46. E' un talento

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Piacevo a Luke? Il mio sguardo confuso continuava a posarsi prima su Luke e poi su Ashton. Loro due invece si lanciavano occhiate piene di odio. Beh... Ashton lanciava occhiate piene di odio a Luke. Non provava più rimorso nei suoi confronti, era come uno squalo quando percepisce l'odore di sangue della sua prossima preda ed era una cosa che odiavo. Luke era gentile ed ero sicurissima che le sue intenzioni fossero buone, ma davvero gli piacevo? Com'era possibile che non me ne fossi accorta?

Ashton cominciò a ridacchiare e Luke socchiuse gli occhi. Luke era rimasto sempre sullo stesso punto, vicino agli scalini, mentre Ashton uscì definitivamente da casa sua sbattendo il portone alle sue spalle. Ora eravamo solo io, Luke e Ashton. Il cielo si era rannuvolato e alcune nuvole sembrava avrebbero portato pioggia. Il vicinato era completamente deserto, quasi come fosse una zona d'ombra. Era tutto tranquillo, anche troppo, e nessuno di noi osava dire una parola. Io dal canto mio stavo ancora cercando di capire se potevo davvero piacere a Luke o se Ashton lo avesse detto solo per farlo arrabbiare.

"Pensavi davvero di poterlo nascondere, Luke? Speravi che non lo scoprisse perchè così non si sarebbe fatta problemi ad essere tua amica?" Ashton cominciò a provocarlo, "Ci provi sempre con le ragazze degli altri."

"Ma quanto ti piace farmi incazzare, Ashton?" Luke alzò un sopracciglio. Sapevo che non sarebbe andata a finire bene e io ero sicura di non avere abbastanza forza per trattenere due ragazzi della loro statura ed evitare che si scannassero. L'unica arma che possedevo era il mio telefono e tre numeri.

Ashton scrollò le spalle e un sorrisetto malizioso gli spuntò sulle labbra, "E' un talento."

"Fidati, lo rendi abbastanza evidente," rispose Luke. Io sapevo che avrei dovuto dire qualcosa, ma come al solito mi ritrovavo bloccata nel mezzo di una discussione.

"Proprio come pensavo. Allora, qual è il tuo piano? Oh, a meno che non lo abbia già rovinato." Ashton scese il primo scalino avvicinandosi a Luke, mentre lui indietreggiò.

"In realtà avevo appena cominciato," Luke sorrise maliziosamente e io mi sentii mancare il fiato. Ero piuttosto sicura che Luke avesse un gran desiderio di morire, dato che era l'unica persona che non si faceva nessun problema ad affrontare Ashton.

"Oh, perdonami Luke. Vai pure avanti, finisci quello che avevi iniziato. Io e Evelyn siamo proprio curiosi di sentire cos'hai da dire." Le mie orecchie si tesero all'istante. Stavano discutendo in maniera del tutto formale e fuori dagli schemi, e la cosa mi inquietava. Qualsiasi altra discussione tra due ragazzi normali sarebbe stata una comunissima rissa piena di pugni e calci.

"Beh, sono solo venuto a scusarmi con Eve."

"Per cosa?" Insistette Ashton guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia. Cominciava ad innervosirmi, non era obbligato a comportarsi così.

"Per averla intenzionalmente usata sia per farti incazzare, sia... beh, credo che tu possa immaginare qual è la seconda cosa, vero genio?" Luke parlava tenendo la testa alta e un sorrisetto da smorfioso sulle labbra. Una cosa era chiara, non si sarebbe tirato indietro molto presto. Ma perchè io continuavo a non dire niente?

"In realtà non credo di essere più intelligente di te," continuò Ashton indietreggiando fino al portico e ponendosi proprio davanti a me con fare protettivo. Rimasi basita. "Diccelo."

"Per compiacermi." Il tono di voce di Luke faceva trasparire un senso di vittoria e l'espressione di Ashton mutò completamente. A quel punto non poteva far altro che andare sempre peggio. In compenso avevo ottenuto risposta alle mie domande: piacevo davvero a Luke e non era sicuramente quello che volevo.

"Evelyn, torna dentro," mi ordinò Ashton distogliendomi dai miei pensieri.

"Cosa? No. Non vado da nessuna parte," mi rifiutai.

Fault (Ashton Irwin) - Italian translation -Where stories live. Discover now