Relax, Take it easy

955 54 2
                                    

Erano le 9:00 del mattino, Mika si svegliò con un Dopo sbornia atroce, aprì gli occhi e si ritrovó accoccolato tra delle braccia tatuato.

« where am i...?»

Il ragazzo si alzó con il busto e si strofinó gli occhi ripetutamente cercando di ricordare cosa fosse successo la sera prima, a tratti ricordava lui, il costume da Batman, i drink, Margherita che va via con Luca, un Robin gentile che lo aiuta ad alzarsi dal pavimento del bagno.

« Federrico, wake up...»

Fedez muguló qualcosa e con fatica aprì gli occhi.

« Sei ancora qui?»

« Cerrto, dove dovrei stare? Non so nemmeno dove sono»

« Relax Batman, sei a casa mia, hai dormito qui, non ti reggevi in piedi e non sapevo nemmeno dove abitavi»

Mika fece un sospiro e si guardó intorno.
La camera del tatuato era piccola, molto disordinata, le coperte erano e blù e le pareti di un azzurró chiarissimo ricoperte da poster e disegni che probabilmente erano opera sua.

« Potresti... Portarmi a casa?»

Federico sbuffô e con uno scatto si alzó dal letto lanciando le coperte per terra, era in mutande nonostante l'inverno fosse alle porte e faceva un freddo cane, il riccio rimase qualche secondo a fissare il ragazzo mezzo nudo per poi distogliere lo sguardo imbarazzato.

« Ti aspetta fuori»

« Tranquillo resta, non mi metti in imbarazzo»

Il viso di Mika era completamente rosso, avrebbe voluto semplicemente dire " Non sei tu il problema, me lo stai facendo diventare duro e non vorrei avere un erezione d'avanti a te, sarebbe imbarazzante"
Il riccio per distrarsi da quello spettacolo fissava gli angoli della stanza e pensava a qualcosa di molto triste, come un cucciolo di cane morto, la fame nel mondo e cose di questo genere, e ciò sembrava funzionare.
Era ancora vestito da Batman e questo Federico lo notó.

« Metti questa»

Michael prese al volo una felpa nera che non era proprio nel suo stile e la indossó, gli andava a pennello dato che il minore vestiva con felpe di una p due taglie in più.

« Ok, sono pronto andiamo»

I due uscirono di casa e un vento freddo li avvolse, Mika si voltó verso il milanese e gli sorrise timidamente.
Mika gli disse dove abitava e Federico lo trascinó in vicoli e quartieri del tutto degradati per tagliare la strada e arrivare con qualche minuto di anticipo.

« Perché ti sei trasferito a Milano?»

Il sorriso sparì dalle labbra del riccio, abbassó il capo e fece un profondo sospiro.

« Mio padre, il suo lavoro»

« Hai la ragazza?»

Mika alzó la testa di scatto, le sue guance si tinseró di rosso.

« No, le ragazze... Non sono mio genere non so se capisci»

« Sei gay?»

« yes...»

« Mh, allora hai un ragazzo»

« Io lo aveva a Londra, ma non è finita bene»

I due arrivarono ad un incrocio che il più alto riconobbe subito, si fermó e si voltò verso il minore.

« abito lì, grazie per avermi fatto stare da te »

« prego, dai ti accompagno alla porta»

« No! Non c'è bisogno»

L'inglese posó frettolosamente un bacio sulla guancia del tatuato e si allontanó,il cuore di Federico si fermo per un istante, e gli si stampó un sorriso ebete sulle labbra.

« Mik....» urló il minore.

Il ragazzo si giró di scatto.

« Questa sera, ho una battle che ne dici di venire?»

Mika si avvicinó sorridendo timidamente.

« wait, ti ho detta che sono gay»

« i gay non escono?»

« non essere problema per te?»

« perché dovrebbe? sta sera alle 8»

« può venire anche Margherita?»

« certo»

« A sta sera Fedèz»

Il riccio si voltó con un sorriso anche troppo ampio, aveva forse un appuntamento? Non sapeva cosa fosse una battle, ma non vedeva l'ora di scoprirlo.

FragiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora