40. Alla grande

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Il viaggio in macchina con Andy fu piuttosto silenzioso. Credo che nessuno dei due sapesse cosa dire, soprattutto perchè entrambi sapevamo che Ashton avrebbe perso la testa e che sarebbe stato tentato di strangolare Andy davanti a sua madre. Stava quasi per succedere, ma fortunatamente avevamo evitato la tragedia. Avevo mille pensieri per la testa. Tutte le cose che avevo cercato di allontanare dai miei pensieri mi stavano riempiendo la testa rapidamente e non ne potevo già più.

Non c'erano neanche dubbi sul fatto che Ashton fosse arrabbiato nel vedere Andy a casa sua e nel vedere sua madre così affezionata a lui. Ashton non aveva idea che Anne conosceva già Andy e io mi sentii ancora più in colpa per averglielo tenuto nascosto. Ashton aveva il diritto di sapere che sua madre usciva con qualcuno e che quel qualcuno era proprio il padre di Andy. Ma di sicuro non potevo pensarci ora.

Prima di uscire di casa i miei occhi erano rimasti incollati su Ashton mentre lui continuava a salire le scale con la testa bassa e lo sguardo triste che vagava ovunque ed evitava ovviamente me. Mi sentii malissimo nel vederlo così. Mi sentii talmente male che ad un certo punto fui quasi tentata di chiedere ad Andy di girarsi e tornare indietro così che io potessi andare a consolare Ashton, com'era giusto che fosse. I giorni passavano e io mi pentivo sempre di più di essermi allontanata da lui. In quel momento il rimpianto mi stava uccidendo e non sapevo cosa fare. I suoi occhi pieni di tristezza mi stavano perseguitando. Non riuscivo a pensare ad altro.

Prima di rendermene conto Andy parcheggiò davanti ad un ristorante lussuoso e davanti all'entrata si poteva scorgere una fila di persone lunghissima. Io rimasi a bocca aperta. Sembrava davvero uno di quei posti da ricconi e mi sentii come se non fossi vestita in modo appropriato. Andy picchiettò sulla mia mano e io lo guardai. Mi fece un sorriso rassicurante e uscì dalla macchina per venire ad aprirmi la portiera. Finalmente un gentiluomo che mi apriva la portiera.

Nessuno dei due disse una parola, ma Andy tenne il contatto con me appoggiando una mano sulla mia schiena fino a quando non entrammo al ristorante. Quella era sicuramente una cosa di lui che non sarebbe mai cambiata. La cameriera che ci accolse era piccolina e con i capelli rossi. Osservò Andy e sorrise dolcemente. In realtà lo stava decisamente squadrando, si capiva, ma la cosa migliore era che ad Andy non interessava. Le disse che aveva prenotato un tavolo e lei ci accompagnò al nostro posto cercando di far colpo su Andy. Era un po' troppo ovvia.

"A quanto pare un certa persona è attratta dai ragazzi con i tatuaggi," dissi ridendo mentre la cameriera si allontanava sculettando in modo squallido. Come se Andy potesse perdere anche solo un minuto del suo tempo per guardarle il culo.

"Ormai è una moda," mi fece l'occhiolino lui. Io risi, non riuscivo a smettere di guardarmi intorno. A giudicare dal nome era un ristorante italiano di lusso e l'interno era anche meglio. Le pareti, i muri e le sedie erano dorate. Dal soffitto pendeva un enorme lampadario di cristallo e le candele posate sopra i tavoli davano l'impressione di dare volume alla tavola. In fondo al ristorante c'era la zona bar con affianco un piccolo palco su cui erano seduti quattro uomini che suonavano uno strumento, la musica era dolce. Era tutto perfetto.

"E' un posto stupendo, Andy," gli dissi. Avevo il sorriso che andava da un orecchio all'altro. Era un primo appuntamento meraviglioso ed ero felice che fosse con Andy, anche se non riuscivo ad evitare di desiderare che ci fosse Ashton al posto suo. Dovevo solo togliermelo dalla testa per quella sera prima di fare qualcosa di cui mi sarei pentita. Come se non fossi già abbastanza pentita.

"Quando mio papà mi ha raccontato di questo posto mi è venuta voglia di provarlo. E ovviamente, mi serviva compagnia," sorrise. Andy era vestito benissimo, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Si era rasato e aveva il viso pulito, e per quanto possa sembrare un clichè, nei suoi occhi dorati si intravedeva una scintilla. Era davvero troppo per una ragazza come me.

Fault (Ashton Irwin) - Italian translation -Where stories live. Discover now