia alla maniglia e mi guarda.
- Arrivo Astrid! – La voce di Zack risuona in tutta la stanza, entrambe sobbalziamo al cambiamento di tono della voce di Zack, stringo più forte il cuscino e Lea fa dei piccoli passetti verso il letto e poi si siede di fianco a me, fissa come me il computer portatile ma poi gira il viso rotondo nella mia direzione.
- E' Zack? – Annuisco in fretta, perché ho paura di perdermi la voce di Zack, passano altri due minuti e poi si risente di nuovo la mia voce, questa volta ha un tono più basso e vedo Lea ascoltare attentamente la nostra vecchia conversazione.
- La prossima volta che vai da Venerdì devi dirmelo, è mia, quindi devi pagare l'affitto se la vuoi usare – Sono parecchio attaccata a Venerdì, è la mia seconda casa, forse è più casa mia un albero che questa in cui vivo, Venerdì è sempre stata la mia quercia, anche prima che arrivasse Zack mi arrampicavo sugli alberi.
- Su vieni qui – Cerco di ricordarmi questo momento che abbiamo vissuto assieme, e penso alle sue braccia, alla sua voce che mi chiama verso di se, alla mia espressione sul viso mezza offesa ma che cambia velocemente appena vede il viso di Zack.
- Ci tengo a lei, devi trattarla bene – La mia voce è un sussurro, Zack forse non la ha nemmeno sentita tanto che il mio tono di voce è basso, ma il registratore si, e per un po' sento di nuovo il silenzio, sicuro ci stiamo baciando, era uno dei nostri passatempi preferiti.
- Non vedo l'ora che finisca quest'anno, ti voglio portare sulla spiaggia e farti conoscere la sabbia – La voce di Zack è roca ed impastata, ma è di una dolcezza infinita. Giro il viso verso Lea che ha chiuso gli occhi per ascoltare meglio la registrazione, forse dovrei chiuderli anche io, così da immaginarmi il momento, ma non ci riesco, tutte le notti lo sogno e sembra così vero. Rimanere con gli occhi aperti mi fa rendere sempre più conto che lui non sia qui di fianco a me.
- Non gli piaceva Croytow? – La voce di Lea è dolce ma piccola piccola, mi sento di star vivendo un momento di intimità con Zack, ma Lea è partecipe di un nostro momento, un ricordo intrappolato dentro una vecchia cassetta.
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Bad dream
Teen FictionLe palpebre si aprono e si chiudono velocemente, non mi sono svegliata di soprassalto, almeno non succede più, prima urlavo e tremavo, ora apro soltanto gli occhi e mi rendo contro che rivivo ogni giorno quel momento di dolore che non mi fa andare a...