17°capitolo "Noi"

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Sono passate due settimane, due settimane da quando mi sono svegliata, due settimane da quando ho vissuto quell' incubo con Justin, ma che grazie a Riccardo è andata a finire bene, due settimane da quando io e la mia amica abbiamo rilegato quel rapporto che c' era prima, due settimane da quando io e Riccardo stiamo insieme e sono due settimane che io sto bene.
Per fortuna in questi giorni non è successo nulla di brutto, sono ritornata a scuola, per ora sto facendo tanti corsi di recupero per il semplice fatto che, per colpa dell' incidente, sono dovuta restare a riposo, però così facendo sono rimasta anche indietro con gli studi.
Tra quattro giorni sarà capodanno e tra quattro settimane sarà il compleanno di Riccardo e come al solito non ho ancora comprato nulla.

Sono le sette e mezza e la mia sveglia suona come se non ci fosse un domani.
Con gli occhi chiusi butto in terra la mia sveglia, è la quarta volta che lo faccio, ma non mi interessa, arriverà anche quel giorno che la tirerò fuori dalla finestra.
- Francesca! Svegliati!- urla mio padre entrando in camera scaraventando la porta.
- mmh... Ancora un po'...- detto ciò mi giro dal lato opposto per non vedere la luce che viene dal corridoio.
Fortunatamente non sento più la sua voce, ma lo sento camminare camminare per la stanza.
No!
- papà!!! Abbassa quelle persiane!!!-
- non ti lamentare! Alzati!- uff... Odio la scuola.
Mi alzo dal letto, che stranamente la mattina è sempre più comodo, e vado in bagno, mi guardo allo specchio e.... Faccio schifo, anche per il semplice motivo che ieri sera non mi sono levata il trucco e quindi ora sembro un panda.
Mi sistemo i capelli e mi ritrucco decentemente con un po' di mascara e un po di matita.
Come vestiti invece mi metto una maglia attillata a maniche lunghe e un cardigan, un pantacollant nero e le mie solite vans.
- papà non ho fame grazie comunque per la colazione- dico scendendo le scale.
Prendo giacca e cappello ed esco, infilo le mie adorate cuffiette nelle orecchie e attivo la musica: Hello, di Adele.
In questi giorni mio padre andrà a lavoro di pomeriggio, non ho capito bene il motivo.
Mi arriva un messaggio.
È Riccardo.
* dove sei?* ogni mattina me lo chiede, non so quante volte glielo devo dire che deve venire più tardi e non darmi fretta.
* sono partita ora di casa*
*okay, ti vengo a prendere, ferma lì*
Meglio. Almeno non devo camminare, mentre vedo la sua moto avvicinarsi mi levo le cuffiette e le infilo nella tasca del giubbotto.
- piccola!- si ferma accanto a me levandosi il casco e stampandomi un bacio sulle labbra.
Subito dopo mi porge il casco rosso e partiamo.
Arrivati fuori alla scuola scendo e mi sfilo il casco.
- quante volte te lo devo dire che devi andare più piano quando ci sono io in sella con te?!- lo sgrido io.
- mamma mia, neanche mia nonna si lamenta come te, anzi, lei sulla moto si diverte quando vado veloce- ride.
Ecco ora mi sento una scema.
Gli faccio la linguaccia.
E mano nella mano ci dirigiamo verso l' edificio.
- piccioncini!- si piazza d' avanti a noi Denise.
- ciao- diciamo io e Riccardo all' unisono.
- dov'è il tuo principe azzurro?- chiede il mio fidanzato ridendo.
- sta arrivando- risponde lei facendogli la linguaccia.
È vero, si è fidanzata con un ragazzo della nostra età e si chiama jacob ed è della nostra classe, è alto con i capelli biondi e gli occhi azzurri anche molto carino, è per questo motivo che Riccardo lo chiama " il principe azzurro"
- eccolo!- urla Denise correndo verso il suo ragazzo cingendogli la vita con le sue gambe, vedo da qua che lui, preso alla sprovvista, perde un po' l' equilibrio ma si riprende subito.
Subito dopo essersi sbaciucchiati, mano nella mano ci raggiungono e così entriamo. Siamo i primi così ne approfittiamo per parlare un po' in pace senza quella confusioni fuori in cortile
- venite anche voi alla festa di capodanno al niky?- inizia Denise.
Il niky è un locale dove, ogni volta che c'è un qualcosa di importante, organizzano delle feste bellissime.
Io guardo Riccardo come a chiedere se vuole venire anche lui, e lui mi fa cenno di si.
- si dai- diciamo all' unisono io e il mio fidanzato.
Dopo aver parlato per un po' arrivano diversi ragazzi seguiti poi dalla professoressa di lettere.
Che la tortura abbia inizio!
Dopo una mezz' oretta, durante la lezione, mi arriva un bigliettino.
Dopo scuola vieni da me, si posano gli zaini e andiamo a fare shopping.
È un obbligo
Deni :)
Lo sapevo, ora mai ci ho fatto l' abitudine, non chiede mai nulla e discuterci è una cosa inutile.
Ma dove si mangia?
Scrivo sul bigliettino per poi lasciarglielo.
E il pezzo di carta non tarda ad arrivare.
Boh, si mangia qualcosa fuori, se non hai soldi pago io, non voglio scuse.
Mi giro verso di lei e annuisco.

Finite le lezioni aspetto che Denise finisca di fare lo zaino e usciamo dall' edificio o meglio dire, dall' inferno.
- ma te ci hai capito qualcosa- chiedo alla mia amica mentre aspettiamo i ragazzi, riferendomi ad algebra
- guarda... Non ne parliamo proprio-
Rido.
- eccoci- dice Jacob abbracciando da dietro Denise.
Lei si gira e gli stampa un bacio sulle labbra, lo stesso faccio anche io con riccardo.
- venite anche voi a fare shopping con noi?- chiedo ridendo.
- mmh... Meglio di no- risponde il mio fidanzato.
- però possiamo venirvi a prendere quando avete finito e si va a mangiare qualcosa insieme per cena- dice Jacob.
Io e la mia amica annuiamo.
- allora a dopo- saluta deni.
Io do un bacio sulla guancia a Riccardo e lei da un bacio sulle labbra al suo ragazzo.
- da dove iniziamo?- chiedo mentre ci allontaniamo dalla scuola.
- andiamo da Borlì- io annuisco.
Arrivate a casa sua lasciamo gli zaini per poi dirigerci per i negozi.
•••••••••••••••••••
- questo!- esulta per la milionesima volta Denise.
- ma è corto!- ribatto io
- non è corto!! È giusto! Non stiamo andando in chiesa! È l' ultimo dell' anno non ti puoi vestire da suora!-
Io sbuffando prendo l' abito e vado verso i camerini.
- vedi che non stai male?- mi fa fare una giravolta.
In effetti non sto per niente male.
È un tubino nero che mi arriva a metà coscia, con lo scollo a cuore con qualche brillantino sul corpetto.
- e sotto ci metti queste- mi dice con un paio di tacchi 12 nere.
Sono stupende anche quelle.
- mmh... Va bene, te cosa ti metti?- chiedo io entrando in camerino per rimettermi i vestiti che avevo prima.
- quello che abbiamo visto all' inizio- dice convinta.
È anch'esso un tubino, solo che è rosso e lo scollo a "V"
- e di scarpe ci metto queste- prende in mano un paio di tacchi rossi con le borchie dietro.
- aggressiva la ragazza- dico ridendo.
Paghiamo il tutto e usciamo.
- li chiami te i ragazzi o li chiamo io?- chiede la mia amica.
- li chiamo io, non ti preoccupare.-

- pronto?-
- Ricca, noi abbiamo finito ci venite a prendere?- chiedo io.
- sisi arriviamo subito-
E senza aspettare una mia risposta mette giù.
E come detto, dopo neanche dieci minuti vedo i ragazzi arrivare in sella alla propria moto.

Arrivati al locale prendiamo tutti un panino e ci mettiamo a sedere su delle panchine.
- che hai comprato?- mi chiede Riccardo.
- sorpesa- dico misteriosa stampandogli un bacio sulle labbra.

Finito di mangiare Jacob accompagna la mia amica a casa e il mio ragazzo fa lo stesso.
Arrivati davanti casa mi sfilo il casco e scendo dalla moto.
Mi avvicino per dargli un bacio e così succede.
- ti amo tanto- mi sussurra sulle labbra.
- ti amo tanto anche io- e così ci allontaniamo.
Vado verso il portone, ma prima di passare la soglia mi giro vedendo la moto di Riccardo ancora ferma.
Che carino... Sta aspettando che io entri. Mi spunta un sorriso sulle labbra.
Così entro in camera, mi metto il pigiama e mi addormento.

Ciao!!! Scusate se vi ho fatto aspettare.
Vi piace questo capitolo?
Spero proprio di si.
Alla prossima!

P.s. avevo in mente di scrivere un altro libro, ma non proprio come questo... Un po' diverso, volevo sapere cosa ne pensavate.
Meglio lasciare perdere, oppure lo faccio?

un amore poco previsto♥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora