Molta della conoscenza superficiale deriva dagli stereotipi, che attraverso l'enfatizzazione di alcune banali caratteristiche tendono a ridicolizzare la visione del mondo.
Accade questo anche per gli stati: l'Italia è pizza e mafia, l'America è McDonald's e casa bianca, la Russia è freddo e comunismo, la Germania è da sempre il simbolo dell'austerità e del pugno di ferro.
Dalla rivoluzione industriale la Germania si è distinta come paese sviluppato e innovativo, alla ricerca della supremazia commerciale e del potere sugli altri stati europei.
I tedeschi però, non videro sempre lo splendere delle acciaierie e la solidità del proprio governo: la più grande crisi tedesca si ebbe dopo la dura e sofferta sconfitta della prima guerra mondiale, stipulata con i trattati di pace di Parigi del 1919.
In quest'occasione la Germania perse tutto quello che l'aveva resa forte e solida: i giacimenti minerari, le colonie, l'esercito e ingenti somme di denaro. Questa situazione post bellica si ripercosse sull'intera economia del paese riducendolo ad uno stato arretrato, pieno di rancore e malcontento popolare, che crebbe con il crescere dell'inflazione e della svalutazione del marco.
La Germania era guidata dalla repubblica di Weimar, che non fu in grado di risollevare le sorti del paese, promettendo molto ma riuscendo a concludere poco; l'unica cosa che pareva in grado aiutare l'economia fu il piano americano di aiuti monetari che s'interruppe con il crollo della borsa di Wall Street nell'ottobre del 1929.
Questo crollo dell'economia mondiale fu il colpo decisivo per la Germania che, afflitta non solo dal punto di vista economico ma anche sociale, rivolse lo sguardo verso colui che sembrava essere in grado di risollevare le sorti dell' intero paese: Adolf Hitler.
Come successe anche in Italia nel 1922 e in Spagna tra il 1936-1939, dopo una grande crisi il potere tende a spostarsi nelle mani di un partito di estrema destra; accadde esattamente questo in Germania con l'elezioni del 1933. In sei mesi Hitler passò dall' essere nominato cancelliere ad autoproclamarsi capo dello stato e a concentrare tutti i poteri nelle sue mani.
Il 1933 può essere considerato con l'anno d'inizio del nazismo tedesco.
Il nazismo è un'ideologia sociale, oltre che una linea politica, che invase le menti dei tedeschi facendo leva sul malcontento popolare e promettendo il ritorno della Germania forte e solida nello scenario non solo europeo ma mondiale.
L'idea di Hitler era quella di mostrare la superiorità della Germania in ogni campo, per fare ciò ordinò il riarmo della nazione che permise una ripresa dell'industria pesante e bellica creando nuovi posti di lavoro; si occupò dell'istruzione imponendo una ferrea disciplina fin dai primi anni di scuola, facendo crescere donne e uomini disposti a tutto in nome suo e della nazione.
La propaganda divenne così fondamentale per Hitler da fargli creare un ministero apposito: ogni slogan, ogni pubblicità e ogni immagine divulgata era attentamente progettata e controllata affinché nulla potesse sminuire lo stato tedesco, anzi tutto doveva enfatizzare la superiorità della razza ariana rispetto a tutte le altre.
Spesso si commette l'errore di associare l'ariano con il tedesco; in realtà l'ariano rispondeva a prestabiliti canoni principalmente estetici: capelli biondi, occhi chiari, bellezza diafana, prestanza fisica e atletica; che uniti con l'amore incondizionato verso la patria e il lavoro, rendeva l'uomo superiore a qualsiasi altro.
Hitler aveva un particolare progetto per questa razza privilegiata: la conquista dalla supremazia totale doveva essere attuata con l'aiuto degli ariani inglesi, verso i quali aveva molta stima e che invitò più volte ad unirsi a lui nel suo progetto di espansione. Mentre gli ariani tedeschi avrebbero dovuto ottenere il controllo dell'Europa dell'est, dai paesi slavi fino a Russia e all'oriente, quelli inglesi avrebbero dominato sull'Africa e l'Oceania. Ma ricevendo un rifiuto, Hitler decise di procede da solo nel suo intento.