86 - What is wrong with my life?

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Canzone per il capitolo:

Ed Sheeran - Friends






La giornata non è per niente migliorata.
Nevica, strano in questi mesi, ma incredibilmente bello e freddo.

Ho sempre amato la neve.

Rientro in casa dove Alyssa sta preparando la cioccolata calda e mi siedo difronte al banco di marmo, con il cellulare tra le mani.

Ieri, una volta tornata dalla casa dei Tomas, le ho raccontato tutto, di come mi sono sentita e di come quelle parole mi abbiano fatto stare in un certo senso male.

Si che la mia storia con Dave è finita dopo due anni di relazione in cui ho scoperto tante sensazioni sull'amore, ma vedere che sua madre sia sempre stata contraria alla nostra relazione e con Dave che lo dava a nascondere, mi sono sentita usata.

Scuoto la testa, eliminando i pensieri e sorridendo appena la mia ragazza mi passa la ciotola viola.

Sorseggio, gemendo mentre il palato balla una piccola danza al buon gusto della bevanda calda.

«Come pensi di agire?» domanda, pulendosi la bocca col fazzoletto dal cioccolato.

Respiro profondamente. «Non ne ho idea» dico il vero e la vedo arricciare le labbra, pensierosa.

«Quand'è che c'è la discussione in tribunale?»

«Tra una settimana» schiocco la lingua al palato leggermente piccata e sposto la ciotola di lato una volta finito.

Non so davvero come agire, la mia bambina non è al sicuro seppur dentro di me. Ma manca poco più di tre mesi e mezzo alla nascita di Alyson e quando non sarà più in me, la mia agitazione e la mia paura saliranno alle stelle.

«Tuo padre..» sussurra lei, notando un pizzico di panico per la supposizione ad alta voce.

Mi tengo il ponte del naso tra l'indice e il pollice, cercando mentalmente qualsiasi soluzione.

Nulla.

«Vedremo» mi alzo e cammino verso le scale, salendole in modo lento fino a raggiungere la mia camera e stendermi sul letto.

Appena poggio la testa sul morbido cuscino, Alyssa fa capolino dalla porta e si avvicina, stendendosi accanto a me e lasciandomi un morbido bacio sulla fronte.

La sua mano accarezza i miei capelli mentre riprendo il mio cellulare e vago tra le app.

«Manca poco al tuo compleanno» nota Alyssa quando finisco sul calendario.

Già. Me ne ero dimenticata, i troppi problemi non fanno altro che schiacciarmi il cervello.

«Uh, si» passo la lingua sul labbro, riflettendo e poggiando con l'indice sulla rubrica, passando tra i vari contatti.

«Cosa vuoi per quel giorno?» chiede, sussurandomelo all'orecchio dolcemente e sorrido, brividi percorrono la mia spina torsale.

Alzo gli occhi al cielo. «Non è importante»

«Compi vent'anni, lo è» scherza e ridacchio.

«Di già?» ironizzo.

«Eh si, diventerai vecchia» continua lei e mi volto, immergendomi nei suoi occhi.
Mi sento al riparo con lei.

Ma sopratutto me stessa.

«Forse» mi mordo il labbro.

Vent'anni. Sembra ieri quando per il mio quattordicesimo compleanno invitai tutta la classe perché era uno degli anni che più speravo di raggiungere.

Ricordo anche la mia prima delusione d'amore. Successe proprio qualche settimana dopo il mio compleanno, mi trasferii a Luton dopo aver vissuto i precedenti anni in una piccola città distante più o meno qualche ora.

Ovviamente con un trasferimento, inizia una nuova vita e frequenti una nuova scuola e così fu per me.

C'era questo ragazzo, Mason, che mi aveva preso davvero tanto, ma venni a sapere due settimane dopo che era fidanzato e mi sentii abbastanza male. Non tanto quanto dovrebbe, ero una ragazza che si innamorava difficilmente ed ero piuttosto timida. Ma sapere che lui non poteva essere in alcun modo mio, mi rendeva triste. Divenni così perspicace da un giorno all'altro che cambiai, letteralmente.

Da ragazza che ascoltava i genitori, che studiava e seguiva le regole anche se abbastanza riluttante, cambiai totalmente.

Finivo in detenzione almeno tre volte a settimana, trasgredendo alcune regole, tra le quali mettere lo smalto, saltare le lezioni più noiose come scienze e storia, non svolgere i compiti.. mi trasforami completamente. E questo solo perché pensavo di riuscire a piacergli, omettendo il pessimo periodo che stavo passando in contemporanea con mio padre.

Sconfissi la mia timidezza e lo chiamai in disparte una volta usciti dalla detenzione, dicendogli di amarlo e quello che ottenni fu una fragorosa risata. Mi sentii oltragiata e umiliata, ma presi nuovamente coraggio e gli tirai un forte schiaffo, riprendendo la dignità che mi era stata momentaneamente strappata e me ne uscii vittoriosa per poi ritornare la Marie di prima.

Già, lunga storia.

«Va tutto bene?» Alyssa riappare nella realtà in cui mi ritrovo ed esco dai ricordi.

«Si--» non finisco di parlare che il cellulare squilla.

Angolo autrice: più si va avanti e più la storia si farà interessante ;)

ma prima, commentate e lasciatemi sapere una vostra opinione sul resoconto della storia e su cosa vi aspettate accadrà! c:

Alyssa ➳ [lesbian] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora