10-Una giornata senza nome

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"Mille volt! Ma così lo uccideranno!"

Ancora non riusciva a crederci.

Sapeva bene che guardie erano severe ma arrivare a giustiare un detenuto senza pena di morte era da pazzi.

E poi rinchiudevano persone come lei.

Distorse lo sguardo per non vedere il povero K.Smile.
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I fusibili sembravano star per esplodere.

Degli altoparlanti davano l'allarme.

Steven iniziò a sudare freddo.

E proprio in quel momento ebbe un lampo di genio.

Quando la scarica lo colpì, gli sembrò di esser stato beccato da un fulmine.

Rideva e si contorceva dal dolore.

Si sentiva come se gli stessero per uscire gli occhi dalle orbite.

Sembrava che il suo cervello fosse sul punto di esplodere.

La scossa duro più di 5 minuti.

Quando fini.
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Ci era riuscito, aveva ucciso quel bastardo.

I suoi colleghi si risvegliarono.

Uno guardò verso il corpo fumante del detenuto.

Gli si avvicinò e lo prese per il colletto dell'uniforme.

-CHE CAZZO TI DICE IL CERVELLO!-

-GLI HO DATO QUELLO CHE MERITAVA! LA MORTE, SOLO QUESTO SI MERITAVA! E adesso... aiutatemi a portare via il cadavere.-

-TE LO PUOI SCORDARE!-

-BENE! Allora andrò dal direttore e dirò di quella volta in qui hai fatto evadere un detenuto perchè era il pupillo di Don Carmine, con qui se ben ricordo ai un debito da saldare.-

-Daccordo. Venite con me voi.-  rispose sconfitto.

Detto questo aprì la porta che separava la cabina dal resto della stanza.

E si diressero verso il pannello su qui giaceva il corpo del ragazzo.

Il fumo usciva letteralmente dal corpo.

Mentre lo sganciavano dal pannello

Si svegliò di soprassalto ridendo... di loro.
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Rideva pensando "Non sanno cosa sta per capitargli. Sarà fantastico!"

Dopo essersi liberato, saltò addosso ad una guardia, sedendosi su di lui.

Gli prese la pistola e iniziò a giocherellarci.

Gli altri erano rimasti pietrificati.

-Che c'è dolcezza? Non ridi più? Che peccato, avevo voglia di ridere col tuo cadavere! HAHAHAHAHAHA!-
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"Lo adoro quando parla così sadicamente"

Pensò nascosta dietro all'entrata della stanza.
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-Bene... Owens, voglio fare un gioco con te.-

Le altre guardie erano sbiancate da quando lo aveva aggredito.

-Ovviamente siete invitati anche voi.-

Sparò ad un centimetro dalla testa di Owens.

Una delle guardie rinsanì e gli sparò nella spalla.

Si guardò la ferita... e fece scappare una risatina insana.

-Davvero non sai fare nulla di meglio?-

Gli sparò, colpendolo in pieno petto.

-Eliminato!-

-Chi vuole farsi avanti? Non siate timidi.-

Un altra guardia lo colpì alla mascella con un manganello di ferro, facendolo cadere.

Iniziò a ridere in modo sadico.

Si rialzò.

La mandibola si era spostata dalla solita posizione.

-HAHAHAHAHAHA! Finalmente qualcuno che colpisce in modo decente.-

Si riposizionò la mandibola.

-Ora tocca a me!-

Mentre la guardia cercò di ricolpirlo gli prese il manganello e gli spaccò il braccio, facendogli uscire l'osso del gomito.

Gli uccise uno ad uno senza problemi.

Si ripulì dal sangue e solo in quel momento si accorse della presenza della ragazza nascosta dietro all'ingresso.

Gli andò incontro e lei iniziò ad andarsene.
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Mentre si allontanava.

Qualcuno la prese dalle spalle.

-Ehi! Perchè scappi?-

Finalmente potè vederlo in faccia, i capelli silvestri, gli occhi color smeraldo e le labbra rosse che creavano un enorme sorriso.

Senza rendersene conto si incantò nel guardare i suoi occhi.

Lui le schiocchiò le dita davanti alla faccia per farla rinsanire

-Eh... Io... Passavo di lì e...-

-Adesso non mi interessa perchè eri lì. Certo che potevi anche aiutarmi.-

-Scusa...-

-Comunque piaciuto lo spettacolo?- chiese divertito.

-Divertente.-
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Mentre passeggiavano per il corridoio

-Allora, in che ala sei della prigione?-

-Nella nord, perchè me lo chiedi?-

-Perchè quella è l'ala per così dire "psichiatrica" dove sono rinchiusi i detenuti con dei disturbi mentali - disse- ed è anche dove si trova la mia cella.- aggiunse lei.

-Bene ma ora posso sapere il tuo nome?-

-Mi spiace ma lo saprai domani.-

-Perchè domani?-

-Tu vieni solamente alle 3 alla stanza 3.9.6.-

-Okay ma perchè?- non fece in tempo a finire la domanda che lei era già in fondo al corridoio.

-Ricordati ci tengo!- gli disse prima di cambiare corridoio.

Mentre si incamminava verso la sua cella, il suo "amichetto" tornò ad infastidirlo.

"Hai visto che culo aveva quella!"

-Iniziamo bene.-

"Parlando seriamente che strafiga era!"

-Si è una bella ragazza ma non mi sembra niente di che.-

"Seriamente?!"

-Comunque posso darti un nome sono stanco di parlare senza sapere il nome delle persone con qui parlo.-

"Okay Steven allora chiamami... Psycho."

Ben ritrovati!
Quanto tempo! Come state?
Vi siamo mancati?
Comunque, passati i saluti, ditemi cosa vi piace o non vi piace nella storia, cosa volete che aggiunga, voglio la massima sincerità da voi.
Detto questo vi saluto.
Ciao Ciao!
(OuO)
By IlFiglioDellaFollia

A Fool In NY City (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora