Cap. VI

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Finalmente arrivai a scuola puntuale.
Superai il gruppetto di alunni davanti alla classe ed entrai sedendomi al mio posto.
Li osservai cercando di non farmi scoprire: tutti parlavano con qualcuno, di qualsiasi cosa, bella o brutta, divertente o meno. Mi sentii sola. Era da una settimana che stavo solo con me stessa; Mike lo vedevo solo a lezione, ma dopo spariva, oppure, se mi incontrava per i corridoi, cambiava direzione. Eppure aveva fatto una promessa...che forse non poteva mantenere. Mi sentii presa in giro ma anche...sollevata, in un certo senso, perché almeno non si cacciava nei guai a causa mia, però...aveva promesso, e non aveva mantenuto la parola.
Ora gli unici amici che avevo erano Asso, Jodie, che però vedevo tre volte al mese neanche, e infine quei dannatissimi uomini che mi pedinavano; mi ero informata su quella congrega e avevo scoperto che indossavano sempre un particolare rosso, di qualsiasi genere. Preoccupante...e inquietante. Stavo seriamente pensando di prendere dello spray al peperoncino per difendermi in caso di aggressione, ma c'era qualcosa che mi bloccava dal prendere provvedimenti: ogni giorno mi dicevo che lo avrei detto ai miei, ma era solo un continuo ma si, lo posso anche fare domani. Che stupida.
Improvvisamente cominciò a girarmi la testa; mi alzai e mi diressi verso il bagno, un po' barcollante. La vista cominciò ad annebbiarsi, fino a che non vidi solo puntini neri ovunque; persi completamente la percezione dello spazio attorno a me e mi appoggiai al muro. La campanella suonò mentre cercavo inutilmente di non svenire. Avanzai, ma caddi immediatamente andando a sbattere contro qualcosa, anche se speravo vivamente che fosse qualcuno, perché avevo bisogno di aiuto. La fortuna fu dalla mia parte -Barbie, ma stai bene? - no, non era vero. Dennis. Mi rimangiai le parole - no...affatto. Potresti accompagnarmi in infermeria? Mi gira la testa- in un secondo si portò il mio braccio sulle spalle e il suo sul mio fianco. Non mi lamentai, anche perché in quel momento non mi interessava. Volevo solo tornare a casa mia e stare meglio.
Quando arrivammo mi fecero sdraiare con le gambe lievemente alzate -tranquilla, è stato solo un calo di pressione. Vuoi provare la febbre? - mi disse una bidella dai capelli rossi -si grazie-
cercai di non guardare Dennis e di concentrarmi su come stavo io, e cioè non bene; tra l'altro mi era venuta la nausea e mal di testa. Mi sentivo a pezzi. La bidella ritornò con il termometro e acqua con zucchero, per alzare la pressione. Bevvi l'acqua zuccherata e mi misurai la febbre mentre la bidella usciva
dall'infermeria dicendo che il telefono era sul tavolo di fronte.
-va meglio? Come ti senti?- mi chiese il mio soccorritore, freddo quanto i suoi occhi -a pezzi. Sinceramente, mi sento uno schifo. Grazie per l'aiuto, non volevo romperti le scatole- rivolsi lo sguardo verso di lui e solo allora mi accorsi che mi stava fissando con curiosità - cosa c'è? Perché mi guardi così?- si sedette sul tavolino che avevo di fronte -così come?- ok, era imbarazzante - è una tua impressione- mi rispose continuando a fissarmi - è solo che...hai le lenti a contatto?- che razza di domanda era? Aggrottai le sopracciglia stranita - ma che dici? No, direi di no. Perché, qual'è il problema?- mi guardò sorpreso e confuso -...quindi tu mi stai dicendo che hai gli occhi bianchi?- sbuffai: sempre la stessa storia. In quel momento suonò il termometro, così lo tirai via guardando il risultato: trentanove di febbre. Sospirai rassegnata, prendendo il telefono scolastico e rigirandomelo tra le mani; nessuno poteva venire a prendermi, quindi lo misi da parte stringendomi le gambe al petto. Dennis mi guardava stranito -non chiami a casa? O i tuoi?- scossi la testa -non servirebbe. A casa non c'è nessuno, e i miei non possono venire a prendermi: mio padre è fuori città e mia madre è all'ospedale da sua sorella.
Aspetterò qui.- sembrava perplesso -e poi?- già...e poi? -e poi me ne vado a casa, ovvio-
-da sola?- mi lanciò un'occhiata incredula -si, da sola- non capivo realmente quale fosse il problema -con la febbre alta?!? Ma tu sei matta...- sgranò gli occhi -...se ti accadesse qualcosa per strada? No no...ti accompagno io.- era impazzito
-ma che ti sei bevuto stamattina? A casa so arrivarci da sola, e comunque c'è Mike con me, grazie- fece di no con la testa
-bugiarda. Non vi guardate nemmeno tu e il criminale. Ti accompagno io e basta. Magari ti faccio compagnia fino a stasera, dato che i tuoi tornano tardi- se ne andò quasi scontrandosi con l'altra persona che stava entrando: Mike. Si guardarono in cagnesco, poi ripresero la loro strada. Ero sorpresa ma allo stesso tempo spaventata da quello che aveva detto Dennis...io non gli avevo mai confidato che i miei sarebbero tornati tardi, ma lui...lui lo sapeva lo stesso.

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Saaaaalveeeee!!! Ok, lo so...il capitolo è un po' corto e noioso, ma mi rifarò.
Grazie alla mia migliore amica che continua sostenermi nonostante tutto!!!
Mi auguro che i lettori aumenteranno col tempo, ma va bhe.
Il prossimo capitolo è a metà.

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