I belive in you

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Dopo il '64, io e Damon trovammo il modo per non dare nell'occhio e non uccidere, ma anche confondere il cervello umano che era pateticamente debole e malleabile. L'unico punto a mio svantaggio fu che al capodanno maledetto del 1899 ...:
Io e Damon ci trovavamo in Spagna per motivi ... casistici, avevamo buttato una moneta che era finita sulla Spagna.
Festeggiavo come chiunque altro, ma dirla più semplice, ad una festa di vampiri e streghe l'avvento del nuovo e rinnovato secolo; avevo un vestito blu, stile impero, il più bello che avessi mai messo. E mentre che tutti fumavano, ballavano e limonavano io ero una delle poche che era intrappolata tra le braccia assetate di potere di Niklaus Mickaelson o più breve di Klaus, uno dei vampiri originale, che tutto contento per gli affari suoi si strusciava amabilmente sulle mie braccia nude.
Da 6 mesi aveva posato gli occhi su di me, forse per Damon o forse per qualcosa che vedeva in me che io non comprendevo.
Damon ballava con una barbie qualsiasi, a parole sue terribilmente appetitosa, con un nome impronunciabile, una delle poche vere umane alla festa.
Quando, verso le 11 sentimmo degli spari provenire dalla pista e un vampiro accasciarsi morto in mezzo alla pista e ... e partì il panico, io cercavo Damon e Rebekka, la sorella di Klaus mi tirava da un'altra parte e in men che non si dica fu buio ...
Quando mi risvegliai gli urli di quei miei sconosciuti simili erano nella mia testa e la prima cosa che vidi fu la chioma bionda di Rebekka in quella loro bara ambulante che chiamavano "Camion" che avevano progetto Elijah e Klaus mentre passavano un di tempo in una città invece che un'altra.
-dov'è Damon?- chiedo con un gran male alla nuca.
-ha detto che ci raggiungerà sul confine dell'Italia- dice Rebekka con aria compiacente.
Annuisco. -cos'è stato, ieri sera?- chiedo percependo da fuori odori mattinieri di rugiada e una percezione di calore.
-Michael e i suoi cacciatori, tra cui degli amici poco simpatici dei Gilbert- dice Klaus. -e cercavano me e i miei fratelli- continua. -Rebekka ti ha preso con noi e sono lieto di questo, siamo così amici ...-
Annuisco. -e verrà anche Damon?-
Sospira girando nell'ambiente umidiccio e scuro di quel rimorchio di camion di legno. Sembra di esser deportati come animali.
-gli ho offerto di venire ma ha rifiutato, gli ho detto che ci avrebbe trovati al confine con l'Italia entro una settimana ma da lui, mia incantevole Isabella non mi aspetterei nulla- dice accarezzandomi una guancia.
Ringhio incondizionatamente: -è mio fratello, lo conosco fin troppo bene- dichiaro. -mi sta vicino dal '36, credo che non sarà diverso questa volta, noi siamo i Retovalsa e non ci abbandoniamo-
Lui annuisce convinto delle sue idee e io delle mie. Damon non poteva lasciarmi, non dopo 54 anni di varie ed eventuali sopportazioni.
Fu un anno terribile il '00 ma dopo quell'anno imparai che nessuno teneva mai veramente agli altri, perché altrimenti quel 6 gennaio, Damon si sarebbe fatto vivo, tornando da me ...
I Retovalsa che erano esistiti per 36 anni, si erano distrutti e la sua promessa, fu per me solo l'illusione di qualcosa che non sarebbe mai veramente accaduto. Avevo imparato che il mondo era cattivo e che pur vivendo per sempre, i sentimenti si potevano distruggere con nulla di più lungo di un secondo. Ed odiavo sia lui che Stefan per aver scelto quella loro lussuria invece che me.
Nel corso di anni imparai che c'erano due tipi di vampiri nel mondo: i vampiri purosangue, quelli che al sole bruciavano, alla verbena si irritavano, col legno morivano e che confondevano le persone con la forza del pensiero; e i vampiri ibridi o semistregoni che al sole diventavano brillanti, che la verbena non gli faceva un baffo e nemmeno i paletti ma che non erano nemmeno così forti né altrettanto potenti. Una differenza altrettanto importante era che i vampiri ibridi trasformavano mordendo soltanto, i purosangue invece dovevano dare il sangue al loro trasformando. Ma la cosa ... che proprio tutti cercavano i quei mezzosangue era che essendo mezzi stregoni o streghe potevano avere figli o con pochi umani o con noi purosangue.
Io non ne avevo mai visto uno e credevo fossero leggendari ma quando incontrai a Nottingham, Emily una vampira purosangue, mi disse, dopo vari e svariati mesi di amicizia che sapeva dove trovarli e lo sapeva perché lei stessa voleva dei figli. Diceva, negli anni venti che ne conosceva alcuni italiani che stavano a Volterra e che erano le massime autorità dei mezzosangue ed ebbi la brutta idea di seguirla ... la piazza centrale di Volterra era illuminata dal sole di una domenica di agosto. Emily portava il suo vestito migliore, color avorio e i capelli rossi pieni di nastri e pendenti facevani invidia. Io invece avevo un vestito semplice, color notte con una cintura di pelle nera che mi fasciava sotto il seno. Lei aveva dei tacchi alti mentre che io delle scarpe basse. Lei doveva essere bella in quell'occasione, io ero solo la guardia del corpo. Il portone del castello era chiuso e con un giro ben incassato spaccai lo stipite: -suvvia Isabella, non vorremo che il futuro padre di mio figlio pensi che siamo ostili- la ignorai completamente.
-dopo di te ...- dissi facendo un mezzo inchino sarcastico e lei lo.sapevo.
Entrò tutta felice su quei suoi tacchi e appena uno, un moro imponente cercò di fermarci lo presi al collo e coi denti stretti dissi: -portaci al tuo padrone se ti è cara la vita- lui di ripicca cominciò a scansarmi e a lottare ma in un qualche modo lo tornai a prendere alla carotide e mentre che blaterava bestemmie di ogni tipo in quella loro lingua latina fece da navigatore.
Ci portò giù per una ripida scalinata e dopo qualche piano, ci condusse davanti ad un portone che aprì con un calcio lanciandolo all'interno.
-che poca gentilezza in questo posto, non pensi Emy?- chiesi pulendomi le mani. Mi guardai avanti e vidi tre uomini seduti su tre troni ...

Scusatemi ancora sistemo e vado avanti

Run with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora