Lily

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-Lily, sto andando a lavoro!- Urlò James dall'ingresso.

-Dammi un bacio, prima.- Sua moglie ancora in pigiama lo raggiunse e sorridendo lo baciò. James sorrise sotto i baffi e uscì di casa. -Allora Harry, che facciamo stamattina?- Il bimbo in tutta risposta si limitò a mettersi la manina in bocca e a fissare la sua mamma. -E va bene, allora chiamo Emmeline e ce ne andiamo tutti e tre in giro per Diagon Alley.-

....

-Aiutami con il passeggino, Em!- Esclamò Lily. A distanza di circa un'oretta, come aveva deciso, erano in giro per Diagon Alley.

-Sì.- La bionda si avvicinò alla sua amica e sistemarono insieme il passeggino babbano di Harry, che intanto si guardava intorno curioso.

-Be', possiamo andare.- Annunciò Lily soddisfatta. Iniziarono a camminare per la cittadina dando spesso sguardi alle vetrine. -Sirius oggi è di turno?-

-Sì, James?- Rispose di rimando.

-Sì. Non c'è da stupirsi che casualmente abbiano sempre gli stessi turni.- Alzò gli occhi al cielo.

-Infatti.- Concordò ridendo.

-Ma...come mai sai i turni di Sirius?-Si finse indifferente.

-So dove vuoi andare a parare, e no, non c'è niente e mai ci sarà.-

-Ma c'è stato.- La rossa continuava a scrutare le vetrine.

-Tre anni fa, Lils e non ne voglio più parlare.-

-Ma è palese che vi amate ancora.- Insistette.

-Semmai lui mi ama ancora.- Le tremava la voce.

-La cosa sembra reciproca, e non vedo perché non dobbiate stare insieme.- Si girò finalmente verso di lei, ma Emmeline non incontrò il suo sguardo.

-Ci siamo lasciati male.-

-Male? È stata colpa tua.- Quasi alzò la voce.

-Ah giusto, scusa se lui mi ha tradita.- Alzò gli occhi al cielo.

-Sei stata tu ad accusarlo senza nessuna prova concreta.-

-È questo che pensi?- La sua voce era decisamente alta, tanto da attirare l'attenzione di tutti i presenti.

-È questo che so.- Si limitò a rispondere.

-E chi te l'ha detto? James, forse? Perché se è così, è totalmente irrilevante.-

Nel frattempo James e Sirius erano in missione speciale per il Ministero e pattugliavano Hogwarts.

-Dovremmo bussare?- Chiese il riccio una volta giunti davanti alle imponenti porte in quercia.

-Perché dovremmo? È casa nostra, Felpato.- James scrollò le spalle e aprì le porte di quella che per sette anni era stata, come aveva appena ricordato al suo amico, casa loro.

-C'è nessuno?- Urlò Sirius. Gazza spuntò scattante dal nulla e lanciò sguardi di fuoco ai due. -Ah, eccoti qui.- Ghignò. -Abbiamo un mandato speciale dal Ministero, dovremmo proteggere la scuola da Voldemort e per questo dobbiamo pattugliare l'edificio.- Disse con aria superiore. Il collaboratore si fece da parte con riluttanza dopo aver letto il mandato, lasciandoli passare.

-Ora ti senti potente?- Ramoso rise in silenzio per non attirare l'attenzione di Gazza.

-Certo.- Ghignò. -Buongiorno Professor Silente.-

-Buongiorno a voi, ragazzi. Come mai qui?-

-Ci ha mandato il Ministero, solo un controllo.- Spiegò Potter.

-Be' cari, temo che non troverete niente che non va, Hogwarts è un posto molto più che sicuro.-

-Conosciamo bene questa scuola, non recheremo altri danni , non si preoccupi.- Sirius cercò di rassicurarlo, ma Albus Silente lo conosceva fin troppo bene per stare tranquillo quando si trattava di lui e James. Si addentrarono nell'immensa scuola e iniziarono ad ispezionarla con i rilevatori di magia oscura. -Hei Ramoso, ma poi come hai fatto a farti perdonare da Lily?-

-Le ho portato la colazione a letto e una rosa rossa, anche se merita di più.- Scrollò le spalle.

-Che poeta.- Roteò gli occhi.

-Parla lui, Emmeline di qua, Emmeline di .- Imitò il suo gesto.

-Zitto un po', idiota e cerca di lavorare.-

Before the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora