09.

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Go ahead and cry little boy.

[Daddy Issues, The Neighbourhood.]

Il ragazzo era inginocchiato per terra, la testa bassa verso il fiore che teneva in mano, una margherita, una di quelle che crescono tra i prati verdi del campo. I petali erano privi di qualunque colore che non fosse il nero. Strinse il fiore in un pugno, e questo si sgretolò come cenere.
Sotto le sue ginocchia si stagliava una crepa profonda nel terreno, che si estendeva per vari metri.
I semidei lo guardavano attoniti, erano disposti intorno a lui, nelle due parti che la faglia divideva.
Le lacrime calde e amare si facevano spazio lungo le sue guance fino a cadere al suolo.

Sopra la sua testa aleggiava un ologramma nero con inciso il simbolo di Ade. Il dio aveva riconosciuto il proprio figlio.

«Determinato.» furono le parole che disse Chirone, davanti alla folla di semidei, quando rivolse lo sguardo al corvino.

Il ragazzo si alzò serrando la mascella e asciugando severamente le lacrime sulla guance ormai bagnate.

«Ave a te Calum Hood, figlio di Ade, dio degli Inferi e del sottosuolo.» disse il centauro con voce solenne.

Adesso per i due fratelli, aveva tutto più senso. Questo dava una spiegazione agli atteggiamenti di Calum, dava senso a quello che era Calum, veramente.

E il ragazzo, seppur sconvolto, era finalmente sollevato dal sapere che aveva un padre in realtà. Che lui esisteva e che lo aveva riconosciuto come proprio figlio.
Solo, non si sarebbe mai aspettato che fosse lui il padre. Piangeva per felicità? No di sicuro.
La verità era che per tutti questi anni, aveva sempre provato rabbia verso il padre, e forse ne nutriva ancora adesso. Lo odiava perché non c'era mai stato, perché non si era interessato a lui, e alla sua famiglia.
Perché fosse comparso solo allora.
Perché Calum era così per colpa sua. Erano simili, era comune la rabbia che apparteneva a loro anche se per situazioni differenti.

Il ragazzo chiuse gli occhi serrando le mani in due pugni, diventò invisibile agli occhi degli altri e scappò verso la foresta, in cerca di un posto dove stare da solo con i suoi pensieri, mentre Azura guardava ancora il punto dov'era scomparso, immobile e sconvolta.

Luke guardò Chirone.
«È figlio di uno dei tre pezzi grossi.» notò.

«Un altro giuramento infranto.» rispose il centauro.

Azura gettò la spada per terra, con la quale si stava allenando poco prima e seguì le tracce del corvino, senza dare attenzioni alle voci che la richiamavano da dietro. Non aveva neanche pensato di cercarlo, lo aveva fatto e basta. Come se un vento più forte della sua volontà e del suo pensiero l'avesse spinta a farlo.

Il cielo era grigio e le nuvole sembravano promettere pioggia, ma non importava.

Calum, dove sei? pensò la mora.

Calum sentiva, vedeva, i pensieri della gente quando le era vicino.
E questo gli faceva scoppiare la testa.
Non aveva neanche il tempo di pensare lui stesso, che in un batter d'occhio si ritrovava a scoprire i pensieri della gente, pur senza volerlo. Eppure lui non volle risponderle, semplicemente la guardava, come un amante dell'arte osserva un quadro, come un astronomo osserva il cielo.

E in quel momento pensò che gli occhi di Azura, neri e brillanti, alla luce della Luna dovessero sembrare due piccole stelle. Desiderava che brillassero ancora di più, per mano sua.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2016 ⏰

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Rain » lrh - [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora