Capitolo 6. "Credi in qualche cosa?"

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Sentendo quella domanda mi irrigidii. Nessuno me l'aveva mai chiesto. E io non avevo la risposta.

Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe calciando i sassolini che mi capitavano a tiro "beh... Non lo so... Tu?" Alzai lo sguardo pronunciando l'ultima coppia di lettere.
"Credo alle persone, e questa cosa mi viene anche contro a volte. Darei la vita per fare di tutti delle persone affidabili ma nessuno più è così.." Sospirò.
"Eppure ti stai confidando con me, perché?" Chiesi un po sorpreso guardando davanti a me.
"Tu... Tu mi dai quel senso di fiducia. Stai sempre zitto, in disparte e non parli molto. Sembri un tipo apposto... "
"Un tipo apposto... Non so se è come dici tu" le sorrisi alzando lo sguardo.
"Come ti descriveresti?" Mi chiese guardandomi.
Mi girai"irresponsabile" mi guardò attentamente come se volesse farmi continuare "che c'è?" Chiesi confuso dal suo sguardo.
"Ti sei dato un solo significato"
"E cioè?"
"Ti sei descritto come 'irresponsabile' ma ognuno di noi ha più di un semplice e insulso significato. Fattene una ragione. Tu sei di più" disse continuando a guardare avanti e aumentando il passo, oppure ero io che mi ero fermato. Mi ha spiazzato 'tu sei di più' credeva davvero questo di me?

No guarda coglione l'ha detto a caso.

Lasciai perdere la mia vocina e cominciai a camminare seguendola. Stava andando verso il teatro abbandonato. Perché si stava recando lì?

Vidi il teatro in lontananza e lei davanti a esso intenta a scassinare la serratura. Ci riuscì ed entrò. Io la seguii.
Era sul palco e guardava il sipario.

"È strano come il mondo somigli a tutto questo vero?" Chiese intuendo che ero dietro lei.
"In che senso?"
"Noi siamo tutte marionette. E il mondo è questo palco rovinato... Ci sono gli spettatori, ci sono i protagonisti e tutto il cast dietro. L'unica domanda è... Chi è veramente alla base di tutto? Colui che scrive la commedia, chi è? Colui che dirige tutto, dove si nasconde? Ci sono varie risposte.." Disse sospirando e facendo alcune pause.
"In vari punti di vista..." Affermai.
"Esatto."

La guardai "e tu? Chi sei in questa commedia?" Le chiesi e lei si girò.
"Nessuno. Sono la tragedia." Mi sorrise.
"Io ti ho detto come mi descriverei. Adesso però tocca a te." Mi avvicinai ammirandola.
"Misteriosa... Si proprio così"
"Mi piacciono i misteri" sussurrai.
"a nessuno piace il mio." Constato. Abbassando lo sguardo.
"Si lo so... Ma io non sono 'Nessuno'" le baciai la testa e mi incamminai per uscire "ci vediamo dopo." Le urlai e uscii poco dopo, andando verso casa.

Quel mistero mi interessa. Troppo.

"DIFFICULT"-LowLowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora