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Scusate, scusate, scusate!
Davvero, sono un mostro..non aggiorno da non so quanto tempo ma vi assicuro che non ho trovato il tempo per far nulla.
Ho studiato un sacco e ho dato un sacco di interrogazioni..ecco a voi il capitolo.

NB: da adesso in poi ci saranno complicazioni!!

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Louis' pov.

20 luglio 2013:

"Sei bellissimo".
Ancora ripensavo all'ultima parte del messaggio di ieri sera. Da quando quella mattina avevo aperto gli occhi non avevo fatto altro che sorridere, sorridere e ancora sorridere. Com'è bella quella sensazione che ti pervade, che ti incatena l'animo e ti intorpidisce fino all'ultimo. Quando ogni sospiro sembra una canzone, e ogni sorriso illumina tutto.. Sembra quasi illuminare il mondo e migliorare la giornata a chiunque incroci il tuo cammino. Mi sentivo così, nè più nè meno.

Ma nessuno sapeva che presto avrei abbandonato quelle sensazioni.

Di fretta e furia mi ero lavato e sistemato, per poi correre a prendere il pullman che mi avrebbe portato al campo. Lui su quel pullman non c'era mai, a differenza di altri bambini e ragazzi che vedevo ogni giorno. Lo vedevo ogni mattina arrivare con la sorellina più piccola, Gem, accompagnati dal padre o la madre che subito dopo si immettevano nel traffico per cominciare un'intensa giornata di lavoro.

Anche quella mattina infatti, vidi arrivare Harry mano per la mano con Gem, varcare la soglia del campo e cercarmi con lo sguardo. Era così bello, con quei ricci morbidi e leggermente definiti, con le labbra rosse e l'espressione corrucciata e persa.
Stavo per alzare il braccio e fargli un piccolo cenno, con un grande sorriso stampato in faccia, quando qualcuno , che subito dopo riconobbi come la direttrice, mi passò accanto intimandomi un "Louis, seguimi in direzione".

Non nascondo che, per nessuna ragione apparente, cominciai a sudare freddo e a pormi milioni di domande. "Avrò sgridato troppo Edward? Oppure avrò sbagliato qualcosa in squadra?".

Arrivato davanti la porta della direzione, Lena, la direttrice, aprì la porta entrando. Entrai a mia volta e mi fece cenno di chiudere la porta dietro di me. Una volta abbassata la maniglia mi voltai lentamente verso di lei e aspettai che mi rivolgesse la parola. Lena si posizionò dall'altro lato del tavolo e, poggiando le mani su di esso e rimando in piedi, mi fissò.

"Come va, Louis?"

Mi guardai un po attorno spaesato e sorpreso dalla domanda, per poi rispondere "Bene, ti ringrazio Lena"

"Sono contenta" disse, ma non lo sembrava davvero. Non risposi, non sapevo cosa dire, ma sapevo che oltre tutto quello c'era dell'altro..chissà quanto altro.
Girò attorno al tavolo e, arrivata lateralmente, si poggiò con una mano sul tavolo e poso l'altra mano sul suo fianco destro.

"Vuoi dirmi qualcosa?"

Quella frase era stata come un fulmine a ciel sereno. Cosa intendeva? Cosa avrei dovuto dirle? Qualcosa mi portava a pensare che non mi ero comportato male con i bambini, anzi..tutto il contrario. Ma io ancora non lo sapevo.

"Dovrei?" Chiesi soltanto.

Inarcò un sopracciglio e "Penso davvero che tu debba dirmi qualcosa, Louis".

Non poteva essere. Semplicemente non poteva. Sperai fino all'ultimo di essermi sbagliato, di aver creduto male. Non poteva sapere né sospettare. Andiamo, come avrebbe mai potuto scoprirlo?

Mi grattai nervosamente la tempia e poggia l'altra mano dietro la schiena, come a volerla rilassare dai nervi tesi del momento carico di tensione. Socchiusi gli occhi un attimo e poi congiunsi le mani, facendole scrocchiare.

"Dove vuoi arrivare, Lena? Non penso di doverti dire qualcosa."

E fu in quel momento, che mi resi conto di aver sbagliato tutto.

"Avanti Louis. Vuoi davvero prendermi in giro? Stai sul serio, sul serio, provando a prenderti ancora gioco di me guardandomi in faccia? Ma cosa pensavi? Che la notizia non sarebbe arrivata alle mie orecchie?"

Continuavo a sperare nella mia testa che si stesse riferendo ad altro Dillo! Dillo che non stai pensando a quello, dillo!

"Pensavi davvero che non sarei venuta a sapere che hai baciato un ragazzino?" E no, aveva capito benissimo, stava pensando proprio a quello.

"Dannazione, Louis! Quando ti ho accolto come animatore pensavo fossi uno di quelli più integri, che avrebbe rispettato ogni regola. L'ho visto il tuo sguardo deciso quando, illustrandovi le regole, vi ho detto che non si potevano avere relazioni con ragazzi frequentanti il campo! Scuotevi la testa, ne eri convinto anche tu. E poi? Cosa è cambiato? Che delusione, Louis."

Nel frattempo io avevo cominciato a piangere silenziosamente. Non potevo davvero credere che fosse venuta a sapere tutto così in fretta. Chi ci aveva visti? Chi aveva fatto la spia? Chi era stato così meschino da rovinarmi?

"Trovo davvero inutile che tu pianga. Sii uomo, Louis. Hai infranto una regola importantissima, e data la gravità della situazione è doveroso da parte mia rimproverarti e, come ben avrai immaginato, darti una punizione"

A quelle parole avevo alzato lo sguardo e, puntando i miei occhi bagnati nei suoi, freddi, avevo sussurrato "P-punizione?"

"Hai capito bene, ti metterò davanti una scelta, ed esigo una risposta entro domani."

Deglutii. Di che parlava?

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