Capitolo 8

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Era evidente, non poteva funzionare. Decisi di spegnere il cuore e di usare il cervello, non volevo più essere preda delle mie emozioni. Il giorno seguente Marco mi spiegò il comportamento di qualche giorno prima quando notai la tristezza nel suo volto. "Sono preso dal lavoro i pensieri mi stanno uccidendo" si lamentò "Marchetto suvvia, i problemi fanno parte della nostra vita, se non fosse così.. Sai che monotonia" risposi fingendo quasi di credere in ciò che professavo. Orso si aggiunse al discorso "Ragazzi credo entrambi abbiate bisogno di relax" lo disse con fare paterno, come se avesse percepito le nostre emozioni.. Come già detto, mi piaceva quest'uomo aveva un animo buono e sembrava sapere cosa dire in ogni occasione. Passarono le ore e Federico non si fece né sentire né vedere, che individuo codardo pensai. Persi il fiato, quando vidi Omar avvicinarsi al bancone.. Pensai..che bello vedere un viso dolce e sincero "Omar sono così allegra per la tua visita" mi osservò chiuse le labbra quasi stringendole in una linea sottile " Sono qui per avvertirti che quel uomo non ti renderà mai felice" mi sembrava di vedere il fuoco nei suoi occhi marroni "No infatti ho chiuso" borbottai.. Ma non feci in tempo a dirlo, mi prese e mi strinse a lui con un grande abbraccio, poi con l'indice alzò il mio viso "Brava, non posso vedere questo bel faccino triste" d'un tratto qualcuno prese Omar e lo spostò con violenza... Era Fede. Cosa voleva? Perché doveva sempre intromettersi? "Lascialo stare" urlai. Nessuno rispose vidi solo che entrambi si guardavano con rabbia, finché Omar prese in mano la situazione. "Io me ne vado, lei sa arrangiarsi ma sappi che ti faranno molto più male le sue parole delle mie mani " parlò molto deciso, e senza guardarmi se ne andò lasciandomi sola con quel barbaro.
"Che cavolo ti prende!" Grigniai " A te cosa prende! Ritardo una sera e tu stai già con un'altro" rispose con tono, avvicinandosi a me fino a farmi appoggiare nuovamente sul muro.. "È solo un grande amico niente di più" sibilai, sentendo il mio corpo scaldarsi "Mi pare di capire che con te devo essere aggressivo " aveva una voce calda e gli occhi brillanti .. Si avvicinò fino ad appoggiarsi completamente.. "Dov'eri ieri sera?" Provai a chiedergli con la voce che tremava "Ho avuto un contrattempo, voglio farmi perdonare" appena pronunciò quella frase gli sorrisi, ma esitai nel cedere al suo fare sapiente. Quindi presi forza, e posai le mani sul suo petto cercando di allontanarlo.. Errore, grave errore. Vidi nascere nel suo viso un'espressione eccitata, è percepii anche il suo bacino ingrossarsi.. Un brivido percorse il mio corpo, ma grazie alla mia forza di volontà mi divincolai e mi allontanai ricordandogli che eravamo all'interno di un esercizio pubblico e che non era consono il nostro comportamento in quel ambiente. "Ho voglia di baciarti e di lasciarmi andare" fu l'ultima frase che pronunciò prima di andarsene. Brava Letizia, Omar credeva in te, e invece hai ceduto anche se non completamente al tocco di quel dannato,iniziai a ripetermi tra me e me mentre preparavo stuzzichini per l'aperitivo imminente.. Vergogna continuai.
Lo spritz hour andò davvero bene , ci fu un bel movimento e questo mi consentì di prendermi una pausa dalle mie riflessioni ossessive.. Chiuso il bar salii in macchina mi accesi una sigaretta, squillò il telefono "Fermati sono nel parcheggio dietro al bar" era Fede.

Eccentrica BaristaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora