89 - Oh God!

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Canzone per il capitolo:

Clean Bandit - Extraordinary ft Sharna Bass

Alyssa's p.o.v.

Chiudo la stanza a chiave e cammino verso il piano terra del dormitorio femminile. Mi manca tanto Marie, tra qualche giorno la accompagnerò alla visita in ospedale e non vedo l'ora di essere di nuovo con lei.

Il college mi sta occupando troppo ma infondo voglio continuare almeno io quello per cui mi sono iscritta, devo farlo: per me ma sopratutto per Marie.

Una volta giù, noto Maddie e nei miei occhi lampeggia una nota di malinconia.

Non è più la stessa: quando ha saputo che Stacy andrà via dall'Inghilterra, l'ha messa immediatamente da parte e si è isolata dal mondo. I suoi capelli, sto notando, non arrivano più dopo le spalle ma sono stati tagliati fino alla mascella, meches nere a dividere le ciocche dei suoi capelli.

Mi duole tanto per lei: è come se Marie, da un giorno all'altro mi dicesse che non mi ama più. Da quanto so, lei e Stacy sono -- erano migliori amiche dall'asilo.

«Ehi» provo a creare un dialogo e i suoi occhioni marroni scattano nei mei, spenti.

«Alyssa» borbotta e ingoio la bile.

«Come va?» sa a cosa mi sto riferendo perché si alza dal divano dove prima era seduta e mette la sua borsa sulla spalla.

«Ci sopravvivo» risponde ovvia. Apro la bocca per far fuoriuscire qualche altra domanda, ma mi supera e va via.

Marie's p.o.v.

Scarabocchio qualcosa, pensando alla visita che avrò dopodomani. È lo stesso giorno in cui ci sarà la discussione in tribunale e al solo pensiero, l'ansia si impossessa di ogni mia fibra.

Alyson si agita e poggio una mano sopra il ventre, assaporando i suoi movimenti.

«Stai bene, vero? Avremo la visita speciale dopodomani e finalmente scoprirò quando potró averti tra le braccia. Si, Alyson, potrò finalmente vedere il tuo piccolo viso, scoprire il colore dei tuoi occhi, sentire la tua voce che piange il mio nome e sorridere perché anche se ho paura di affrontare quel giorno, so che dopo una dura lotta avrò il mio premio, te. La mamma ti vuole davvero tanto bene. Alyssa si sta impegnando con il college per assicurarci una buona vita mentre io sti navigando su siti internet per trovare una casa e poter avviare i nostri giorni da vera famiglia. Ho pensato a tutto. » sorrido.



***

Prendo un'altro respiro profondo prima di seguire Alyssa all'interno del corridoio. Una grossa scritta é dipinta, dicendo chiaramente: sala parto e ostetricia.

Ingoio il groppone e continuo a camminare, fin quando un'altra donna,più giovane della dottoressa Qualber mi fa stendere sul lettino.

«Benvenute» dice la sua calorosa voce e un pò di ansia viene calmata.

Alyssa si siede sul piccolo sgabello accanto al lettino dove mi trovo e mi prende la mano. Gli occhi della dottoressa finisce sul nostro scambio di gesti ma non dice nulla.

«Prima di iniziare, vorrei annunciarti che sarò io ad accompagnarti dal travaglio al parto» scrive alcune cose mentre parla e i suoi occhi color nocciola tornano nei miei. Annuisco, seguendo il discorso con la mano sulla pancia e l'altra in quella di Alyssa.

«Bene, procediamo» mi da alcune indicazioni, tra cui sollevare la maglietta e allargare di un pò le gambe in modo che possa mettersi tra di esse e attacca su ogni centimetro di pelle delle ventose gelide. Sussulto al contatto e la ragazza accanto a me ridacchia.

Le mie guancie arrossiscono quando esamino meglio la posizione.

«Sentiremo per prima il battito del suo cuoricino» annuncia e sgrano gli occhi per la sorpresa.

«Davvero?» non posso non domandare e arriccia le labbra, accendendo il monitor davanti a noi.

«Certo che si» e dopo questa, schiaccia un tasto e sento immediatamente un suono ripetuto che immediatamente diventa melodia per le mie orecchie: il battito della mia bambina, sentire che il suo piccolo cuoricino batte all'interno di me mi fa rendere conto per la seconda volta che dentro di me c'è vita. Che Alyson è merito mio e lei è merito di una vita piena di sconfitte e dolori.

«È in ottima salute» indaga e annuisco nuovamente. Il piccolo cartellino sul suo camice bianco mostra il suo nome e leggo: Patrizia Kate Minneghan

«È un bel nome» mi complimento e la dottoressa annuisce, arrossendo.

«Pronte per vedere la bambina?» domanda poi e entrambe annuiamo. Quando appare il faccino di Alyson, una suoneria cattura le nostre attenzioni.

Alyssa accanto a me si alza dal suo posto col cellulare in mano e si allontana, rispondendo. Il mio cuore batte più del normale, potrebbe essere mio padre o qualcuno presente in tribunale.

Si, perché mentre mi ritrovo in una parte di giornata che può rivelarsi meravigliosa perché posso finalmente sapere quando Alyson verrà al mondo, l'altra parte è diventata una guerra con a capo mio padre e i nostri famigliari contro un tribunale indaffarato a causa di Dave.

Sento lo stomaco chiudersi quando mi ritrovo a pensarlo e sbuffo.

«Bene, tutto okay» stampa la foto e la spilla insieme ad altri documenti per poi digitare qualcosa al computer.

Alysss torna dentro con un sorriso sul volto e capisco: papà ce l'ha fatta.

Devo ringraziarlo, é merito suo se Alyson rimane dove deve appartenere: a me e Alyssa.

Saremo finalmente una bellissima e forte famiglia dopo mesi di lotte. Forse è troppo presto per la mia età, ma l'importante é che tra me e lei ci sia sempre la scintilla che ha fatto nascere il forte fuoco che siamo: l'amore.

Con quello, io non ho paura. Ci ha reso deboli ma sopratutto forti allo stesso tempo.

«Allora?» sussurro, riferendomi alla ragazza accanto a me che sta portando una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«È fatta. Alyson può stare con noi» sfoggia in uno splendido e bianco sorriso e mi allungo per unire le nostre labbra.

Ce lo meritiamo, dopo tutto, il nostro lieto fine e tra poco, lo otterremo.

Anche se il mio sesto senso mai avvertito prima, mi dice che non é ancora finita. Ma io non voglio crederci, non voglio darci peso e quindi lascio perdere.

«Chi era al telefono?»

«Mia madre. Ha partecipato al dibattito, ha detto che tuo padre si é fatto valere» racconta con occhi luminosi e non posso fare altro che sentirmi felice.

Patrizia si schiarisce la gola e mi giro per guardarla, ha un cipiglio sul viso.
«Non puoi tornare a casa»

Cosa?


Angolo autrice: cosa pensate succederà?

Fatemelo sapere, sono troppo curiosa dalle vostre supposizioni c:

Alyssa ➳ [lesbian] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora