Alkermes

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ALKERMES-IZZY STRADLING

Steven era uscito da poco dalla clinica di disintossicazione, e faticava a riprendere i suoi soliti ritmi. Non che ne avesse mai avuti di precisi, da quando si era unito ai Guns n Roses, ma ora che la band si era sciolta, avrebbe dovuto trovare qualcosa da fare, un modo per avere una vita che non fosse sballata. O, almeno, che riuscisse ad essere marginata. L'alcool lo aveva distrutto, così come aveva deteriorato i rapporti con i suoi migliori amici, a cui ora era impensabile rivolgere la parola. Certo, far parte di una band leggendaria degli anni '90 potrebbe sembrare figo, visto dall'esterno. Ma dietro le quinte, vivere sulla propria pelle il successo, i fans, la droga. Imparare a iniettarsi quantitativi esorbitanti di eroina velocemente. Imparare a reggere lo stress. Imparare che non tutto va come si vorrebbe. Quello in realtà l'aveva sperimentato già da tempo, ma non si era mai reso conto come la sua vita risultasse squilibrata. La sua quanto quella di tutti i suoi amici. Aveva imparato che uscire da una dipendenza non era facile come entrarne. Per Slash il fumo, per Axl la droga, per lui l'alcool. Si era ripetuto molte volte che avrebbe potuto smettere, e che il suo non era un caso tanto disperato da richiedere un aiuto esterno. Si sfogava con la musica, con la batteria. Scaricava tutte le sue negatività con le bacchette, infrangendo tutta la sua rabbia sui tamburi, sui piatti. Dopo essere impazzito, dopo aver consumato ogni residuo di vitalità che c'era in lui, dopo aver finito l'adrenalina, si accasciava sfinito sullo sgabello, sentendosi appagato e soddisfatto. Poi, puntualmente allungava un braccio ed afferrava una bottiglia di birra. Il peso familiare sui muscoli dell'avambraccio, il vetro sotto i polpastrelli, il profumo che stuzzicava il naso ed inebriava la mente, che lo rassicurava. Quello l'aveva fatto sprofondare, era stato inghiottito da una delle cose che più gli provocava piacere. Ora ne era uscito, certo. Ci aveva provato, ma che male avrebbe potuto fare un sorso, un solo sorso di Jack Daniel's? La sensazione di un liquido bollente, allegro e sfrigolante che accarezzava il suo corpo, della mente che veniva annebbiata e confusa da un calore sconosciuto. Il sapore amaro e forte che faceva esplodere le sue papille gustative. Non pensava alle conseguenze, non aveva paura di ricaderci. Si disse che, nel caso, essendone uscito una volta, sarebbe stato capace di uscirne due. Si alzò dalla sedia su cui era appollaiato da circa mezz'ora, durante la quale aveva pensato alla situazione in cui si trovava, fissando il vuoto; e si avviò verso la credenza di legno. Indugiò sul pomello, indeciso se aprire l'antina o meno. Si era promesso che non avrebbe bevuto, che avrebbe cercato di evitare ogni tipo di droga. Scacciò quei pensieri dalla testa e, colto da un impulso improvviso, cominciò a cercare disperatamente quel liquore. Scostava freneticamente tutto quello che gli si parava davanti, come se ne andasse della sua stessa vita. Con una gomitata urtò una bottiglia, che cadde rovinosamente a terra, infrangendosi. Steven riconobbe immediatamente l'odore che si era sprigionato dai cocci rotti: alkermes. Il profumo dolciastro che invadeva l'aria, i fumi che avevano già avuto impatto sulla sua mente, molto fragile. I ricordi lo assalirono, del tutto inaspettatamente, come se riportati in vita da quel liquore che gli era tanto familiare. Un flashback, forse. Steven si ritrovò proiettato indietro nel tempo, rivivendo dei momenti che credeva di aver dimenticato. Credeva di aver dimenticato l'adrenalina del palco, i capelli neri di Izzy che si muovevano a tempo, il suo sorriso disteso quando Axl lo chiamava Jeff, unico che poteva permettersi di farlo, la sua espressione concentrata mentre provava un nuovo accordo, il suo sguardo assente quando finivano un concerto, il suo essere timido e riservato. Tutti quei ricordi lo assalirono come un'onda: all'apparenza piccola ma, se alimentata dal vento, si ingigantisce fino a travolgerti con tutta la potenza di cui l'oceano è capace. Poi capì il perché di quegli occhi vuoti, del suo non parlare mai, del suo defilarsi, detestare i riflettori. Si rese conto di quanto Izzy ed Axl avevano condiviso in realtà, senza darlo a vedere. Si rese conto di tutti i problemi che avevano affrontato insieme. Forse li avevano superati, forse no. E un macigno si impossessò del suo stomaco, un forte senso di nausea, di colpa. Non avrebbe lasciato che la sua vita gli scivolasse tra le mani come fumo, inconsistente. Non voleva ridursi nuovamente in quello stato. Riprese a cercare con molta più calma la bottiglia di Jack Daniel's, e la aprì, senza sensi di colpa. Poi si diresse verso il lavandino e ne vuotò il contenuto nello scarico. E con la promessa di non bere più, giurò anche che sarebbero tornati i mitici Guns 'n Roses. Prima o poi.

*io*

Beh, gente. Non so quando potrò aggiornare, perché sono ancora alla disperata ricerca di un collegamento tra Bob Dylan -e fu così che il protagonista del prossimo capitolo venne svelato- e il bagnoschiuma. Al cetriolo, aggiunge una mia amica che mi ha aiutata a scegliere profumi e le relative rockstar. Le ore ore di musica sono produttive, in effetti. Bene, nel caso vi venga in mente un'idea che possa avere senso -o anche non averlo- potreste scriverlo qui accanto. Oppure potrei cambiare profumo e protagonista. Vedrò. (l'autrice che cambia più d'idea che di mutanda -cit Ellen_March) E ovviamente ringrazio anche fight_for_dreams, pepperlu02 e  .

Bene, potrei fare un'uscita di scena scomparendo nella nebbiolina che sta invadendo i campi che mi circondano ma, da comune mortale quale sono, vado a ripassare (coff, studiare, coff) inglese, dato che domani ho una verifica...




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