Capitolo 11
Apro gli occhi lentamente cercando di focalizzare ciò che mi circonda, ma non riesco a vedere niente se non ancora buio e un odore diverso da quello che ricordavo, da quello che ho lasciato. Sembra strano, ma conosco anche questo posto, ma al momento riuscire a focalizzare dove l'ho già visto sembra uno sforzo fin troppo grande per me, almeno per il momento ...che diamine, perché non riesco neanche a muovermi?! Ci provo, ma sento le membra così pesanti da sembrare dei macigni, iniziando ad avere quasi un attacco di panico, mentre un bisogno disperato di alzarmi e di sentirmi libero di farlo mi assale. Ho bisogno d- «Calma» mi sento toccare sulla fronte e poi come un peso vicino al mio fianco, spostando gli occhi per vedere cos'è e ancora niente, non vedo niente.
Con dolore una luce mi colpisce la vista portandomeli a chiudere di nuovo in un lamento, per la brutalità con la quale essa mi ha colpito, chiedendomi da quanto tempo è che stavo al buio. Cerco di respirare con calma, ma non è facile e riaprire gli occhi ancora meno, riuscendoci solo dopo un tempo lunghissimo in cui li ho sentiti bruciare dal fastidio. «Respira» mi sento dire di nuovo, così come quel tocco ora sul collo al quale mi abbandono andandogli incontro. Le forme intorno a me cominciano a prendere forma, così come i colori, iniziando ad avere una visione di insieme di ciò che mi circonda e di dove sono; ma la prima cosa che vedo chiaramente sono dei profondi occhi verdi, fissi nei miei e severi.
«...d-dove sono?» chiedo perso in quello sguardo, sorpreso che la gola non bruci più come prima. Provo a muovere le dita delle mani e dei piedi, riuscendo ad avvertirle, anche se ancora incredibilmente pesanti. Provo a guardarmi e la prima cosa che colpisce il mio sguardo è ...bianco, ogni cosa intorno a me e su di me è bianca.
«Siamo in ospedale» mi risponde confermando l'ipotesi che si stava formando nella mia mente, anche se non capisco perché siamo qui e non a casa mia o... casa sua. «Ora dormi» mi dice secco facendo per alzarsi dal bordo del letto e non riesco a capire come la mia mano scatta, lo afferra e lo stringe per la giacca, in una silenziosa richiesta. Si volta a guardarmi e trattengo il respiro, non so neanche cosa dirgli o cosa fare, ho solo l'impressione che se lo lascio andare poi sparirà.
«Q-quanto ho...?» inizio e poi comincio a tossire, graffiando quella gola ancora infiammata, sentendomi come se fossi stato messo sotto da uno schiacciasassi. Il corpo inizia a formicolare e comincia a dolere scoppiando anche a ridere, senza una ragione valida, forse in risposta a questa immobilità che non permette al mio sangue di circolare come dovrebbe.
Con la mano continuo a trattenerlo e lui continua a rimanere fermo, a guardarmi ed io lo faccio a mia volta, chiedendomi cosa stia pensando e se ce l'abbia con me ...perché credo che abbia tutte le ragioni del mondo per avercela con me, infondo gli ho mentito, lo abbiamo fatto tutti. «Sono tre giorni che dormi, vedi di continuare» mi dice e non mi piace come risposta, stringendo la presa, anche se non ho alcuna forza nelle dita. Non riesco a chiuderle come dovrei e mi fa rabbia, perché sarò tornato umano, ma mi sento comunque ugualmente impotente.
«...non voglio dormire» sussurro, è un desiderio forte che non posso sconfiggere. Non voglio chiudere gli occhi, perderlo di vista, perdere me stesso e sognare anche se non so come sono riuscito a non farlo per tutto questo tempo. «Sei rimasto» non è una domanda, ma una presa di coscienza. È rimasto qui, con me.
Allunga una mano sulla mia fronte e la colpisce, un gesto secco e neanche tanto forte, ma che mi fa gemere comunque dal dolore. Perché con lui devo sempre farmi male? «Zitto, ragazzino. E dormi» ringhia sedendosi di nuovo vicino a me, come se questo potrebbe aiutarmi a dormire, ora che finalmente sto riprendendo possesso delle mie facoltà almeno mentali, visto che fisiche ancora non ci siamo.
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Before your eyes
FanficStiles convinto di non avere alcuna speranza con Derek si è ormai rassegnato a guardare il lupo da lontano, finché non gli viene offerta una possibilità con un metodo però "poco convenzionale", che spingerebbe finalmente il giovane Hale ad accorgers...