07.

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We'll be looking for sunlight or the headlights till our eyes burn blind.

[Roman Holiday, Halsey.]

Aprì lentamente gli occhi azzurri, chiari e limpidi quella mattina. Come la bella giornata che poteva ammirare dalle finestre.
Strizzò gli occhi mettendo a fuoco ciò che si trovava davanti, alla visione della biondina seduta sulla sedia in legno con la testa poggiata sul bordo del suo letto dell'infermeria sorrise. Nonostante le avesse detto che era solo uno stupido problema alla caviglia, lei aveva insistito a rimanere accanto a lui tutta la notte. Dormiva beatamente, mentre ogni tanto le scappavano dei piccoli sbuffetti, cosa che sembrava divertente agli occhi del ragazzo. Le sfiorò i capelli biondi con le dita, erano tinti, si vedeva. Si chiese come potesse sembrare con il suo colore naturale.
Nel frattempo, mosse la caviglia e notò con gran sorpresa che era guarita.

Luke sospirò, portando una mano fra i capelli e tirandoli lievemente, in segno di frustrazione.
Non era mai stato sicuro di se a dire il vero.
Forse non era quello che sembrava, ma sin da piccolo era quel bambino che rimanendo in silenzio osservava tutto nei minimi dettagli, non amava parlare, si sentiva a disagio davanti agli altri, ma col passare degli anni, al Campo Giove, lui era riuscito a recuperare sicurezza e determinazione. Autorità e compostezza. Aveva acquisito tutte le caratteristiche di un condottiero. Non aveva più paura di nulla, era stato addestrato anche a questo. Non c'era nulla da temere, se non se stessi, pensava. Ma questa volta le cose erano diverse. Aveva un peso troppo grande sulle spalle.
Troppo importante.
Un solo passo falso e avrebbe scatenato guerre su guerre. Quello giusto e avrebbe ricevuto onore e gloria.
Ma Luke non aveva messo in conto ancora qualcosa. Qualcosa che doveva scoprire ancora lui stesso.
Avrebbe voluto che ci fosse sua madre lì con lui, come quando, terrorizzato dal buio, lo tranquillizzava cantandogli qualche motivetto che tristemente adesso non ricordava. Gli mancava sua madre.

Si mise a sedere, e leggermente intorpidito di stiracchiò. Alzandosi prese un respiro e guardò la ragazza dall'altra parte del letto. Si avvicinò a lei e delicatamente la prese tra le braccia, lei si mosse appena ma ritornò a dormire tranquillamente. Cercò per qualche minuto il dormitorio dei figli di Ermes e non appena riuscì a trovarlo, vi entrò notando che ormai, visto l'orario, erano già tutti fuori. La fece distendere delicatamente sul letto, come se avesse paura di poterle fare del male, e le rimboccò le coperte, scostandole poi alcune ciocche di capelli dal viso. Dopo averle dato un'altra occhiata, si voltò uscendo dalla cabina.

Il sole gli accecò gli occhi per qualche secondo, per poi ritornare a vedere normalmente. Era diverso, diverso da casa sua, pensò, guardandosi attorno.

«Luke.» rise il corvino alle sue spalle.

Luke sgranò gli occhi voltandosi verso il ragazzo.

«Tu devi essere Luke, giusto?» gesticolò.

«Si sono io.» disse confuso.

«non sei il figlio della nostra vecchia vicina, no?» inarcò un sopracciglio.

Luke gli rivolse uno sguardo in cerca di spiegazioni ma ottenne solo una risata da parte del ragazzo.

«Io sono Calum. Il fratello di Rain.» disse come a sottolineare la cosa, sapendo che i due si conoscevano.

«Non sapevo avesse un fratello.» sorrise appena e si strinsero la mano.

«tu sei anche un..?» lo guardò Calum dalla testa ai piedi.

«Semidio. Non è così?» disse il centauro davanti ai due ragazzi, affiancato da Logan.

Il cuore di Luke cominciò a battere velocemente e annuì.

Rain » lrh - [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora