Capitolo 5

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Mi svegliai con qualche linea di febbre, mi sentivo più in forza del giorno precedente quindi senza perdere tempo mi preparai. Arrivata al bar notai il ragno, sembrava più grande.. Persi qualche istante a riflettere, chiedendomi se potesse essere una femmina.. D'un tratto, sentì il rombo dell'audi nera arrivare. Era Marco, parcheggiò e scivolò fuori dall'auto con un movimento perfetto, notai con dispiacere nel suo viso, un'espressione cupa. "Buongiorno,tutto bene?" Glielo chiesi aspettandomi però una risposta non del tutto sincera "Certo! Sempre bene" ribatté senza battere ciglio,nonostante la sua risposta lo osservai per tutto il tempo che passammo assieme, e mi convinsi sempre di più che qualcosa lo turbava..Se ne andò e il bar fu invaso da una schiera di stranieri. Parlarono sempre nella loro lingua e non mi degnarono di uno sguardo neppure per ordinarmi i loro caffè, infastidita dalla loro presenza iniziai a pregare perché se ne andassero, e per grazia divina, si defilarono in pochi minuti..al loro posto arrivò Omar.. Lo adoravo, era educato alto muscoloso e affidabile. Fu il compagno di mia sorella, nonostante la loro rottura, le cose tra di noi non cambiarono.. Anzi il nostro legame aumentò. "Omar, ho un sacco di cose da raccontarti" gli urlai contro "Letizia..Calma sono appena arrivato! Ma possibile che tu, nonostante ci vediamo spesso hai sempre qualcosa da raccontare?" Si stiracchiò nel formulare la frase, e dopo un'occhiata apprensiva mi sorrise.. Posai davanti a lui caffè lungo e brioches alla crema, poi con determinazione ripetei "Omar devo parlarti non riesco a trattenermi" fissandolo con i miei occhi brillanti continuai.. " Fede mi ha scritto, è riuscito ad ottenere il mio numero da qualcuno" Arrossì e iniziai a sudare ripensando al messaggio del giorno prima..Omar si passò una mano sul viso e corrugò la fronte "Sei fidanzata" la sua risposta mi fece ammutolire. Sapeva benissimo che in bar dicevo di essere impegnata per riuscire a rifiutare inviti senza problemi, ma era anche consapevole che non lo ero per davvero.. Cercai di capire.."Omar, sai benissimo che non.." Non feci in tempo a finire il discorso..Irruppe, zittendomi Cristian spavaldo e caotico come sempre. "Letizia, fammi il solito e velocemente io non ho tempo da perdere" disse con la sua voce rauca.. Era il classico cliente abituè, che ogni barista deve sopportare, beveva solo prosecco ed era quasi sempre allucinato dall'alcool.. "Certo, Educazione" gli risposi con un tono serio e scandendo bene le parole. Omar mi salutò e se ne andò lasciandomi interdetta per il discorso lasciato in sospeso.
La voce di Cristian un suono irritante da ascoltare, urlava divertendosi a criticare il mio lavoro nonostante fosse lui a non avere un'impiego data la sua cattiva reputazione. Fortunatamente c'era chi riusciva a calmarlo.. Orso, soprannominato così per il suo aspetto, ho da subito avuto un'ottima opinione di lui pensavo che fosse una persona onesta e matura "Cristian, ho sentito che hanno bisogno di te nel bar in piazza" disse Orso gonfiandosi,quasi per avere un'aspetto più cattivo.. Cristian lo squadrò si girò a guardarmi e con un passo veloce che somigliava quasi ad una corsa uscì.
Ripreso fiato, sorrisi al mio eroe e gli mandai un bacio!

Eccentrica BaristaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora