Capitolo 7.

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Pov di Alessio

Ajay non gli sembrava un tipo strano. Era di certo un tipo strano. Bastava lasciargli delle brevi occhiate, per cogliere i movimenti particolari e bizzarri che compieva, come il toccarsi freneticamente gli occhiali, per spingerli su, dato che, costantemente, gli ricadevano sul naso. Ma talvolta le persone strane erano le più interessanti, come nel caso di Gennao. Lui era consapevole di essere il tipo più normale del mondo, e collegava a ciò il suo essere poco adocchiato.
-Quindi Ajay penso che dovremmo accordarci..
-Mhh..si, allora io di mercoledì, dalle 17 alle 19 ho il corso di giornalismo, tutti i giorni dalle 8 alle 11,45 l' università, per il resto del tempo sono a disposizione, penso dovrei pagarvi..
-Oh ma che dici! Va apposto così
-Grazie sono sollevato... sinceramente non avevo intenzione di utilizzare cosi i miei risparmi
Rise. Di gusto, rise.
Rise anche Ajay, e non sapeva perché. A finale era stato sincero, quanto avrebbe voluto essere altrettanto. Lasciarsi andare, dire ciò che pensava senza pensarci troppo su, lasciare alla mente il tempo di un caffè.
-Bhe, ora dovrei andare, devo prendere mia sorella e accompagnarla ad una serata
-Oh, hai una sorella?
-Si, Viola, ci siamo trasferiti entrambi a Londra, da un piccolo paese vicino Manchester, per sperare di realizzare i nostri sogni
-Oh...- era visibilmente affascinato dalla costanza con cui raccontava i sacrifici che erano arrivati a compiere, pur di realizzarsi. Avrebbe dovuto essere anche lui così. Avrebbe... -Anche lei è una scrittrice?
-No, ha appena 17 anni, frequenta ancora il liceo. Però suona in una band, i 'Monster's Legend'. Hanno poco successo, sono nati da qualche mese.
-Ce la farà, canta?
-No, suona il basso
-Bello, mi piacerebbe sentirli qualche volta, magari avrebbe bisogno di qualche consiglio da parte di chi ne sa un po in piu
-Senz'altro Alessio, gentilissimo, ora veramente è meglio se vado.
-Si, scusa hai ragione.
Lo accompagnò alla porta, e gli bastò abituarsi al silenzio della stanza per accorgersi, della leggera melodia proveniente da una chitarra acustica. Era Gennaro. Suonava No church in the wild, avrebbe riconosciuto il pezzo tra mille. Accompagnava le note la voce dell'amico, che sussurrava, quasi volesse cantare una dolce ninna nanna ad un bambino. Le parole erano chiare, leggere e molto piacevoli. Si abbandonò al canto, si lasciò trasportare dalla voce melodiosa di Gennaro, chiuse gli occhi, si appoggiò al muro, e si rilassò.
Si accorse che la musica era finita, solo quando udì la risata di Gennaro. Aprì gli occhi di scatto, e si ritrovò di fronte ad una versione particolarmente vivace di Genn, decisamente contraria a quella apatica con la quale aveva lasciato Alessio a discutere da solo con Ajay.
-Cazzo ridi?
-Sei proprio un rimbambito, il capellone se ne è andato, foss pur or di andare a mettersi qualcosa nguol
Alessio si guardò i piedi, ancora nella morbide ciabatte blu, che aveva comprato qualche giorno prima della partenza. Si accorse solo allora, di essere ancora in accappatoio,frustrato si passò una mano tra i capelli, si erano asciugati.
-Mo vado a vestirmi, sto crollando, ho bisogno di dormire
-Lo vedo
Continuò a ridere, ma ad Alessio non dispiaceva essere preso in giro da Gennaro, d'altronde era ciò che facevano costantemente da quando si conoscevano.
Decise che un altro po' d'acqua calda non avrebbe fatto male, si sciolse l accappatoio, entrò nella doccia, e azionò l'acqua.

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