Capitolo 4

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Che amarezza. Mi svegliai e mi accorsi subito che c'era qualcosa che non andava, sentivo il mio corpo debole e ghiacciato.. Febbre.. Provai a truccarmi più del solito a vestirmi più elegante ma nulla riusciva a nascondere il mio sguardo affaticato. Sforzai ogni sorriso, ma fu la scarsa concentrazione a rendermi la giornata pesante.. "Letizia, vai a casa credo ti serva riposo" Chiara, era una superiore che non regalava permessi immeritati, ma da mamma capii osservandomi che non sarei stata di molto aiuto quella giornata in bar "Grazie, domani ci sarò costi quel che costi" le risposi con uno sguardo pieno di gratitudine e poco dopo me ne andai.. Arrivata a casa, mi stesi a letto e mi addormentai subito.
Squillò il cellulare, e mi svegliò, fuori era già buio.. Notai che era un messaggio ma il numero non lo conoscevo "Letizia, sono passato in bar non ti ho trovata. Sono preoccupato. Un bacio Fede" mi paralizzai.. Rilessi il messaggio dieci volte prima di rispondere "Sto bene, solo una leggera influenza. Come fai ad avere il mio numero?" Sconvolta, felice, rinata, quel messaggio creò uno scompiglio di emozioni inaspettate.. Non arrivò la risposta..iniziai a dare di matto ,pensai..che la febbre mi avesse regalato allucinazioni e dovetti rileggerlo più volte per ricredermi.
Federico era consapevole dell'effetto che mi faceva, ma sapeva anche che la differenza d'età era troppa per spingersi oltre certi limiti.. Aveva quindici anni in più, e questo nonostante il mio carattere esuberante mi creava un blocco, una sorta di sensazione di inadeguatezza verso di lui. Pensavo spesso a quanto sarebbe stato suadente il suo tocco, a quanto lui ai miei occhi sembrava l'unico uomo a cui mi sarei potuta concedere. Mi addormentai assorta dai miei pensieri.

Eccentrica BaristaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora