5° capitolo " malinconia"

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Mi sveglio con un forte mal di testa alle 11:30 Penso di aver bevuto troppo ieri sera al ballo.

Oggi siamo tutti a casa e mio padre ci ha detto che ci deve dare delle notizie.

Mi alzò da letto e correndo vado in bagno a vomitare.

Non sto affatto bene
e non ho nemmeno voglia di ascoltare mio padre oggi.

Scendo giù per le scale più lenta del solito, mi siedo sulla sedia di cucina e bevo un bicchiere d'acqua.
Dopo pochi minuti decido di sdraiarmi sul divano e guardare un po' di tv.
E dopo un quarto d'ora di tempo si siede accanto a me Justin stampandomi uno dei suoi baci sulla guancia, e io ricambio.

-buongiorno jà- dico per prima io
- buongiorno- mi risponde subito dopo aver sbadigliato.
-sai per caso di cosa ci vuole informare papà?- chiedo io con una grande curiosità
-no, non so nulla- risponde tirandosi indietro i capelli con la mano destra.

Mio fratello è molto bello, ha due occhi molto più azzurri dei miei, sono come il ghiaccio, ha un fisico scolpito, i capelli folti e rossi, come i miei ed è anche un bel po' alto.

Sono le 12:30 e mio padre, dopo aver fatto una doccia, come tutte le domeniche mattina, scende e inizia a preparare il pranzo.
La sua specialità sono gli gnocchi al ragù e di solito li cucina quando ha da darci brutte notizie, o cose che sa già non ci piaceranno.

-buongiorno ragazzi, oggi si mangeranno gnocchi al ragù!- ecco si parla del diavolo e spuntano le corna... Speriamo solo non sia niente di tragico.
-cosa è successo?- si affretta a chiedere Justin con un sorriso furbo.
-oh, niente figliolo, perché me lo chiedi?-  chiede aggrottando la fronte guardandolo dalla cucina.
- perché tu cucini gli gnocchi con il ragù solo quando ci devi dare brutte notizie- dice lui facendo il mezzo sorriso.
E papà non risponde...

Chi tace acconsente... Sfortunatamente!

- a tavola ragazzi!- ci grida papà dalla cucina mentre porta i piatti pieni di gnocchi a tavola.
E noi senza rispondere ci avviamo alla tavola con grande appetito.

- allora ragazzi...- annuncia papà inforchettatnto un paio di gnocchi avvolti dal ragù
- riguardo alla notizia-si schiarisce la gola.
-riguarda il mio lavoro, mi hanno chiamato ieri sera verso le 8:30 circa e mi hanno detto che mi avrebbero riassunto al mio vecchio lavoro a new york e siccome mi pagavano di più di questo lavoro ho risposto che sarei partito tra 3 giorni, il tempo di preparare le valigie e partire-
Cosa?!?! Partire?!?! SEMBRA UN INCUBO
-ma papà ci siamo trasferiti ora!- si lamenta justin. In effetti ha ragione, ho durato fatica a fare amicizia e ora mi viene a dire che ci dobbiamo trasferire!

- ragazzi lo so che non è facile ma...- Justin non lo fa finire e corre in camera piangendo, lui penso starà peggio di me, da poco si è innamorato di una ragazza che lo fa stare molto bene e lasciarla sarà una guerra contro se stesso.

-non puoi farci questo papà- gli dico con faccia arrabbiata ma allo stesso tempo triste, e senza ricevere risposta corro nella mia camera a piangere.

Non solo dovremo allontanarci da questa città ma dovrei tornare pure a new york, proprio nel posto in cui mamma ci ha lasciati...
E non sto tanto bene al solo pensiero.

Mi manca mia madre...si chiamava Elisa e quando ci ha lasciati aveva solo 38 anni e io ne avevo 13, amava la danza come me.
Aveva dei lunghi capelli rossi ricci due occhi color ghiaccio e un naso alla francesina, ho sempre stimato la mia mamma, è sopravvissuta per tre mesi con il cancro ma al terzo mese non ce la poteva fare più.
Mi ricordo quando mio fratello e mio padre andavano a guardare la partita allo stadio e io e lei rimanevano da sole a casa a guardare la televisione sotto le coperte calde e il camino acceso guardando twilight con i pop corn al burro.
Oppure quando io e eli da sole andavamo a fare shopping con i soldi di papà...
Diciamo che avevo tante cose in comune con mamma e ci tenevo a lei più della mia stessa vita  e ci tengo tutt'ora.

Bussano alla porta...
-non voglio parlare con nessuno- è vero...non voglio parlare con nessuno...l'unica persona che vorrei ora in questo momento accanto a me ora non c'è. E so che neanche dopo, domani e in futuro non ci potrà essere...

-sono justin- sento dure dall' altra parte della porta.
Non posso lasciare mio fratello solo in un momento così triste, allora lo faccio entrare.
-ah ok, entra pure- rispondo con voce più dolce.

Quando supera la soglia rimango stupita dagli occhi dolci e tristi di mio fratello, è raro che Justin si faccia vedere così...mal ridotto.

Non mi fa dire niente che di butta subito fra le mie braccia e mi attira al suo petto...senza accorgermene una lacrima di tristezza è scesa.
Quella lacrima però ha dato il via ad un pianto isterico e infinitamente triste.

-mi manca la mamma fra- già...anche a me manca.
-anche a me, ma mamma ora ci sta guardando e di sicuro non vuole la nostra tristezza. Ne sono più che sicura.- gli rispondo con tono più dolce del solito e con una tranquillità mai avuta..
-sei uguale alla mamma, sei dolce, bella, tranquilla... Sei uguale alla mamma... Sei fortunata tantissimo, mamma era una persona speciale... E ciò sei anche tu- ...wow non so veramente che cosa dire, nessuno mai mi aveva detto che sono uguale o simile alla mamma, e la cosa mi rende onore, perche è vero che mia madre era una donna speciale e unica..

-ragazzi...lo so che non è il momento ma vi informo che ho già affittato la casa e che dopo domani partiremo...- dice da dietro la porta...non ci posso credere, solo due giorni!!! Come farò a dirlo a Roberta!...odio quando mio padre fa finta di sbattersene quando stiamo male.

-Francesca ti voglio bene- mi sussurra nell' orecchio e ciò mi fa salire un brivido sulla schiena..perché è un gesto che faceva spesso mia madre.
-anche io Justin- e così finiamo abbracciati... Non è un bell inizio come giornata.

Senza perdere tempo inizio a mettere tutto dentro 2 valigie, lasciando fuori solo spazzola e spazzolino da denti.

Dopo aver finito mi tuffo sul mio letto appena rifatto...
Sul mio comodino ho una cornice con una foto di mia madre e io, ogni volta che sto male o sento la sua mancanza la prendo tra le mani e i miei ricordi prendono il via.

La stessa cosa faccio ora, prendo la cornice tra le mani e i miei ricordi invadono la testa e un paio di lacrime scendono dai miei occhi attraversando gli zigomi cadendo sul vetro della cornice.
Sul tenero viso di mia mamma.
Una mamma speciale, che dio vuole tenere con se la su, nel cielo.

Quando ero una bambina, mia madre mi raccontava ogni giorno una favola diversa:cenerentola, Biancaneve, cappuccetto rosso e altre favole che si inventava.
Un giorno chiesi a mia mamma:
- mamma...te sei cenerentola?- lei mi guardò un po' dubbiosa e mi rispose:- no tesoro, perché me lo chiedi?-
Io con tutta la mia ingenuità risposi:
-è che sei così bella, semplice, pulisci casa, e poi un bel giorno incontri papà.
Il papà principe- lei si commosse a queste mie parole dolci
-certo tesoro, io sono cenerentola e quando io non ci sarò più sarai tu la cenerentola di casa...- a quel tempo non pensavo sarei diventata così presto la nuova cenerentola di casa...speravo di diventarla dopo 60 anni minimo... Ma non è successo così.

Ora la mia mamma la ricordo con un sorriso e qualche lacrima di malinconia...ma sono fiera di lei, dei suoi progressi, della sua forza, e sono fiera di essere sua figlia, chi non vorrebbe una mamma così?

Tutti la desiderano,e io che ce l' ho avuta, non l' ho potuta vivere...
Mamma sei andata via troppo presto...

Ciaooo!!! Finito anche il quinto capitolo! Spero vi piaccia!
Scusate per l' attesa!!....:)))

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