Capitolo 4

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Capitolo 4.

- Punti di vista -

Mi asciugo il viso, le lacrime si sono fermate perché non riesco nemmeno più a sentire l'ossigeno entrarmi nei polmoni, sento i suoi occhi su di me, stanno aspettando, ma io ci metto tempo a riprendermi. Voglio urlare, voglio sentire le corde vocali spezzarsi ma non ci riesco, non riesco nemmeno ad alzare il viso verso Roger, mi sento così stupida e irrispettosa, anche lui ha perso Zack, non sono l'unica che soffre ma lui riesce a non far trasparire nulla, è tranquillo e mi irrita così tanto perché vorrei essere tranquilla anche io. Ma ora che lo guardo sento la calma riscaldarmi il petto che tengo stretta tra le mani, ma che lentamente si rilassano, le dita lasciano la stoffa e le lascio scivolare contro la parete. Ci troviamo dietro al campo da pallacanestro il muro di mattoni mi regge e Roger davanti a me respira lentamente ed io mi studio i suoi respiri per imitarlo.

- Ho esagerato vero? - Chiedo alzando il viso e questa volta lo guardo dritto negli occhi e lui distoglie lo sguardo ma non capisco bene cosa si sta studiando del mio viso, forse le orecchie che sono diventate bollenti.

- E' normale che ti senti così, chiunque avrebbe reagito allo stesso modo - Lo sussurra con una semplicità che non ho mai sentito tranne che da Zack anche lui aveva la particolarità di rendere tutto più leggero e semplice.

- Ma non te... eppure... -Noto che mi trema ancora un po' la voce ma a Roger sembra che non dia fastidio perché mi rivolge un tenero sorriso alzandogli gli zigomi e facendomi notare come la sua mascella fosse ben squadrata.

- Io sono un caso particolare - Mi viene da sorridere a ciò che mi dice ma riesco soltanto a mordermi l'interno guancia per poi annuire.

- Vorrei essere anche io un caso particolare - Ammetto stringendo le dita attorno ad un mattone che fuoriesce dal muro, lui nota quel mio movimento ma riporta subito gli occhi su di me.

- Tu sei un caso particolare, come io non do sfogo di ciò che provo tu invece fai il contrario, due opposti due casi particolari no? - Non lo capisco all'inizio, e scommetto che mi si è alzato il sopracciglio sinistro all'affermazione che ha appena fatto Roger.

- Hai visto come mi hanno guardata tutti, già pensano che sia stata io la causa del coma di Zack, ora penseranno anche che sono un isterica con problemi di controllo della rabbia - Mi sfogo poggiando la testa contro al muro e scivolando a terra, mi intrappolo le ginocchia al petto allacciando le braccia attorno agli stinchi e poggio la guancia contro il ginocchio destro.

- E ovviamente non si rendono conto di quanto siano ridicoli, di quanto sia stupido giudicare le persone dall'apparenza - Sbuffo, Roger da un calcio ad un sassolino con le mani che sprofondando dentro le tasche dei jeans scuri.

- Dipende dai punti di vista - La sua voce è roca e mi fa rabbrividire perché mi sembra così serio ora e mentre si abbassa per essere alla mia altezza osservo come i suoi occhi siano scuri e non abbiano alcuna sfumatura chiara.

- Perché dici questo? - Gli rispondo guardandolo seria anche io e lui sospira portandosi una mano sulla fronte e l'altra sopra al mio ginocchio, la sua mano è grande e ricopre tutta la mia rotula sinistra.

- Perché io ho visto soltanto una ragazza terribilmente stanca che chiedeva aiuto, ma che non riusciva ad urlarlo perché aveva troppa paura - Mi sento offesa perché una volta non ero così, una volta ero io quella che aiutava gli altri, quella di cui si fidavano tutti mentre ora sono quella che provoca incidenti alla gente.

- Non voglio che le persone mi vedano così, non voglio che tu mi veda così.. - Per un secondo penso di aver visto gli occhi di Roger illuminarsi ma forse è stato solo un abbaglio, ma lui sorride ed io sorrido altrettanto, perché mi sento un piccolo peso fuori dal petto, è stato preso e portato via.

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