17 settembre 2013
Pov di Alessio
Era già trascorsa una settimana, i sette giorni precedenti erano stati interminabili, come le ore di filosofia a scuola. Avevano iniziato a lavorare nello studio della casa discografica, avevamo iniziato a trascorrere ore intere chiuse in uno sporco taxi, anche solo per andare a comprare un po'di frutta. Forse era ancora passato troppo poco tempo, ma era forte il distacco che sentiva, nei confronti di un qualsiasi cittadino inglese.
Era bastata una settimana, a fargli comprendere che lo stipendio della casa discografica non sarebbe bastato a mantenerli, avrebbero dovuto trovare locali disponibili a farli esibire, magari il sabato sera.
E anche quel martedì pomeriggio, Alessio cercò di smuovere il suo compagno, comodamente appoggiato al bracciolo del piccolo divanetto, l'unico che poteva permettersi il loro appartamento bilocale.
-Sto parlando seriamente, dovremmo realmente cercare di organizzare qualche serata- il tono severo di Alessio, fece sollevare lo sguardo di Gennaro, il quale gli lanciò uno sguardo annoiato.
-Amico, stai calmo, ti ho detto che domani...- si interruppe al sospiro esausto dell'altro. Alessio era davvero stufo di quel comportamento superficiale. Era stato lui a trascinarlo li per le orecchie, era stato lui a strappargli via la sua tranquillità, era colpa sua se nell'ultimo periodo le crisi d'ansia erano aumentate, tutto era stato causato da lui, avrebbe voluto gridargli tutto, per liberarsi dal macigno che lo opprimeva, ma non lo fece. Si limitò a scuotere il capo frustato, stanco di parlare al vento.
-Ehi ehi, d'accordo, basta che ti togli sta mosfia dalla faccia di cazzo che ti ritrovi-
Queste parole fecero accendere un pizzico di speranza nel cuore d'Alessio, forse allora, Genn riusciva a capire, anche se solo qualche volta, le sue emozioni, probabilmente..
Decise di afferrare al volo l'occasione
-Alza il culo da quel divano, non abbiamo tutto il giorno-
Genn gli rivolse un sorriso malizioso, e ciò gli provocò una strana fitta nello stomaco, un leggero brivido lungo la schiena, qualcosa duranto meno di un secondo, appena percettibile, ma che lui riuscì a cogliere. Quello era un altro segno di ciò che da tempo aveva iniziato a temere. Scacciò il pensiero, e si dirisse verso la porta, dove Gennaro l attendeva annoiato.Presero, forse, il 20esimo taxi, dal loro arrivo a Londra. La strada, dove si fecero lasciare, era particolare, diversa dalle solite vie londinesi. Era caratteristica, e su di essa si affacciavano ristoranti rustici, pizzerie italiane, e bar.
-Partiamo da qualche bar?- Gennaro preferiva suonari lì, Alessio lo sapeva bene.
-Per me va bene tutto, sei tu che comandi, non vorrei che ti crescesse il muso, non ce la farei a sopportarti-
-Risparmia l'ironia, qui se non mi muovo io, non facciamo mai niente
-Si vabbene, hai ragione tu.
All'interno il bar era ben allestito, spazioso ed affollato. Dal soffitto pendeva un grosso lampadario sferico, e lungo le pareti, erano disposti quadri raffiguranti le più famose celebrità britanniche.
Una bionda con le labbra rifatte, e un seno da far paura, si avvicinò, e con il tipico accento inglese chiese:
-Come posso esservi utile?
Alessio rivolse uno sguardo svelto a Gennaro, e lo sorprese mentre lanciava occhiate alla pronfonda scollatura della maglia della tipa. Provò un'altra senzazione a lui finora sconosciuta, una senzazione di fastidio. Genn non era deciso a distogliere lo sguardo, così toccò a lui rispondere.
-Volevamo sapere se c'era disponibilità per suonare in questo locale. Magari nel fine settimana, o quando vuole, siamo liberi tutte le sere.
-Mhh devo informarmi, volete lasciarmi i vostri contatti? Cosi se è qualcosa posso farvi sapere
Alessio ne fu certo, non fu solo frutto della sua immaginazione, quando la ragazza pronunciò le ultime parole, aveva rivolto un rapido sguardo d'intesa al compagno, il quale stava sorridendo, come in preda ad uno stato di trance. La situazione nel complesso era molto imbarazzante, e fastidiosa, dovette ammettere. Gennaro seguì la bionda verso il bancone, lui si limitò a restare lì, dov'era. Guardandosi intorno,notò una figura nascosta in penombra, non riuscì a distinguere molto dei tratti del corpo, se non una folta chioma corvina, e nel breve attimo, nel quale gli rivorse uno sguardo ostile, notò una spessa e rossa cicatrice, che le sfreggiava il candido viso.
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You tried, you failed.
FanfictionQuando tutto sembra essersi perduto, quando tutto sembra essersi consumato, quando tutto sembra essersi cancellato, È allora che ci si accorge, che tutte le cose belle, sono destinate a trasformarsi in qualcosa di completamente opposto. 'La felicit...