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Erano tutti lì. Smithel stava in piedi con le braccia conserte appoggiato al tavolo dell'ufficio, Port era seduta su una sedia in un angolo che scrutava chi passava vicino alla porta, Gart era all'entrata che roteava continuamente gli occhi da una parte all'altra del corridoio, Bred era appoggiato al muro mentre sfogliava una cartella che aveva in quel momento in mano, Ander era seduto dietro il tavolo mentre contava i minuti osservando l'orologio sulla parete di fronte a lui.
Jeffrey Lear. Quel nome Port l'aveva sentito nominare di sfuggita ma non sapeva nè da chi nè quando nè dove. Cosa dire di Gart? Era troppo curioso di sapere chi fosse quel misterioso ragazzo di cui tanto trattava il diario.
Arrivò il messaggio del segretario: "Signore, il ragazzo è qui. Lo faccio entrare?" Tutti si guardarono in faccia, così Smithel rispose: "Si. Lo faccia entrare".

Quando Jem si svegliò, si trovò sdraiato su un letto nè troppo duro nè troppo morbido. Non riusciva a ricordare cosa fosse successo prima di svenire ma sapeva che centrava qualcosa con Jeffrey:
-Jeffrey...-
-We! Ti sei svegliato "tiramisù"!-
-...ma...-
Jeremy si guardò intorno: non era casa sua. Si trovava in una camera spoglia e abbastanza spaziosa e dalla finestra che era vicino al letto poteva vedere gli alberi del bosco in cui si trovava quella misteriosa casa. Jeffrey spiegò a lui che aveva "dormito" per tutto il tempo e che era tramontato il sole da pochi minuti.
Ad un tratto si sentì dal piano di sotto la voce di un ragazzo che apparentemente scherzava imitando l'intonatura della voce simile a qualora di un...gay (?):
-Toby, amore! Do cazzo sei?!-
Jeffrey, sentendo la voce, si voltò e con uno scatto aprì la porta tirando fuori la testa ed esclamò:
-Tim! Ciao! È uscito!- ci fu un lungo silenzio, poi si sentì Tim;
-Ah...- si sentiva che era imbarazzato -Cazzata.-
Jem era rimbambito.
Jeffrey chiude la porta:
-È mio...ecco..."zio"-
-Ah...chi è Toby?-
-È il ragazzo di mia cugina. Io vivo con loro, dato che ho perso i miei genitori da piccolo.-
-Mi dispiace.-
-Non fa niente. Sono come genitori per me.- in realtà erano i suoi genitori, ecco chi sono veramente. Non poteva mica dire che un ragazzo dall'aspetto di un ventenne avesse avuto un figlio con una  ragazza della sua stessa età , e che ora il figlio aveva sedici anni!
Passò un ora prima che Jem si riprendesse. Stava per uscire dalla porta quando poi Jeffrey escalmò:
-Aspetta! Non avevi una giacca?-
-Vado...-
-No tranquillo vado io!-
Jeffrey partì subito. Intanto Jem sentì delle persone avvicinarsi alla casa: una donna e un uomo:
-...e se dici così poi stanne certo che verrà il momento. Ma fin ora non è accaduto niente di tutto questo- la ragazza.
-Ah no! Nononononononono. Ma anche no. Senti ma Tim è arrivaaaa.....-
Il ragazzo smise di parlare quando vide Jem che si spaventò alla vista di questo: era un ragazzo alto, tetro, pelle bianchissima (più di quella di Jeffrey) e aveva delle occhiaie spaventose, i capelli erano scuri e scompigliati. La ragazza era meno spaventosa: alta anche lei, pelle rosa chiaro e occhi identici a quelli di Jeffrey.
-...salve...- si limitò a dire Jem
Arrivò Jeffrey con la giacca:
-Tieni "coso"!-
Quando vide i due, tornò normale:
-Ciao!-
I due erano imbarazzati:
-Ciao Jeffrey! Ciao!- salutarono anche Jem e arrivò Tim:
-Ciao cojons. Buonsalve Nathaly.-
-...idiota...- disse a bassa voce il ragazzo.
Jeffrey cercò di spiegare a suo "cognato": disse che aveva invitato Jem a studiare insieme a lui. Jeremy non sapeva cosa dire:
-...ehm...-
-Ma si! Dai! Adesso lo accompagno a casa.-
-Piacere. Jeremy...- si presentò Jem ai due che dissero a loro volta stringendogli la mano:
-Nathaly-
-Tobias-
Va bene. Jeremy tornò a casa accompagnato da Jeffrey. Perché Jeffrey non aveva domandato a Jeremy cosa stesse facendo nel bosco?

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