Rain

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Passarono i giorni e le chiamate di Federico venivano del tutto ignorate da Michael, aveva deciso di evitare in qualsiasi modo il ragazzo, a scuola era il primo ad entrare e l'ultimo ad andarsene pur di non incontrarlo.

Quella mattina faceva più freddo del solito, il riccio si stava dirigendo a scuola, le auto con i vetri appannati gli facevano da sfondo, erano una grande tentazione per Mika, avrebbe voluto scrivere su ogni finestrino con le dita, ma qualcuno lo aveva preceduto.

Macchina n1 « Qualsiasi cosa»

Macchina n2 « ti abbia fatto»

Macchina n3 « perdonami»

Macchina n4 « perché un po'»

Macchina n5 « mi manchi»

Una smorfia interrogativa su pronunció sul volto di Michael.

whoever wrote it is really desperate!

Alzó lo sguardo e notó una figura che lui conosceva molto bene appoggiata a un auto scura, chiaramente aveva preparato queste scritte per lui e lo stava aspettando.

Mika aumentó il passo è si affrettò a superare il Milanese senza incrociare nemmeno lo sguardo.

« Mik!»

Fedez inizó a correre e lo fermó tirandolo per la giacca.

« Si puó sapere che cazzo ti prende? Perché continui ad evitarmi?!»

« please Fedèz no è momento»

« Sta sera, vediamoci sta sera»

Mika si guardò intorno, avrebbe voluto rifiutare, ma qualche spiegazione gliela doveva.

« Dove?»

« al parco, sta sera alle 8, ti aspetto»

Federico si lasció scappare un sorriso e si allontanó.
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Perché non arriva, perché si comporta così? Ho fatto qualcosa che lo ha ferito? Non è mai in ritardo!

Federico era seduto da quella panchina da diversi minuti, per passare il tempo tirava freneticamente il cordino della felpa da entrambi i lati, l'agitazione era incontrollabile.

Alzó lo sguardo e lo vide, Michael era arrivato, aveva un giubbotto pesante blù è camminava sempre in modo un po' goffo, forse per la sua altezza.

« Ciao»

« Ciao Mik»

Federico si alzó dalla panchina e si avicinó, avrebbe voluto baciarlo, ma il viso del maggiore era indifferente,  il suo modo di fare era freddo.

« Cosa ti prende?»

« prende che non dobbiamo vederci più Federrico»

« cosa? Aspetta ti ho fatto qualcosa?»

« Non possiamo stare insieme»

Un tuono ruppe il silenzio, il cielo si stava annuvolando, e così anche gli occhi di Federico.

« Perché?»

« tu prima sta con me poi va da lei, non sai cosa provi per me, non sono tuo giocattolo»

« Tu mi piaci! E lo sai!»

« Io non sa niente, voglio solo stare da solo, lasciami andare»

A quelle parole il minore rimase pietrificato, non pensava che Mika non volesse più avere a che fare con lui.
Inizió a piovere pesantemente ma rimaseró ancora lì sotto la pioggia a fissarsi, i capelli di Michael erano zuppi e Fedez continuava a tremare, non sapendo se fosse il freddo o  perché stava perdendo in pochi secondi tutto.

« Posso cambiare»

« No devi cambiare, vivi la tua vita, ti prego, fa finta che non c'è stato niente»

« Ma c'è stato!» sussuró a fior di labbra.

Il milanese abbassó la testa e si portò le mani al volto.

« forget me»

Detto questo l'inglese si voltó e si diresse verso casa, Fedez rimase lì sotto la pioggia a guardarsi le mani, era davvero scosso, non voleva che finisse così.

Continuó a piovere quella notte, l'aria gelida ghiacciava i pensieri, e con la speranza di un dopoguerra si aspettava il sole.

FragiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora