Talk about you

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Mika non chiuse occhio, pensava solo a cosa dover dire a Fedez il giorno dopo, girava per la casa torturandosi le dita e continuando a piangere per quanto fosse stupido.
Era giunto il momento di andare all appuntamento, si vestì e uscì di casa frettolosamente, raggiunse il luogo dell incontro e fedez era già lì che armeggiava irrequietamente con il cellulare.

« Ciao Fedèz»

« Ciao Mik»

Mika si sedette difronte al ragazzo cercando di mantenere un atteggiamento calmo e non scoppiare a piangere.

« Mi dispiace, io ha fatto un errore, io era ubriaco e ho visto Andy ho creduto che ti avrei dimenticato ma non è così. Io voglio svegliarmi con te nel letto la mattina, e voglio sentirti cantare mie canzoni quando tu pensa che io non sento. Ti amo»

Federico si guardava in torno non poteva saltare al collo del maggiore e baciarlo, quindi prese un respiro e guardando gli occhi del compagno che ormai erano lucidi.

« Mi fai sempre aspettare»

« Come?»

« Sei sempre in ritardo, anche oggi»

« S-Sorry»

« Non amo aspettare, l'attesa mi mette ansia, Ma il fatto è... che ti aspetterei fino alla fine del mondo Mik»

« Mi stai perdonando?»

« Mi avevi lasciato, ed eri ubriaco, anche un bicchierino di sakè ti fa andare su di giri per cui... Dimentichiamo tutto, Ti amo anche io»

« Ti prego andiamo via di qui ho bisogno di baciare te adesso»

I due si alzarono di fretta e raggiunsero l'appartamento di Mika.
I loro baci erano famelici e le loro mani cercavano la loro carne.
Fecero l'amore, si anche quella volta, la rabbia di Federico diventó bisogno, bisogno del altro, esigeva il contatto dei loro corpi e delle loro anime che si sfioravano ogni volta che erano in quel letto.

« Siamo un disastro Mik, qualsiasi cosa accada finiamo sempre in questo letto»

« A me non dispiace»

« Giulia se ne è andata»

Mika alzó la testa dal petto del tatuato, cercava gli occhi del altro e involontariamente un sorriso si pronunció sul suo volto.

« Ha detto " Non so chi ti scopi ma puoi portarla anche a casa adesso, me ne vado", non le ho detto niente è andata è basta»

« Oh god»

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I giorni passavano e gli incontri tra i due erano sempre più appassionati, erano certi d'amarsi come mai avevano amato.
Ma il dovere chiamava e la conferenza stampa di XFactor era arrivata e dovevano fingere che i due avessero solo una splendida amicizia niente più.
Attraversarono il Red carpet, i Fan gridavano e incitavano i loro nomi sempre più forte, mika e fedez sorridevano e cercavano di accontentare tutti.

« Jesus...»

Lo sguardo di Mika si incupì, il suo volto diventó rosso di rabbia, si voltò verso fedez cercando un po' di supporto a quella scena.
Un gruppo di idioti con dei cartelli con delle scritte enormi " Faggot"
Fedez strinse il braccio del compagno come per volerlo rassicurare.
Ma ancora nessuno faceva nulla, stavano insultando un essere umano, la persona più dolce e adorabile su questo schifo di mondo, il suo Mika.
Un tizio con quei cartelli continuava ad offendere il riccio, lo derideva per il suo modo di camminare e di vestire, Mika finse di non sentire e continuava a firmare autografi.

« Che frocio del cazzo»

Fedez si voltó verso il Libanese, lo guardó negli occhi e riuscì a percepire il suo orgoglio ferito, per l'ennesima volta.

« Okay adesso basta» sussurró.

Si avvicinó con passo minaccioso si bordi delle grate che li separavano dalla folla.

« Hai rotto i coglioni figlio di puttana, Vai via prima che mi arrabbi davvero»

« Cos'è ti ha fottuto il culo " Frocez"?»

Federico non era in sè scavalcó la grata e si fece strada tra i fan che lo lasciarono passare senza alcun intralcio.
Fissó per qualche secondo quell essere e gli molló un pugno in pieno naso, che fù risposto immediatamente da un pugno sul occhio destro da parte del uomo al ragazzo, la rissa fu calmata subito dopo e i disturbatori furono invitati a lasciare il posto.

Federico fù portato dentro nel suo camerino da varie persone dello staff che gli stavano addosso.

« Cristo sto bene, non è la prima volta che mi danno un pugno.»

Fedez cacció in malo modo tutti coloro che si trovavano nel camerino e si distese sul divano.

« Fedèz...»

« Sto bene Mik non farti prendere dal panico è solo un pugno»

Mika si chinó verso il giovane amante e gli accarezzó i capelli con dolcezza materna.

« Non potevo permettere che parlassero di te in quel modo Mik.»

« Ora tu capisce perché io non voleva che gli altri sapesseró di noi? Come credi che reagirebbero? Farebbero questo anche a te»

« Non mi importa»

« A me si, e non sono abbastanza forte da prendere a pugni»

« lo saró per entrambi»

« parleranno sempre di me in questo modo»

« Allora questo non è l'unico occhio nero che avró, ti difenderò sempre»

Federico alzó il capo per cercare le labbra del maggiore, il contatto fu lieve per paura che qualcuno potesse entrare da un momento al altro.

« io vado, ti aspetto in conferenza, a dopo mio eroe»

Mika uscì dalla stanza, Fedez lo raggiunse poco dopo, la giornata per il resto fù abbastanza noiosa.
Federico non si pentì del pugno, ogni volta che si specchiava e vedeva quel enorme macchia nera che gli deturpava il volto si ricordava quanto amasse Mika e che lo avrebbe difeso finché gli fosse stato vicino.

Per Mik ne vale la pena

My beautiful disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora