96 - Goodbye hell

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Canzone per il capitolo:

Mount Dreams - Home ( ft Anatomy)
The radio dept - strange things will happen (adoro troppo la canzone c:)


Marie's p.o.v.

Non riesco a muovermi ma sento la mia mente attiva: quasi come il coma--penso, ma non lo è.

Ho sentito i medici parlare della mia caduta come troppa sofferenza per il mio cuore al momento debole.

La mia Alyson è stata rapita. Non è tra le mie braccia e non posso non pensare che sia solo mia la colpa. Ho lasciato che quella stupida infermiera la portasse via per uno stupido bagnetto. Glielo avrei potuto anche fare io, al diavolo.

Insomma, sono sua madre!

«Ti amo Marie Davis» la voce di Alyssa mi distrae: mi sta tenendo la mano, il pollice fa cerchi delicati sul dorso. È la dolcezza in persona questa ragazza, ecco perché l'amo tanto.
«Vado a riprendere la tua bambina» sento un singhiozzo: sta piangendo?
La mia Alyssa sta piangendo--ehi, aspetta un attimo.. va a prendere la mia piccola?

Questo vuol dire che lei sa dove si trova--

«È per sempre. Sei stato il glorioso arcobaleno che ha squarciato le mura della mia insignificante vita Marie Davis. Hai portato gioia e allegria con la tua presenza, i tuoi sorrisi e le tue bellissime risate. Vorrei solo sentire la tua voce, ho paura di dimenticarla--» le sue parole non fanno che farmi accellerare i battiti cardiaci. Aspetto che concluda la frase e invece sento dei rapidi movimenti e la porta sbattere. Dove diamine sta andando?

Vorrei poter aprire gli occhi, scendere da questo letto e correrle dietro e afferrare la sua mano, baciarla e dirle che combatteremo in due come abbiamo fatto sempre ma pare che questa lotta non voglia la mia presenza.

Voglio piangere, urlare ma non ce la faccio. È bruttissimo poter sentire ma non poter nè parlare o muoversi.

Aiuto. Fermatela!

Alyssa's p.o.v.

Accosto l'auto davanti la casa di Dave e corro verso il giardino al retro. I miei occhi percorrono ogni dettaglio del posto: dalle siepi tosate alle piccole piantine della zia.

E il glorioso albero dai forti rami. Ha sostenuto una bella e piccola casetta che adesso non vedo più, insieme all'albero: che fine ha fatto?

«Sei venuta» alzo lo sguardo quando sento la voce prosciugata di mio cugino. È lì, sul cipiglio della porta d'uscita: ha le braccia incrociate al petto, un'espressione accattivante e ossessiva sul volto. I suoi capelli sono disordinati.

La cosa che più mi allarma è il non vedere Alyson. «Dov'è la bambina?» abbaio, stringendo le mani in pugni. Non voglio degenerare la situazione, voglio solo essere d'aiuto. Non obbligatoriamente deve finire male. «Per favore» aggiungo in tono più delicato.

Il ragazzo difronte a me avanza lentamente, posandosi accanto al posto vuoto dell'albero.

«Ricordi?» domanda, facendo un gesto con la testa verso la zona. So a cosa si riferisce e prendo un forte respiro, avanzando di poco.

«Si» ingoio il groppo in gola.

«Si? Si?» ripete due volte la mia risposta, imitando il mio tono e chiudo per un'attimo gli occhi. «Cosa fottutamente occupava questa zona, Alyssa!» urla all'improvviso e salto, riaprendo di scatto gli occhi.

Mi stringo nelle spalle. «L-la casa sull'albero. Quella in cui passavamo i pomeriggi insieme» cerco di spiegare il più rilassata possibile, ma mi risulta al quanto difficile. «Dov'è Alyson, Dave?» ritento, sperando risponda. Non può averle fatto del male, è sua figlia.

«Chi? Intendi la mia bambina? Mia figlia?!» stride e fa un passo avanti verso me. Il cuore accelera così come il vento.

«Lei» parlo lentamente.

«Perchè vuoi anche lei?» i suoi occhi tutto d'un tratto diventano lucidi. Non capisco.

«Voglio solo portarla da Marie che sta male, tanto, senza di lei» chiarisco.

«E così vuoi prenderti anche Alyson? Non ti basta avermi preso Marie?» sbuffa. «Hai portato via la mia unica possibilità di felicità, la mia unica via d'uscita da--» indica la grossa casa alle sue spalle. «--questa merda» una lacrima scende e la asciuga velocemente.

«Alyson fa parte di me» no, no!

«Dov'è diamine è?!» urlo, facendo fuoriuscire tutta l'aria dai polmoni quando inserisce la mano all'interno della sua giacca di pelle.

La mano libera indica la casa e senza aspettare, corro all'interno cercandola ovunque ma non ho bisogno di controllare anche il piano di sopra quando la vedo nella sua culletta posta sul divano di pelle bianca. Prendo in braccio la neonata, allungando giusto uno sguardo: i suoi occhioni verdi mi scrutano pieni di paura ma appena mi riconosce -- credo, sorride.

«Ti porto a casa» le sussurro. «Dalla mamma» esco di corsa dalla porta principale e non da quella del retro e mi dirigo in macchina. La sblocco e poggio la culletta nei posti inferiori insieme ad Alyson e richiudo lo sportello.

Sto per entrare nel posto guida quando sento urlare.

«Non renderla tanto facile Alyssa Duffin!» e quando mi volto con occhi sgranati, è poco o forse inutile.

Un proiettile mi trafigge il petto e l'ultima cosa che sento o ricordo è qualcuno urlare e poco dopo delle sirene.

Chiudo gli occhi e sorrido appena vedo due occhi grigi sorridermi: sono in paradiso.


Angolo autrice: so che da ora, mi ammazzarete nel vero senso della parola!! Ma aspettate prima di farlo, mancano ancora:

-4 capitoli alla fine!

Alyssa ➳ [lesbian] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora