La società come organismo biologico

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Ogni giorno milioni di cose nascono e muoio dentro di noi, tutte legate da un tacito accordo biologico chiamato Vita.

Da sempre la collaborazione, seppur microscopica e silenziosa, ha dettato le leggi della sopravvivenza.

Atomi, molecole, elementi, sostanze, poi cellule, tessuti, organi e in fine noi: complessi e organizzati organismi che non abbiamo idea di cosa siamo veramente.

La catena non s'interrompe: noi, la famiglia, gli amici, i compagni, la scuola, i quartieri e le città, le regioni, gli stati, i continenti. Mondo.

Tutto tracciabile, tutto collegato e indispensabile. Senza la parte più piccola non ci sarebbe quella più grande, senza la parte più grande sarebbe inutile la più piccola.

Non ci rendiamo conto di che cosa facciamo parte, abbiamo il coraggio di sentirci soli, potenti, abbandonati, unici. Ci limitiamo a conoscere solo quello che i nostri occhi possono vedere, le orecchie sentire, le mani toccare; quello che ci circonda ci appare circoscritto e limitato, tutto ha un margine, un bordo o uno spigolo, una fine.

In torno a noi c'è un mondo che non può essere limitato da un tratto di matita, cose che non possono essere fotografate, spiegare o scritte; alcune cose non possono essere ingabbiate nelle nostre menti, troppo grandi per una scatola e troppo leggere per la memoria.

Ma senza qualcosa che collega tutto cosa rimarrebbe? Nulla.

Un tacito accordo regna sulla terra, noi lo firmiamo nel momento esatto in cui veniamo al mondo e passiamo tutta la nostra vita a cercare questo contratto che abbiamo sempre davanti agli occhi.

La scienza, col suo progredire, sta racchiudendo tutto in leggi fisiche e matematiche sempre più complesse che solo pochi sono in grado di capire; ma essendo il mondo una cosa di tutti, siamo tutti necessari per mandarlo avanti e le sue leggi devono essere chiare e semplici.

Alla base di tutto ci sono la collaborazione e la coevoluzione.

Possiamo immaginare il Mondo come un sistema biologico per spiegare come tutto sia basato su due singoli principi: ognuno di noi è una cellula che, unita con le altre, forma le molteplici sovra strutte fino ad arrivare a spiegare la società come se fosse un organismo.

Il sistema della collaborazione prevede che i singoli individui, cioè le cellule, siano diversi sotto molteplici aspetti; se fossimo tutti uguali non avremmo bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere.

Se le singole cellule di un organismo fossero tutte uguali, l'organismo sarebbe biologicamente programmato per compiere solo una determinata funzione, sarebbe specializzato in un unico ambito; ma la vita comprende più ambiti e una funzione non garantisce la sopravvivenza.

La diversità è uno dei punti di forza del mondo.

Senza un'evoluzione il singolo va in contro all'estinzione.

L'evoluzione è l'unica soluzione possibile: ogni cellula deve imparare a differenziarsi, devono essere ridistribuiti i compiti in modo mirato e non casuale, sfruttando le predisposizioni dei singoli che possono dipendere da molti fattori.

Non basta però essere diversi, è necessario sfruttare questa diversità in modo intelligente, avere quindi una parte che permetta il corretto funzionamento dell'intero sistema e che sappia far fronte ai problemi.

Se questo organo non guarda al bene di tutto il sistema, ma si preoccupa unicamente del suo fabbisogno allora l'organismo non può sopravvivere e se muore l'organismo muore anche l'organo al suo interno.

Il centro di comando può essere associato al cervello.

Il cervello non è un'unica entità, anch'esso è formato da molte cellule specializzate che ne permettono un funzionamento continuo, senza pause o interruzioni che possano danneggiare tutto il sistema.

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