Fault (Ashton Irwin) - Italian translation -

11. Attenta o mi spezzerai le dita

Riuscii a stare nascosta nella mia piccola casetta per il resto del giorno. Anne era tornata a casa poco di me e Ashton e mi aveva prestato il suo lettore DVD. Mi aveva detto che potevo usarlo, dato che a lei non serviva. Era vecchio ma a me non interessava. Almeno avevo qualcosa da guardare visto che non sapevo come collegare la televisione all'antenna.

Presi qualche DVD dalla piccola collezione di Anne nella sala cinema. Non avevo nemmeno idea che ci fosse una sala cinema. Anne continuava a giurare che si era dimenticata di mostrarmela quando mi aveva fatto fare il giro della casa. Non che m'interessasse comunque, ero riuscita a prendere i film che volevo guardare dalle superiori.

Era quasi mezzanotte e avevo saltato la cena. Avevo lo stomaco che brontolava ma ero nel bel mezzo dell'ultimo film. Non riuscivo a dormire e non avevo nessuna intenzione di muovermi. Questo era quello che volevo fare per tutto il giorno. Non nuotare, non sentire Ashton che si prende gioco di me per la milionesima volta, ma a volte non si può avere tutto quello che si vuole.

Sospirai e misi il film in pausa. Il mio stomaco continuava a brontolare e non si sarebbe fermato fino a quando non avrei mangiato qualcosa. Speravo solo che Anne avesse lasciato la porta sul retro aperta, altrimenti avrei avuto un bel problema. Mi misi un paio di scarpe e cominciai a camminare verso la villetta, ogni tanto inciampando sul vialetto poco illuminato. C'era molto vento quella sera e faceva freddo fuori, sarebbe stato meglio se avessi indossato una giacca.

Feci fatica ad entrare in casa per qualche motivo. La porta era aperta, ma non si spostava. Spinsi più che potevo fino a quando non si sbloccò e si spalancò. Nel momento stesso in cui entrai in casa, chiusi la porta, mi girai e vidi Anne lì in piedi nella sua vestaglia e con una scopa in mano, presa al contrario. Presi uno spavento quando la vidi e quasi urlai.

"Oh Dio," sospirai. Mi misi le mani al petto per via dello spavento. Anne sospirò rumorosamente e appoggio a terra la scopa.

"Mi dispiace cara, pensavo fossi un ladro," cominciò a scusarsi.

"Va tutto bene signora. Ho solo avuto qualche problema con la porta. Non intendevo svegliarla."

"Oh, la porta fa brutti scherzi a volte. Le piace chiudere fuori le persone, senza effettivamente chiuderle fuori a chiave," ridacchiò tra sè e sè. "Come mai sei qui?"

"Um- per uno snack. Ho fame," mormorai giocando imbarazzata con le mie mani. Non ero ancora abituata ad Anne. Mi rendeva ancora nervosa.

"Oh tesoro, cercati pure qualcosa da mangiare. Puoi prendere una scatola, anche due, di quelle lì piene di roba se vuoi. Non cuciniamo di domenica, mi dispiace," si scusò nuovamente lei, mentre mi faceva segno di seguirla. Entrammo in cucina e mi mostrò dove nascondeva gli snack. "Non voglio dire ad Harry e Lauren dove si trovano, perchè sono già abbastanza energici. Di solito li mangia Ashton, ma sono sicura che non gli dispiacerà," mi sorrise.

Diedi un'occhiata al suo nascondiglio e la mia bocca si spalancò, letteralmente. Era come guardare il reparto degli snack di Walmart. C'erano le caramelle alla frutta, una tonnellata di patatine, carne essiccata e persino i marshmallow. Sentii Anne ridere leggermente dietro di me, mentre io osservavo ogni singolo snack che teneva lì dentro.

"Wow," mormorai.

"Già," rise lei, "Ashton è un mangione."

"E' sicura che non gli dispiacerà?" Ero un pochino preoccupata. Con Ashton non si poteva mai sapere cosa gli andava bene e cosa no.

"Ma certo cara. Serviti pure! Ce ne sono molti altri per lui in ogni caso," sorrise lei. Mi avvicinai e presi un pacchetto di patatine e un pacchetto di caramelle alla frutta. Anne si stava prendendo un bicchiere d'acqua. "Com'è stata la tua giornata cara? Ashton non ti ha creato problemi, vero?"