Any other world

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Il terzo live era terminato, e anche l'xtrafactor con la grande ed immortale Mara.
« Pirla mi hai fatto innervosire l'inglesino, vai a chiedere scusa»

« Non ho fatto nulla per cui innervosirsi, e poi è libanese»

« Quello che è, si ma qualsiasi cosa sia successa tra voi due dovete lasciarla fuori allo studio, sai di cosa parlo»

La donna battè la mano sulla spalla del ragazzo e si allontanó continuando ad insultare chiunque incontrasse.
Fedez estrasse dalla tasca la sua fidata sigaretta elettronica e si diresse al camerino di Mika, non sapeva cosa dirgli e come comportarsi ma meglio che starsene con le mani in mano aspettando una sua risposta.
Il ragazzo stava per bussare alla porta quando mika uscì dalla stanza e si fermó a fissarlo con imbarazzo.
« Ei Mik»

« Ciao»

« possiamo parlare?»

« Stavo per andare, sono molto stanco»

« lo so, lo capisco ma dobbiamo parlarne, questa sera ho sentito che tra di noi c'è stato un po' di attrito, e non mi hai dato una risposta al video»

« Noi parla Domani »

Il riccio si allontanò e si diresse ai parcheggi, e lo stesso anche il tatuato poco dopo.
Federico tornó a casa e trovó Giulia sul divano con la TV ancora accesa che dormiva avvolta da una coperta, lo aveva perdonato nonostante fosse un coglione e non la meritasse.
Era bellissima, ma nonostante questo non amava quella ragazza, non amava i suoi capelli, i suoi occhi, il suo sorriso, i suoi sbalzi d'umore e le sue prediche sul fumo.
Si guardó intorno e vide il vuoto, già il vuoto di una vita costruita su delle bugie, e se in quel vuoto ci cadesse? O meglio, se ci fosse già caduto? Chi lo avrebbe salvato? Chi avrebbe raccolto i suoi pezzi dopo la sua autodistruzione? Di certo non la ragazza che era sdraiata sul suo divano, era troppo fragile per tutto questo è non meritava altre pugnalate al petto.
Fedez prese la chiavi della sua macchina e senza pensarci due volte guidó fino all appartamento di Mika, erano le 2:15, ma poco importava che ore fossero, per Mika non avrebbe aspettato il giorno dopo.
Di corsa salì le scale e arrivò di fronte alla porta, non poteva tornare indietro, non sta volta, bussó insistentemente 1,2,3 volte fin quando l'uomo aprì la porta, aveva un pigiama a righe azzurre i capelli spettinati e gli occhi assonnati.
« Tu non poteva aspettare domani vero?»

« È già domani»

« entra muoviti!»

Il ragazzo entró nell appartamento e si accomodó sul divano non riuscendo a staccare per un secondo gli occhi da Mika.

« Ascolta, prima che tu dica qualcosa devi sapere che io ti amo Michael comediavolotichiami penniman, e non smetteró mai di farlo, ti amo anche quando fai lo stronzo, quando correggi il mio pessimo inglese e anche quando fai lo stronzo con i moosek perché tanto lo so che lo fai apposta per farmi arrabbiare.
È solo che ti amo, e niente cambierà quello che provo per te adesso su questo divano o giovedì su quella sedia.»

« Tu sei pazzo»

« Di te? Probabilmente si»

Mika si inginocchiò ai piedi di fedez così per raggiungere la sua stessa altezza, prese il viso del ragazzo tra le mani e bació quelle labbra che gli erano mancate così tanto.
Federico si alzó di scatto e afferró saldamente la mano del uomo, lo trascinó nella camera da letto.
Si lasciarono trasportare da i loro baci umidi che erano desiderosi di scoprirsi sempre di più.
I vestiti erano solo un intralcio ai loro corpi, se ne liberarono in pochi secondi.
Erano ancora loro, nudi e reali, erano ancora loro con le incertezze e le paure.
La paura che tutto questo finisca da un momento all altro, la paura del giorno dopo, del andare troppo oltre.
Fecero l'amore senza vergogna, senza imbarazzo, una volta, due volte.
Si erano mancati, il loro odore tra le lenzuola, le loro gambe intrecciate i loro sorrisi incastrati.

« Ti amo anche io»

Federico sorrise spontaneamente all affermazione del maggiore.

« Lo sapevo Freud, allora faculo ad Ax e al mondo?»

« Fanculo»

Mika alzó lo sguardo per cercare le labbra di fedez e le unirno per l'ennesima volta, ma con dolcezza come sè tutta la passione si fosse spenta per la stanchezza.

« In qualsiasi altro mondo
la noteresti la differenza?
È la spiegheresti?

Sorridi come vuoi
e lasciati andare»

Mika si fermò a guardare il ragazzo con imbarazzo e un grande sorriso sulle labbra.

« Devo dirtelo Mik adoro questa canzone»

« solo questa?»

Il tono era sarcastico e le loro risate riempirono la stanza.

« No, la mia preferita è quella con quel bravissimo rapper, quello tatuato mi sfugge il nome, è il pezzo forte del brano»

« Stronzo di merda»

Ripresero a baciarsi, mordendosì rispettivamente le labbra, si erano mancati e si erano riempiti.
Forse sta volta Federico aveva trovato quello che cercava, mika era quel " più" che nella sua vita era sempre mancato, l'avrebbe salvato dal vuoto, avrebbe
riempito i silenzi con le risate,tagli con i baci, erano loro, ancora e per sempre.

My beautiful disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora