In quel momento vidi Nash accasciarsi vicino al letto, dai suoi occhi scendevano lacrime continue e stringeva forte la mano di Martina.
"Chiamate un dottore!" Iniziò a gridare.
E Alex uscì dalla porta per chiamare un dottore.
Non mi era chiaro ciò che stava succedendo, la testa mi girava, la stanza diventava sempre più offuscata, iniziò a mancarmi l'aria e poi tutto si calmò!
La stanza bianca dove mi trovavo era davvero calma, tranquilla.
Nessuno gridava, nessuno fumava, non c'erano finestre aperte e nemmeno luci accese,ma la stanza era stranamente luminosa.Si poteva sentire il profumo del mare e se chiudevi gli occhi potevi udire il rumore delle onde.
Tutto ciò era molto strano, mi chiedevo dove fossero finiti tutti, mi domandavo il perché mi trovassi sola in una stanza.Mi guardai in torno e solo in quel momento mi accorsi della porta bianca che si confondeva con il resto delle pareti.
Corsi alla porta, strinsi la maniglia tra le mani e aprì la porta.Un fascio di luce mi avvolse, non mi ricordavo così luminoso il corridoio.
Chiusi la porta alle mie spalle e iniziai a camminare per il corridoio desertico.
Non c'era nessuno, né infermiere, né dottori, né pazienti, né visitatori.Ero sola.
Mi avevano abbandonata! Lo sapevo non mi dovevo fidare di loro!
Hanno aspettato tutto questo tempo illudendo la ragazza ingenua che sono.
È sempre la solita storia. Mi affeziono alle persone molte facilmente e poi casco nella loro trappola. Pensavo di essere cresciuta, di aver capito di chi dovevo fidarmi, pensavo che dopo Matteo non sarei più caduta nella trappola, anche se era una cosa un po' impossibile io ero una gazzella indifesa che si nascondeva dietro una maschera da leone che voleva convivere con altri di essi. Era impossibile.Mi guardai intorno non sentivo voci ma infondo al corridoio vidi una ragazza magra vagare con il camice azzurro dell'ospedale.
Iniziai a correre nella sua direzione la vedevo, era sempre più vicina.
Potevo vedere i suoi lunghi capelli biondi volare con il vento, potevo udire le sue unghie tamburellare contro il vetro, potevo sentire il profumo del suo balsamo invadermi.
La guardavo era davvero bella guardava fuori da una finestra come se volesse uscire anche lei.
Non vedevo cosa stesse guardando ma ero sicura che qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione era davvero importante per lei.
La guardava desiderosa, la guardava come un lontano ricordo, come qualcosa che non sarebbe mai tornato.
Mi avvicinai e le posai una mano sulla sua spalla per poi dire:"Ehi, scusa se ti disturbo... Ma tutto questo é molto strano..."
Non mi rispose, non scostò lo sguardo dalla finestra e in quel momento mi accorsi che non smetteva di tremare.
Non resistetti, mi sistemai vicino a lei in piedi davanti alla finestra e corsi con lo sguardo per tutto il giardino non vedevo niente di tanto strano.
La guardai e solo in quel momento la riconobbi.
Quegli occhi verdi che era sempre stati felici era spenti, quei capelli che adoravo pettinare non erano più dorati ma un biondo spento come la sua personalità.
Cosa ne avevano fatto della mia migliore amica!
Era anche dimagrita si potevano vedere le sue mani magre e pallide, il viso scavato, le gambe che spuntavano dal camice non sembravano neanche le sue.
Era sempre stata una ragazza con un bel fisico e grazie allo sport che praticava ha sempre avuto delle belle gambe che ora erano state rimpiazzate dalle gambe magre che sembravano non reggere la mia amica."Marti!" Dissi stringendola tra le mie braccia.
Era fredda come la neve, non si muoveva, non parlava sembrava congelata.
La guardai aveva ancora lo sguardo fisso in un punto indefinito.
Mi girai di scatto e seguì il suo sguardo.
In quel momento capì tutto.
Un gruppo di ragazzi era seduto sulle panchine del parco accanto all'ospedale a cantare con una chitarra in mano.
Erano davvero teneri, canticchiavano e alcuni ballavano.
Mi sembrava di aver già passato delle giornate così, Na la mia mente non riusciva a risalire a quei ricordi.
Guardavo i ragazzi e ogni secondo in più che li guardavo ero sempre più sicura di conoscerli.
Passarono dei minuti e il guardavo ma non ricordavo nulla, poi però uno di loro si alzò e guardò verso l'ospedale.
Incontrai i suoi occhi color nocciola, quegli occhi inconfondibili, indimenticabili.
Lo guardavo ed ero sicura che era lui, colui che mi aveva rubato il cuore, i suoi capelli, le sue labbra.
Ricordo ancora il nostro primo bacio a quella festa, luogo in adatto, momento sbagliato, giorno per niente azzeccato ma il bacio più bello, unico, perfetto che avessi mai ricevuto.
'Cameron' il suo nome uscì dalla mia bocca come una formula magica, come qualcosa di innominabile, proibito, ma che era come un inno per le mie orecchie.
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Ricominciamo insieme | Cameron Dallas|
FanfictionCamilla è una ragazza di 18 anni che ha tanti sogni da realizzare ma ci saranno persone che non vorranno aiutarla. Però incontrerà una persona che non potrà fare altro che portare più casini nella sua vita.