once upon a time

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Pov Stefan/ dopo il 1864
Ero scappato da Damon e Isabella, e da quel giorno ero scappato sempre. Non avevo mai trovato la pace.
Io avrei dovuto dare l'allarme, avvertire che nella tenuta Salvatore, Katherine stava minacciando di ammazzare mia sorella.
Ma non l'avevo fatto, ero stato troppo accecato da quel che avevo creduto amore. E Isabella era distesa a terra, con il collo rotto.
Poi era iniziata la sua transizione e il nostro dolore; accecati dal senso di soffocamento che quella morte era significata.
Non potevamo perdere anche Katherine, ci serviva la sua guida e protezione. Ma mentre correvamo in aiuto di lei, ci avevano sparato, perché così nostro padre, aveva predisposto.
Quando mi ero svegliato, Damon le stava prendendo da Isabella, infuriata perché mio fratello, si era preso la colpa della sua transizione o morte.
Nessuno dei due mi guardava e intuivo già da lì, che non lo avrebbero più fatto.
Per completare la transizione serviva del sangue umano, ci disse Emily, la strega di Katherine e per quanto rivoltante all'idea volevo vivere.
Vivere era la mia priorità assoluta.
Con l'anello che dava il potere di camminare al sole, donatoci dalla strega, assorbivo la vitamina D, mentre che tentavo di convincere Damon che "morire" non sarebbe stata una soluzione discutibile e nemmeno da prendere in considerazione.
Con Isabella, nemmeno pensai di parlare, vomitava alla sola idea e Damon, non avevo calcolato, che fosse troppo dalla sua parte per calcolarmi, anche solo minimamente.
Preso da un'attacco d'ira, tornai in città e controllando il fondamentale, lasciai mio padre Giuseppe, dissanguato sul ciglio del vialetto di casa.
Poi, convinsi, soggiogando una qualsiasi a seguirmi e offrirsi come pasto ai miei fratelli.
Tornai ai margini della città e mentre che entrambi mi guardavano disgustati, tagliai entrambi i polsi di lei, e vidi Damon reagire ed elevarsi, dalla sua transizione, e addentarle il braccio.
Isabella in lacrime, piegata sulle ginocchia, si vedeva da lontano che era schifata e che ci trovava ripugnanti.
Tornò a vomitare.
Le feci segno di avvicinarsi, ma vedendo che lei continuava ad arretrare, mi precipitai davanti a lei, che urlò colpita. Urlava e quelle urla erano strazianti, dolorose e facevano quasi male, ma il suo sguardo, ormai non mi colpiva più.
-pensavi sarebbe stato un demone a portarti all'inferno, invece, è proprio l'angelo più bello che te lo indica; che ti indica la via per la vita e per la condizione illimitata di libertà. Seguici sorella, sai che è la cosa migliore- le dissi e continuando a piangere mi fece arrabbiare.
-ti fai tentare dal demonio Stefan, non puoi dirlo davvero... preferivamo morir più che divenir dei mostri... perché hai cambiato idea? Perché la tua vita non ti basta più?- chiese. -cosa c'é di bello nel succhiare la vita, invece che crearne di nuove?-
Quella affermazioni mi fecero male, la presi a forza, portandola faccia a faccia, con quell'ambrosia che avrebbe potuto trovare illimitata e che dava decisamente più piacere di ogni altra cosa: il sangue. Che era decisamente meglio della carne.
Con quegli occhi scuri pieni di lacrime e sofferenti scuoteva il capo con forza, la quasi obbligai, fino a metterle un dito in gola, per farglielo sentire e prima che si ribellasse alla mia morsa, urlava, i canini che spuntavano erano dolorosi. Sapevo che aveva ragione e fui felice di vederla addentare il polso della tipa e succhiare avidamente.
Era appena iniziata la nostra eternità, noi fratelli Salvatore avremmo regnato. Poi tutto era precipitato, ed ero scappato via. Forse avrei trovato Katherine, forse no, ma nel frattempo avrei goduto della vita, dando le spalle a chi mi avrebbe fermato.

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